venerdì 25 novembre 2011

24-11-2011
- DENTE live @ SpazioMusica -
Pavia (PV)

È la nebbia ad accoglierci col suo freddo abbraccio in quel di Pavia. Un primo passaggio in macchina nei pressi di SpazioMusica ci permette di verificare come alle 20:45 ancora non si veda anima viva nelle stradine adiacenti il locale, ma al tempo stesso è la constatazione di come i pochi parcheggi siano già indiscutibilmente occupati. Ripieghiamo poco lontano. Qualche avventore fuma solitario davanti all'ingresso. Dentro il locale qualche volto noto, qualche universitario e il palco saldamente allestito. Spoglio, ma pronto. Ci vuole un po' di tempo, ma man mano che i minuti passano altri appassionati e curiosi arrivano alla spicciolata, mentre un piccolo esercito di fotografi, alcuni alle prime armi, cerca di posizionarsi nei posti migliori, accalcandosi adeso al palco e mettendo leggermente in difficoltà lo stesso Luca Milani, intento a salire on stage per cominciare la serata. L'ex File, band che ha avuto nello scorso decennio la ventura di lavorare accanto a nomi grossi della musica come Andrea Mei, Marco Trentacoste e Paolo Mauri, sale infatti sul palco armato di chitarra e armonica a bocca per quello che sarà una prova di rock springsteeniano sulla scia del capolavoro NEBRASKA e del non meno riuscito THE GHOAST OF TOM JOAD, proponendo quindi un set asciutto, secco e diretto, e regalando piccoli momenti di rock intimo come Old August Sun, Sin Train e Snow In Milan. Non tutto è a fuoco, ma la stoffa c'è.

Poi lo scenario muta all'istante. La folla radunatasi si stringe di più, il chiacchericcio  e gli urlettini di tante signorine accorse per quel Giuseppe Peveri perbrevitàdettoDente che di lì a poco ruberà la scena aumentano; il libero fluire di aria respirabile diventa caldo umido. Uno sguardo dietro di noi e lo stupore di trovarsi circondati su tutti i lati è presto spazzato via da una leggera brezza quasi invernale allorquando Nicola Faimali, Andrea Cipelli e Gianluca Gambini entrano in sala dalla porta laterale posta alla nostra sinistra, giusto un istante prima che compaia lo stesso Dente. Scattano i flash di quante, ragazzine, si trovano il cantautore al proprio fianco. Ma non c'è molto tempo. L'inizio è scoppiettante e tirato: senza una sola parola di commento introduttivo
Piccolo Destino Ridicolo suscita all'istante l'approvazione di tutti, sorprendendo per esser stata legata magistralmente a quella Saldati, mezzo promozionale per IOINMEZZOAVOI che pur perdendo in profondità per la mancanza degli archi, può bastare tranquillamente a sé anche con questo arrangiamento per quartetto di pop rock cantautorale. Anche La Settimana Enigmatica, terzo estratto consecutivo della serata proveniente dal quarto album, è un altro centro con il Sig.Solo a lavorare di fino alle tastiere; poi, finalmente, arriva pure il momento dei primi frizzi e lazzi di un Dente in palla, tra un sorso al drink appoggiato in zona Cipelli e qualche divertente scaramuccia col pubblico. Boom!

L'attacco velocizzato di una ridanciana
Quel Mazzolino suscita un piccolo boato immediatamente dispersosi, prima con l'ascolto delle disavventure alcoolistico-stradali del suo protagonista, poi grazie alle atmosfere soffuse, quasi cheeck to cheek, dell'altrettanto nota Incubo. Il caldo si fa via via più intenso e la giacca indossata "per contratto" da Dente non lo aiuta certo a respirare meglio; rendendoci partecipe di queste problematiche e di altre riguardanti la sua attuale precaria forma fisica in una serata pavese comunque sempre più vibrante ed entusiasmante, tocca a Io Sì procedere sognante e brillantemente ritmata prima della A Me Piace Lei, notevole e sempre apprezzata anche senza il dispiegamento di fiati presenti su disco e nonostante il finale triste. Ma se a lui piacciono così, avanti, procediamo lungo questa strada! E, dopo una dimostrazione pratica di come anche l'asta del microfono prenda autonomamente vita, eccoci di corsa a Casa Tua, tra le composizioni più malinconiche dell'ultimo lavoro e forse proprio per questo eccezionalmente intensa, sospesa fra le nuvole, dove ci piace pensare di scrutare lo stesso Dente a spasso, con una spiga di grano in bocca, intento a fischiettarsela. Il finale accellerato di questo brano ci rivela una tendenza a brevi fraseggi rock che, più avanti coi minuti, si faranno evidenti in altri episodi. Per ora continuiamo ancora insieme il viaggio, Da Varese A Quel Paese e in attesa del Giudizio Universatile, altra occasione utile per ballare sfruttandone l'anima disco funk anni '70, contagiosa tanto dal vivo quanto in studio.

