lunedì 28 febbraio 2011
domenica 27 febbraio 2011
giovedì 24 febbraio 2011
E bravo il Gianni nazionale!! In occasione del 150esimo anno dell'Unità d'Italia ecco un prodotto degno di nota: una compilation ideata e realizzata da Giammario Mazzi comprendente i 14 partecipanti al Festival di Sanremo 2011 intenti ad interpretare canzoni rappresentative la storia dell'italico stivale. No, non ci sono né Bella Ciao né Giovinezza che qualche polverone, più mediatico che altro, avevano sollevato a dimostrazione di come, a volte, le categorie con cui giudichiamo il mondo investono pure la musica. Diciamolo subito, l'eterogeneità qua è di casa, vuoi per stile, vuoi per caratura degli interpreti. Il dramma e soprattutto le speranze dei nostri emigranti che a metà Ottocento salpavano Oltreoceano rivivono nella scanzonata versione di Mamma Mia Dammi Cento Lire affidata a Max Pezzali; Luca Madonia, con le orchestrazioni di Franco Battiato, realizza una toccante La Notte Dell'Addio, brano a suo tempo portato al Festival del 1966 da Iva Zanicchi e ingiustamente caduta nell'oblio. La divina Patty Pravo si appropria da par suo della celeberrima Mille Lire Al Mese, sorta di filastrocca benaugurante sulla felicità smarrita alle soglie del Secondo Conflitto Mondiale. Il classico di Cutugno L'Italiano è affidato ai Nobraino? No, spetta a Tricarico, per una (irre)quieta versione che nei suoni di wurlitzer riporta a Moltheni. Dopo i grandi Beniamino Gigli, Nunzio Gallo e Connie Francis Mamma viene interpretata da una Anna Tatangelo abbastanza innocua. Ad Al Bano il Va' Pensiero di Verdi: se le programmazioni non ne massacrassero la forma il pezzo cadrebbe a pennello sulle qualità vocali del suo interprete. Swingante la Il Cielo In Una Stanza affidata a Guisy Ferreri. L'interpretazione? La solita, o ti piace il suo modo di cantare o lo odi. A proprio agio invece Joe e i La Crus con Parlami D'Amore Mariù. Anna Oxa modernizza 'O Sole Mio rendendola un rockettino orecchiabile con forse qualche arco di troppo mentre l'accoppiata Modà-Emma si cimenta brillantemente in Here's To You, dedica di Joan Baez ed Ennio Morricone alla vicenda di Sacco e Vanzetti, con tanto di citazione morandiana di Ho Visto Un Film. Per Nathalie Il Mio Canto Libero è un azzardo; decisamente meglio Davide Van De Sfroos con Viva L'Italia e Roberto Vecchioni che rende omaggio pure alle sue origini campane con 'O Surdato 'Nnammurato. Commovente e riuscito il duetto tra Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario in Addio Del Volontario, storico canto risorgimentale meglio noto come Addio Mia Bella Addio. E c'è pure un inedito, e che inedito?! È lo stesso Gianni Morandi a scendere in campo e a cantare la brillante Rinascimento, interessantissimo brano firmato Mogol-Bella con tutti i crismi di italianità che si è andati a cercare nella selezione dei brani qui raccolti. Per non dimenticare da dove veniamo. Viva.
sabato 19 febbraio 2011
venerdì 18 febbraio 2011



I bis a questo punto sono un obbligo e un piacere: il Piano Solo che Gianluca esegue in totale solitudine è uno strepitoso momento di cantautorato Anni '60 che speriamo verrà riproposto in futuro anche su palchi più noti a livello nazionale e non mentre la richiestissima Carlo (Il Passato E' Passato) viene risuonata dai quattro tra l'entusiasmo del pubblico che non si lascia poi sfuggire l'occasione di acquistare, a concerto concluso, una manciata di demo freschi freschi targati 2011.
