martedì 22 ottobre 2013

L'ALVEARE

L'ALVEARE
Le Maschere di Clara
- Metro Music Network - 2013

Dopo ottimi riscontri a livello di critica del precedente ANAMORFOSI che aveva colpito attraverso il passaparola gli ultimi attenti fruitori di musica, il trio veronese de Le Maschere di Clara torna sul luogo del delitto con un album che è anzitutto un regalo proprio a quanti, fedelissimi, vivono la Musica come un qualcosa di imprescindibile anche in questi anni di difficile affermazione sulla scena, dando alle stampe addirittura un vinile, in parte ideale seguito del precedente platter, in parte lavoro sempre ambizioso, ma a sé stante. Con una dedica per ciascuna delle nove tracce ad altrettanti poeti e scrittori capaci di fare grande la nostra Italia con il laborioso operare nella quotidianità delle loro vite L'ALVEARE incapsula tutti gli elementi già noti della band veneta e, ora concentrandoli, ora sviluppandoli, produce nuova linfa ampliando il proprio bagaglio artistico. L'esperimento assai naturale di includere dove necessario un quartetto d'archi che veda nelle proprie fila il già celebre conterraneo Andrea Battistoni, salito agli onori delle cronache per essere stato il più giovane direttore d'orchestra ad aver calcato il podio del Teatro alla Scala, è novità che stuzzica la fantasia, ma forse non la più rilevante. Le intricate trame musicali di Rasoi Di Seta, con la voce di Laura Masotto a introdurci nel primo capitolo dell'lp, ci precipitano in una realtà di morte e rinascita in cui è il violino a svettare alto nell'aria nera e carica di elettricità mossa dal violoncello greve di Battistoni, anche se sono i martellanti rintocchi di basso e batteria a lacerare l'oscurità. Il Fu Mattia Pascal e Notturno, due motivi in cui compare il quartetto, sono pagine e partiture scritte da un Lorenzo Masotto, bassista nonché fratello di Clara, in gran forma, capace di tradurre in musica il proprio io artistico arrangiandolo con i suoi compagni di viaggio. La prima, ampiamente strumentale, riflette con ricchezza di particolari le capacità strumentali mai nascoste della band; la seconda, ancor più strutturata, concentra l'attenzione sulla maestria del piano e degli archi qui al servizio di una melodia raffinata che tratteggia una love song anomala fatta di silenzi e sinfonica incisività. "Estrapoliamo ogni nostra emozione interna cercando di ridipingerla su enormi tele musicali" - spiega Lorenzo - "Dover per forza dare un nome a un genere porta inevitabilmente l'ascoltatore a non essere libero di guardare oltre." Così, per evitare facili classificazioni, ecco che il pianoforte diventa espediente atto a introdurre, lieve, la leopardiana A Se Stesso, per poi ceder il passo in un'aura classicheggiante a un basso distorto, grasso e dark, recuperato dalla new wave anni '80 di Joy Division e primi Litfiba. Viene decisamente promossa a pieni voti l'armoniosità progressive di Fatti Non Foste A Viver Come Bruti la quale, oltre a farci apprezzare una volta ancora le doti recitative di Vittorio Gassman nell'introduzione estrapolata dal celebre spettacolo del grande mattatore sull'Alighieri, condanna definitivamente chi utilizza il dono dell'ingegno in maniera spregiudicata. C'è spazio per l'opera, con il mezzo soprano Alice Marini chiamata ad aprire e chiudere con l'aria Lascia ch'io pianga di Händel le sofferenze e gli orrori a cui Se Questo È Un Uomo si ispira, seguendo nei contenuti le orme di Primo Levi e nella forma quelle di Mimì Clementi. La strumentale Satura, legata a Montale, Prokof'ev e all'adagio latino del castigat mores, ipnotizza tanto quanto il grido di battaglia di Collezione Di Sabbia, cavalcata a ritroso nel deserto al tempo del Lawrence d'Arabia di David Lean musicato dal mito Maurice Jarre. All'opera grafica di Gessica Tanello su disegni dell'architetto Riccardo Cecchini spetta il compito di racchiudere visivamente 45 minuti di ragionata libertà espressiva, evasione totale e concreta contemporaneità. Le Maschere di Clara sperimentano e si confermano una volta ancora realtà viva e in fermento; il pubblico non se lo dimentichi.
 

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