Altro boato per la storica
Baby Building; a ruota segue Scanto Di Sirene, oggi sapientemente legata alla coda della nuova Rette Parallele, nel suo finale battistiano omaggiante a suon di samba e ritmi brasileiri, il miglior album rock italiano di sempre, l'immenso e ineguagliabile ANIMA LATINA. Ancora "filosofeggianti" chiacchiere da bar dello sport con qualche divertente botta e risposta su e giù dal palco, tra cellulari spenti, fotografie col flash, Boccaccio, canzoni alla rovescia e la fantomatica Radio Pavia Network, quindi è il turno dell'inaspettato quanto straordinario ripescaggio, direttamente dall'esordio solista ANICE IN BOCCA, di Io Della Bellezza Non Me Ne Faccio Un Cazzo, il momento in assoluto più dirompente della serata. Grande sorpresa, che da un lato spezza l'atmosfera palpabilmente celebrativa per questo ottimo cantautore e dall'altro denuncia una necessità di omaggiare le sue radici più grunge. Ancora con questo pop alternativo nelle orecchie, e diciamocelo pure, un po' desiderosi di un bis parimenti elettrico, dopo l'ennesimo dialogo tra Peveri e il pubblico, accogliamo il nuovo arrangiamento di Stella, altro must dei live da parecchio tempo ormai, e la meno nota Sogno, finché si giunge all'esecuzione dell'ultima canzone in programma (piccola bugia a fin di bene perché "le bugie a fin di bene sono bugie a-fin-di-bene"; e "ci sono comunque sempre delle bugie a-fin-di-bene"; "... afìn-dì-bene, afìn-dì-beeene...") che va a chiudere la prima parte dello spettacolo.

È
Le Cose Che Contano, dilatata fra la psichedelia e il prog con l'accoppiata Cipelli-Faimali sugli scudi, la scelta operata dal quartetto reggiano. Solitamente la discesa dal palco è accompagnata da richieste di bis, fischi di richiamo, cori che incitano la band a tornare sul palco; in quest'occasione, mancando i camerini, Dente si improvvisa intrattenitore di sé stesso istruendo a modo suo, direttamente dal palco, le sempre più spiaggiate prime file che rispondono divertite. In un coacervo di gesti, sguardi e non sense, i quattro ripartono tra "prezzolate" grida di richiamo con la bellissima Buon Appetito, cantata a squarciagola da tutto SpazioMusica. E per stemperare un poco l'atmosfera pervasa dalle ficcanti frecciate del primo bis, ecco L'Amore Non È Un'Opinione e sorrisi a profusione. Altro scambio di battute: "Bene, eseguiamo per voi questo ultimo pezzo della serata..." e dalla sala "Nooo!!!" "Sì!" "Nooooo!!!" "Sì." "Nooooo! Fai Verde!!" "No, dai, ...non è che vivo per dare soldi a Fiumani..." Risate generali. "...devo mangiare anch'io; ...anche lui, ma anche io..." Geniale. Così, "a richiesta", vengono eseguite l'attesa Beato Me, brano che, in ultima analisi, ha garantito la maggiore visibilità al Nostro, e la clamorosa Vieni A Vivere per la quale è inutile aggiungere tante parole. Ascoltatela una volta e vi innamorerete. Poi saluti e baci. Un concerto e una festa. Quasi un happening, vista l'estrema cortesia e affabilità di Dente anche al termine del live, tra autografi, flash, foto, strette di mano, richieste di numeri di telefono e molto altro ancora. Il tour è cominciato da poco; di opportunità perché lui-sia-tra-di-noi ce ne sono parecchie. Il bis è scelta obbligata. Go, go, go:...with a smile

Andrea Barbaglia '11

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