6 dicembre 2003, Teatro Alfieri, Asti: è in questo scenario che nel giorno del suo 80esimo compleanno sale sul palco un monumento della Musica, quel Nicola Arigliano sempre al passo coi tempi perché mai di moda, evergreen per vocazione e per meriti sul campo, incapace fortunatamente di rinnovarsi perché senza tempo. La presentazione di Massimo Cotto già di per sé ben racchiude lo spirito con cui questo evento è venuto a maturare: non solo un concerto, non solo una celebrazione, non solo un festeggiamento: è un'esperienza musicale, come ci ricorda pure Franco Zanetti nelle note di copertina, un'emozione unica come quella che porta ancora nel cuore chi ha avuto, negli anni della maturità del Maestro, la ventura di assistere ad una sua eccezionale esibizione. Melodie italiane e internazionali si susseguono senza soluzione di continuità fin dall'inizio: Adagio Biagio è un'ottima intro anche per scaldare l'attento pubblico che, chiudendo gli occhi, ci pare di vedere rapito dalla verve del neo ottantenne, seguita da quell'altro classico italiano che è Quel Motivetto. Abat-Jour, peraltro ripresa a fine cd come bonus track, è il preambolo per un terzetto di brani sedimentati nella nostra memoria collettiva. Puntando l'accento sempre più sul ritmo che sulla melodia Arigliano sciorina così Il Pesce E L'Uccellino, Ho Un Sassolino Nella Scarpa (..ahi!) e la coloniale Ziki Paki Ziki Pu. Gli standard americani sono omaggiati con una affascinante e casablanchesca Black Coffee in cui compare un raffinato solo di sax di Gianni Basso e con uno dei classici provenienti dal repertorio di Cole Porter, quella Night And Day che, grazie anche agli espressivi intermezzi alla tromba di Enrico Rava, assume una valenza universale e cosmopolita. Autore anche di brani di successo Nicola pesca dal suo repertorio Così, non uno dei suoi brani più noti, ma sicuramente tra i più romantici e descrittivi (noi due soli con lei, la nostra melodia, gli altri lasciali perdere, non sanno più amare così) suscitando un applauso spontaneo e convinto quanto neanche la straordinaria È Quasi L'Alba riesce a garantirsi. Tante cose ancora troverò da raccontare a te: il valzer swingato di Sul Tram segue il jazz di Sono Tre Parole e la celeberrima 'E Spingole Francese dando risalto alle fisarmoniche di Gianni Coscia e Umberto Trinca. Ancora un tuffo negli Anni '30 con la divertente Lodovico, davvero un grande amico, e con lo standard Maramao, Perché Sei Morto, qui "recitato" dal crooner laziale e rallentato rispetto all'originale, ma ovviamente atteso e accolto da sorrisi di grande apprezzamento, sorte capitata anche all'altrettanto storica Il Pinguino Innamorato. Libera creatività in That Old Black Magic, momento di assoli un pò per tutte le all stars presenti sul palco e fedeli compagni di viaggio del Maestro, dal misurato Giampaolo Ascolese alla batteria, all'immancabile Elio Tatti dalla Lucchesìa a pizzicar il contrabbasso, passando per il pianoforte di Antonello Vannucchi. "Questa la facciamo insieme": il classico di Umberto Bindi Arrivederci è un altro trionfo, suggello finale di una serata memorabile, spensierata e colta, ahimé non più replicabile. Eppure qua c'è ancora un regalo. Un bonus cd di sette tracce che non avevano trovato posto sul precedente live album MY NAME IS PASQUALE! registrato al Teatro Fiamma di Terni nell'ottobre di un anno prima. Davvero mai fuori tempo. Coppola in testa e via: Go Man!!! Go Man!!!
domenica 13 febbraio 2011
Mezzago (MB)

Ma procediamo con ordine: uno Steve Wynn armato di sola chitarra acustica si presenta sul palco eseguendo in perfetta solitudine uno standard di Blind Lemon Jefferson come See That My Grave Is Kept Clean, orecchiabile e scorrevole anche in questa versione stripped down, molto più vicina al suo spirito primigenio che nella versione presente su GHOST STORIES dei The Dream Syndicate. "Grazii, buonasera!" Estremamente cordiale e subito pronto a scambiare le sue prime parole col pubblico italiano corso ad ascoltarlo, Wynn ci avverte di come la successiva canzone solitamente dovrebbe essere utilizzata per terminare i suoi spettacoli, ma a volte succede chissà come di partire dalla fine per vedere l'evolversi delle cose.. "and this is a night like that": ecco Anthem, classico tratto dal suo primo album solista uscito ormai vent'anni fa e accolto ancora una volta in religioso silenzio, seguita a ruota da The Side I'll Never Show con i fan della prima ora che iniziano a scaldarsi un pò, tenendo timidamente il tempo con le mani.


Sembra che il live non debba più finire, catapultati come siamo sulla West Coast, ma qui, sulle note di questo brano sontuoso, termina la prima parte e, in attesa dei bis, i primi commenti carichi d'entusiasmo non si fanno attedere molto. Il ritorno sul palco è in solitario e siccome non poteva mancare almeno un pezzo da THE DAYS OF WINE AND ROSES ecco When You Smile, dall'interpretazione molto doorsiana, seguita a ruota dalla poesia di There Will Come A Day ancora una volta sottolineata dal rientrante violino di D'Erasmo.

