La cannibalistica intro Primal//Carnal degna di un horror di prima categoria è forse l'evento meno disturbante del qui presente parto della dolce Miss Chelsea. Già la copertina mette in guardia rispetto a quanto proposto da questa giovane musicista proveniente dalla West Coast: chi ha detto infatti che la California è solamente la patria del surf, del sole e del relax più disimpegnato? Mer è la risposta al contrario più chiara per la domanda appena formulata: resa inquietante dalla voce spettrale della sua interprete, in sottofondo pare di sentire e addirittura veder fluttuare, spiriti e anime in pena, tenute flebilmente a bada dalla musica scaturita dalla backing band che la Wolfe utilizza e che vede nella sorpresa Ben Chisholm alle tastiere un ottimo elemento. L'incedere doom della successiva Tracks (Tall Bodies) è leggermente mitigato dalla sua voce eterea e tuttavia sempre ultraterrena che affascina l'ascoltatore insieme alla sua immagine, lei, luciferina Tori Amos e novella Diamanda Galas di questo freddo inverno. Parimenti a Friedrichshain, Demons è il pezzo più rock a trovar spazio su questa release, ma una volta ancora la voce effettata e registrata bassa nel mix regala gli ennesimi brividi lungo la schiena mentre tentiamo di seminare i demoni che rapidi si sono posti al nostro inseguimento. Non c'è tregua: The Wasteland è un altro incubo ad occhi aperti con voci spettrali ad infestare l'altrimenti già di per sé gotica canzone. Moses è una supplica, forse una richiesta d'aiuto, ma desolatamente funebre; Pale On Pale è una drammatica descrizione di morte incombente con urla lancinanti e suoni metallici prima del silenzio definitivo. C'è spazio anche per la strumentale To The Forest, Towards The Sea prima del requiem finale di Movie Screen. Qui Chelsea ci ammonisce ripetutamente, consigliandoci quasi fosse un mantra pagano di non attraversare più quella linea di confine delle nostri menti, anche se ormai siamo consapevoli di come le immagini e l'esperienza vissuta fin qua non potranno cancellarsi mai più nella nostra anima e nella nostra psiche. Almeno fino all'arrivo dell'Apocalisse. Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
domenica 26 dicembre 2010
La cannibalistica intro Primal//Carnal degna di un horror di prima categoria è forse l'evento meno disturbante del qui presente parto della dolce Miss Chelsea. Già la copertina mette in guardia rispetto a quanto proposto da questa giovane musicista proveniente dalla West Coast: chi ha detto infatti che la California è solamente la patria del surf, del sole e del relax più disimpegnato? Mer è la risposta al contrario più chiara per la domanda appena formulata: resa inquietante dalla voce spettrale della sua interprete, in sottofondo pare di sentire e addirittura veder fluttuare, spiriti e anime in pena, tenute flebilmente a bada dalla musica scaturita dalla backing band che la Wolfe utilizza e che vede nella sorpresa Ben Chisholm alle tastiere un ottimo elemento. L'incedere doom della successiva Tracks (Tall Bodies) è leggermente mitigato dalla sua voce eterea e tuttavia sempre ultraterrena che affascina l'ascoltatore insieme alla sua immagine, lei, luciferina Tori Amos e novella Diamanda Galas di questo freddo inverno. Parimenti a Friedrichshain, Demons è il pezzo più rock a trovar spazio su questa release, ma una volta ancora la voce effettata e registrata bassa nel mix regala gli ennesimi brividi lungo la schiena mentre tentiamo di seminare i demoni che rapidi si sono posti al nostro inseguimento. Non c'è tregua: The Wasteland è un altro incubo ad occhi aperti con voci spettrali ad infestare l'altrimenti già di per sé gotica canzone. Moses è una supplica, forse una richiesta d'aiuto, ma desolatamente funebre; Pale On Pale è una drammatica descrizione di morte incombente con urla lancinanti e suoni metallici prima del silenzio definitivo. C'è spazio anche per la strumentale To The Forest, Towards The Sea prima del requiem finale di Movie Screen. Qui Chelsea ci ammonisce ripetutamente, consigliandoci quasi fosse un mantra pagano di non attraversare più quella linea di confine delle nostri menti, anche se ormai siamo consapevoli di come le immagini e l'esperienza vissuta fin qua non potranno cancellarsi mai più nella nostra anima e nella nostra psiche. Almeno fino all'arrivo dell'Apocalisse. Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento