lunedì 28 luglio 2014

OVERTONES - ELECTRONIC RESEARCH IN NATURAL HARMONICS

OVERTONES - ELECTRONIC RESEARCH IN NATURAL HARMONICS
Mario Conte
- Zoff82 - 2014

Quando la recherche di proustiana memoria modifica i propri propositi e sposta il proprio baricentro verso nuovi interessi e orizzonti spazio-temporali, i risultati possono essere imprevedibili e impensati come dimostra il cangiante flusso sonoro di OVERTONES. La nebulosa di suono che apre l'opera prima di Mario Conte pulsa infatti ritmicamente sulle inconsuete note del sorprendente cupa cupa. Oggetto niente affatto misterioso in terra salentina e lucana, il particolare tamburo a frizione la cui origine si perde nella notte dei tempi viene riscoperto dall'ingegnoso sperimentatore del suono, già a fianco della corregionale Meg, e inserito in un contesto musicale fatto di meccaniche ed elettronica all'apparenza totalmente estraneo. Solo dopo un ascolto attento il lavoro prodotto da Conte - in collaborazione con l'ensemble pugliese In Cupa Trance dell'imprescindibile Pino Basile - rivelerà una comunanza di intenti capace di condensare in un lasso di tempo infinitamente piccolo rispetto all'eternità l'ossessività delle forme ritmiche primordiali con la calda freddezza dei macchinari digitali e analogici. Harmonic Field #1 e la susseguente Harmonic Field #2,  caratterizzata da un disturbante ronzio circolare che sembra inghiottire e digerire ogni altra forma di vita, diventano così le chiavi di accesso ad un mondo sonoro estremamente liquido eppure al contempo totalmente dedito alla concretezza della terra, attraverso la compenetrazione produttiva fra ancestrale e moderno. È un dato di fatto da cui si originano in un secondo tempo tutti gli altri movimenti contenuti in questo piccolo bignami di armoniche naturali registrato in diverse parti del continente europeo. Una reticolata impalcatura liquida pronta a sostenere nuove, mobili, forme di suono plasmate più dalla mente che dai macchinari messi a disposizione dal progresso tecnologico. Una continua riflessione sulla loro mutevole condizione cangiante che, alla chimica e alla sintesi operata da altri soggetti culturali, ha preferito riscoprire le origini della terra, in una commistione fra passato e futuro originante il presente. Quello stesso presente alla base dello sperimentale progetto Phone Jobs, un collettivo di musicisti dedito al recupero di suoni elettronici prodotti da oggetti mobili come cellulari e i-phone ora riciclati per produrre musica. Dove porterà tutto questo è una incognita altrettanto mutevole e cangiante, soggetta a dinamismi sconosciuti e imprevedibilità. Per intanto guardando al tempo e al suo misterioso svolgersi, ci gustiamo il suono roboante, naturalmente straniante eppure così inconsapevolmente noto di Modern Country Side che nella registrazione ambientale libera le sensazioni di un viaggio trascendentale nel suo necessario passaggio fra campi materiali e mondi di pura energia. Una dimensione ultraterrena che solo il recupero delle nostre origini è ancora in grado di esplorare. Oggi come allora.

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