venerdì 11 febbraio 2011
giovedì 10 febbraio 2011
Innanzitutto, chi è Chelsea Wolfe? Da dove arriva? Dove vuole andare?
Chelsea: Sono tendenzialmente una persona solitaria, vengo colpita dalle energie umane piuttosto violentemente perciò ho necessità di tenermene alla larga altrimenti c'è il rischio di impazzire. Non ho ancora imparato a controllare questa cosa. Sono semplice e realista, ma mi piace anche indagare sul mondo degli spiriti e sulle questioni legate alla magia e a quanto i nostri occhi sono incapaci di vedere, cercando di trasferire tutto ciò nella mia musica. In questo momento mi sento piuttosto eccitata, pronta per qualcosa di nuovo e di più grande.

Sono rimasto sbalordito per il tuo bellissimo e incredibile album 'AΠΟΚÀΛΥΨΙΣ. Parlaci un pò della sua realizzazione.
Chelsea: Grazie.. Negli ultimi anni mi ero appassionata alle teorie sulla fine dei tempi, sulla fine del mondo o comunque di questa era. Le trovo eccitante.. Successivamente, quando ho letto il libro La Rivolta Di Atlante, tutto s'è fatto chiaro nella mia mente così, poco tempo dopo, ho iniziato a comporre le canzoni per l'album. Ho scelto di utilizzare la parola greca "αποκάλυψις" perché, anche se mi riferisco all'album secondo l'accezione inglese di "apocalisse", ha tuttavia diversi significati. È una sorta di svelamento della verità, un "levare il velo".
E cosa ci puoi dire della copertina così "disturbante", ma allo stesso tempo eccezionale?
Chelsea: Ho semplicemente preso la fotografia di un mio autoritratto e consegnata in quadruplice copia ad un mio carissimo amico, C. Orr.; le uniche richieste fatte erano o che annerisse o che sbiancasse i miei occhi. Ha realizzato così quattro tipi di copertina e io alla fine ho scelto quella che mi piaceva di più, la più semplice.
Come mai hai deciso di venderlo solo attraverso internet?
Chelsea: Non è ancora uscito ufficialmente, lo si trova solo su bandcamp.com.. Mi piacerebbe pubblicarlo, ma al momento non credo che qualcuno abbia ascoltato la mia musica, così ho pensato di metterlo a disposizione su quella piattaforma per conto mio.. Spero in un futuro prossimo venturo di poter realizzare una copia fisica del cd con tutti i crediti e i testi..
Chelsea: La mia musica è abbastanza "bipolare", a mio parere.. Entro in questi intensi stati d'animo, in questa sorta di oscura rigidità tenebrosa che prende spunto dalla realtà, anche se poi improvvisamente mi ritrovo ad esplorare le cose in una maniera più sognante e spirituale.. Penso si possa cogliere questa differenza tra i due album..

Chelsea: Hmm.. Beh, ho iniziato a suonare in pubblico nel 2006, ma ero molto naif e lasciai che altre persone prendessero controllo sulla mia musica.. Non fui mai completamente felice di questa situazione così decisi di prendermi una pausa, di fare un passo indietro e riprendere cognizione del genere di musica che avrei voluto fare fin dall'inizio. Ho iniziato a lavorare a THE GRIME AND THE GLOW nel 2009 finendolo nel 2010.
Quando inizi a comporre con quale strumento sei solita accompagnarti?
Chelsea: Generalmente con questa vecchia chitarra classica; a volte con gli strati della mia voce, altre con una tastiera midi usando strani samples sonori e raramente con un pianoforte.
Pensi ci potrò essere per i tuoi dischi uno sviluppo visivo, multimediale come ad esempio è accaduto con Melissa Auf Der Maur per il suo OUT OF OUR MINDS?
Chelsea: Non ho visto ciò che ha fatto.. Però sì, desidererei lavorare con artisti talentuosi per sperimentare con le arti visive, nei concerti dal vivo così come pure per i video e le copertine degli album.
Ti diletti in altre forme artistiche come la pittura, la scultura o la scrittura?
Chelsea: Mi piace realizzare videoclip e cortometraggi per divertimento; a volte dipingo un pò.
Inquietante, spaventosa e malata: al tempo stesso però nella tua musica si percepisce un mood sereno, oseri dire pacifico, dico bene?
Chelsea: Sì, sono d'accordo; si vuole portare alla luce il bello e il brutto delle cose.
Chelsea: Penso dipenda dall'artista.. Non credo sia difficile concentrare il tutto a parole, piuttosto è stato un travaglio trovare il modo in cui essere più a mio agio per esprimere tutto quanto.. i suoni giusti e i modi di registrazione.. Ho ancora molto da imparare e molti esperimenti che voglio provare.
