martedì 17 gennaio 2012

ASSALTO ALLA LUNA
Nolatzco
- Psicolabel - 2012

Spesso si ha difficoltà nel trovare un produttore che sappia convogliare in un dischetto di 12 cm le intenzioni di una band e l'energia sprigionata dal vivo dai suoi componenti. Da qualche tempo i ferraresi Nolatzco erano chiusi fra le quattro mura del Chichoi Studio di Bassano del Grappa per la realizzazione del loro debut album, con il solo Giovanni Fanelli, voce e primo basso, "autorizzato" ad uscire per una sgambata notturna in compagnia dei Rossofuoco di Giorgio Canali quando necessario. Come fare a non affidarsi perciò al noto chitarrista di Predappio per la produzione di un debut album assolutamente in your face come ASSALTO ALLA LUNA potendo contare sulla sua pluriennale esperienza? Ebbene, semplicemente seguendo l'esempio dei Nolatzco! Fanelli e compagni infatti rischiano, alzano la posta e giocano al rialzo, producendo artisticamente in totale autonomia. Eppure, com'è possibile che quanto si respira, ad un primo rapido ascolto, in questi 46 minuti di rock selvaggio targato Nolatzco (storpiatura del nome Nolasco che i più curiosi ritroveranno ne L'Ombra Di Quel Che Eravamo di Luis Sepúlveda) sia un Canali-sound che molto si avvicina a quello ascoltato lo scorso anno in ROJO? Un suono che in quel caso era a tratti simile eppure contemporaneamente diverso da quello presente negli album realizzati in precedenza dal Maestro G coi Rossofuoco negli ultimi dieci anni? Qui, è in particolare l'impostazione del cantato di Fanelli la similitudine più evidente, ma anche le linee musicali (il vortice sonoro di BabyRivoluzione e Abusivisness; la critica ai lustrini e alle paillettes di Educati Al Successo) realizzate in parallelo con il secondo basso di Stefania Orioli, la chitarra tagliente di Ivo Giammetta e la batteria di Diego Artioli, hanno un sapore familiare, quasi però, e questo è l'aspetto più interessante su cui ragionare, siano stati i Nolatzco ad aver influenzato l'ultimo Giorgio e non, come si potrebbe pensare superficialmente, il contrario. Che ci sia dunque, in ultima analisi, una compenetrazione di influenze reciproche tra la band di Ferrara e i quasi conterranei Rossofuoco, non foss'altro per il fatto che Nanni Fanelli dopo l'abbandono della storica Claude Saut ne è divenuto il bassista ufficiale contribuendo alla stesura dei pezzi, è fuor di dubbio; anche per questo i due album suonano per certi versi così simili. Però, ad un ascolto più attento, ASSALTO ALLA LUNA, peraltro titolo bellissimo, poetico e rivoluzionario insieme, svela le sue peculiarità. Piacciono innanzitutto le code strumentali de La Ballata Dei Cuori Intermittenti e di Lullabymoon, il cui attacco riporta alla mente la versione acustica della mansoniana The Nobodies; quella della title track consente addirittura di visualizzare la spedizione di questo allunaggio come se ci trovassimo in un anime del maestro Leiji Matsumoto. Le urla di Speed e il caos infettato da germi di Signorina Diesel (ecco l'armonica di Canali!) mescolano drammaticità, punk e nichilismo. Inutile nascondere che ROJO fino ad oggi pareva essere un disco un poco monco; buono, ma così, a pelle, incompleto. Con ASSALTO ALLA LUNA si scopre la sua metà mancante. Un pizzico di incoscienza discografica sarebbe stato perfetto per uscirsene con un doppio album contenente i due cd, parti diverse di un corpo solo. Anche per quanto riguarda le liriche. Canali parlava di iniziale ed inatteso blocco creativo per il suo album. A giudicare da Tutto Svanisce, Un Caos Che Ti Somiglia e molti altri,  Fanelli sembra in stato di grazia: siamo in presenza della ricorrente storia dell'allievo che supera, è proprio caso di dirlo, il Maestro?

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