giovedì 5 marzo 2015

MEXI-COLA

MEXI-COLA
Sugar Ray Dogs
- Rivertale Productions - 2015

Uno scorcio di Texas sulle rive del Ticino. Questa è il panorama che si staglia ai nostri occhi e questa è la sensazione che resta dopo l'ascolto del torrido MEXI-COLA, terzo riuscito album per i funambolici Sugar Ray Dogs di ritorno alle proprie terre dopo una entusiasmante e proficua spedizione negli States. Un disco che è un notevole passo avanti rispetto ai precedenti lavori, operazione di energica trasfigurazione sonora che si attesta su ottimi livelli, fedele fotografia per chitarre del brillante stato di forma in cui la band di Ernani Natarella, Alberto Steri e Andrea Paradiso si trova ed è pronta a condividere con l'ascoltatore attraverso un tour al solito ricco e articolato che partendo dalla penisola italiana muoverà presto oltreconfine. Un progetto discografico nato quasi per gioco da una utopia tramutatasi pressoché all'istante in concreta opportunità di lavoro e, perché no?, divertente apprendistato; un sogno quello che sta dietro al making of di MEXI-COLA divenuto ben presto tangibile realtà grazie anche alla collaborazione e supervisione di Paolo Pagetti, l'uomo in più di questa avventura, factotum della Rivertale Productions - qui nelle vesti di executive producer - e mentore del trio pavese in questo lungo viaggio sulle strade di confine tra Stati Uniti e Messico. Un'alchimia dosata e sviluppata nel tempo da questo quartetto di viandanti della musica attratti irresistibilmente da suoni, profumi e umori, ma soprattutto da racconti e narrazioni, vere e proprie microstorie condensate mediamente in poco più di quattro minuti attraverso una scrittura sempre molto lineare e priva di voli pindarici, tesa non tanto ad elaborare concetti articolati, ma a fissare il vissuto e l'immaginario. Vicende in cui ci si imbatte per caso, ma anche luoghi e personaggi con cui entrare in contatto scientemente, figure portatrici di vita e di destino, ispirati accompagnatori divorati dal fuoco della loro stessa creatività. Come David Hidalgo dei Los Lobos, voce e chitarra portante nella meditazione sciamanica di Have You Ever Waited, o Rick e Mark Del Castillo protagonisti con le loro chitarre nella festa mariachi italo-americana de El Rosario Y La Navaja indetta da Alex Ruiz e affilato accompagnamento ritmico nella opacità sanguigna di Mexi-Cola, coraggioso singolo mescalero a cui partecipa anche la seducente Patricia Vonne. Sono tanti i motivi alla base della crescita artistica degli Sugar Ray Dogs, ma primera è la coinvolgente abilità di assecondare l'umore del momento raccontandosi attraverso polverose ballate (Troubles, la pulsante Die In Mexico) e numeri rock d'alta scuola, tra un sanguigno spaghetti western e digressioni tex mex in cui alla creazione di alternativi mondi possibili (la delusione amorosa di Hate The Sun) si succedono storie di vita vissuta (Don't Mess With Billy, strumentale colorato dalla tromba di Jesus Guerra), romanzate, ma realmente accadute. Intuizioni, speranze, visioni: un passato che torna a popolare di misteri e splendori il nostro odierno caos quotidiano e una etica di lavoro che trasforma la passione in omaggio senza mai oltrepassare quella pericolosa sottile linea di demarcazione che lo separa dalla copia o dal plagio. Un intenso viaggio, un po' a colori un po' in bianco e nero, di cui non si intravede ancora il capolinea, capace di raccontarsi con efficacia minuto dopo minuto, storia dopo storia, istante dopo istante. Un sogno semplice e sobrio presente a sé stesso. Another Chance. L'ennesima.

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