Come sono i tuoi live show? Cosa ci si deve attendere venendoti a vedere?
Chelsea: Anche in questo caso i live risentono di quel bipolarismo di cui ti parlavo.. Dipende dal posto o dal tipo di richiesta che l'organizzatore avanza e se la mia band è a disposizione per suonare. Quando suono in California ho la mia band al completo con batteria, chitarre, Juno e cello, ma ad esempio per il mio imminente tour in Francia saremo solamente io e la mia chitarra, magari qualche backing tracks.. Devo mantenerlo semplice, ma guardo avanti, al giorno in cui potrò permettermi di avere in tour la band al completo con me.. Mi diverte aver la gamma completa di suoni e dinamiche che questa è in grado di sprigionare.
Ho visto che suonerai in Europa il mese prossimo; sei mai stata in Italia?
Chelsea: No, fino ad ora non vi ho mai suonato..
Allora attendiamo fiduciosi un tuo avvento anche da queste parti!
Chelsea: Grazie, grazie per il supporto e l'interesse dimostrato. A presto..
Andrea Barbaglia '11
domenica 6 febbraio 2011
giovedì 3 febbraio 2011
Destinato fin dalla sua uscita ad essere uno degli album più venduti dell'anno, il Megamix a cui Jovanotti ci sottopone con il successore dell'altrettanto fortunatissimo SAFARI, a sua volta record di incassi dopo l'eccezionale svolta di BUON SANGUE, si inserisce nel solco dei lavori della maturità del comunicatore di Cortona, cambiando solo in parte la sua cifra stilistica, vero e proprio marchio di fabbrica. Molti si sono affannati a descrivere ORA come un disco dance: vero, i bpm ad alto voltaggio sono riscontrabili un pò ovunque, a partire dall'indovinato singolo Tutto L'Amore Che Ho, passando per Amami e Io Danzo (ma siamo tornati ai tempi di FOR PRESIDENT?!?), fino a scendere giù giù verso Rosso D'Emozione, uno dei momenti migliori di questa vera e propria playlist e brano conclusivo del primo cd. Sì perché l'album esce in deluxe edition con due dischetti a cui bisogna far riferimento per aver una visione d'insieme più completa e realista del lavoro realizzato. Ma allora si è persa la dimensione suonata che tanto ha fatto la fortuna dei due predecessori? Assolutamente no. Il Più Grande Spettacolo Dopo Il Big Bang è una Mezzogiorno messa in bella copia; Le Tasche Piene Di Sassi è una particolarissima love song con l'orchestra; L'Elemento Umano, spogliata di arrangiamenti e orpelli vari del cd uno, è un delicato brano per chitarra e voce e così la ascoltiamo sul secondo. La Bella Vita, oltre alla sentita partecipazione di Amadou & Mariam, è una solare composizione che sarebbe potuta tranquillamente comparire sull'album del Collettivo Soleluna di qualche anno fa, mentre Quando Sarò Vecchio ha il sapore di spaghetti western, contemporaneo e digitale. E non siamo neanche a metà dell'opera: Ora è il capolavoro, da pazzi sarebbe non farla uscire come singolo nei prossimi mesi perché, ineluttabile come gli eventi tragici e i momenti felici della vita, avanza spedita, facendosi rapidamente canticchiare senza difficoltà alcuna. Colpisce proprio l'immediatezza dell'insieme: dopo un paio d'ascolti la sensazione è quella di essere al cospetto di brani solo apparentemente superficiali, ma che in realtà nascondono e trattengono una profondità di concetto propria di cantautori e songwriter mai messi in discussione dalla critica. È questa la fortuna dell'album: l'immediatezza sonora del dancefloor al servizio di testi personalissimi e immaginifici che ormai da anni fanno la fortuna di Lorenzo. Brillano in questo senso l'ottima La Notte Dei Desideri e la malinconica Un'Illusione, forse la canzone d'amore dell'opera. Elettrizzante, dirompente e matrixiana arriva poi La Porta È Aperta: su ritmi incalzanti, distorsioni acide e suoni sintetici vi trova spazio uno straordinario testo da last day on Earth. Beh, Dabadabadance e Go!!!!!!! sono solo divertissement, ma glieli concediamo. E allora, mentre Spingo Il Tempo Al Massimo, passiamo all'ascolto de I Pesci Grossi, ovvero la Mondo di Cesare Cremonini declinata secondo il Cherubini. All'appello mancano ancora la party song La Festa Infinita, i ritmi in levare di Sul Lungomare Del Mondo e un'altra manciata di brani Kebrilla-no. Attendiamo il tour. Inarrestabile. Irresistibile. Inafferrabile. Inappellabile.