lunedì 8 aprile 2019

1985 - Alosi

 1985
Alosi
- La Tempesta Dischi - 2019 

Per alcuni (lungimiranti?) ascoltatori Il Pan del Diavolo è stato da sempre un progetto riconducibile al solo Pietro Alessandro Alosi, allargato a duo fin dagli esordi per implementare la carica rock di un altrimenti sanguigno folk blues che in Italia aveva avuto punte di eccellenza fin dalla prima metà degli anni '70. In pausa dal sodale Gianluca Bartolo dopo una decina di anni di carriera vissuti fianco a fianco, è in questa anomala primavera italiana che Alosi abbandona la strada più consolidata e sicura, ma forse anche un poco logora e carente di stimoli, per addentrarsi in un percorso di extravaganza rock già ampiamente rintracciabile a partire dal demo d'esordio de Il Pan del Diavolo datato 2009, che solo ora puo' dare libero sfogo a pulsioni elettriche definite e sferzanti, accentuate da una trama new wave su un ordito punk. A colpire sono tanto la fluidità narrativa quanto quella sonora che crescono e soprattutto si compattano ascolto dopo ascolto, sia che ci si trovi di fronte a canzoni autobiografiche (la quasi sanremese La mia vita in tre accordi, la conclusiva Solo e vivo) sia che si venga travolti da vortici sonori elementari, ma sempre d'effetto (666, Comete). Non si può fare musica come se fosse un mestiere normale né serve qui cercare una linea direttrice a questo lavoro; basta assaporarne l'atmosfera, il sentimento sincero che valorizza un'esperienza ora messa nero su bianco con singolare trasparenza e che reclama il dovere di farsi ascoltare. Non è solo una voce, ma una intera realtà che porta i segni dell'età contemporanea anche se vagamente fuori moda. Ci vogliono occhio e orecchio; Alosi ce li ha e sa cosa vuol fare. È il suo ritorno al futuro, scritto e ritmato da un linguaggio fresco ed empatico. Rem tene, verba sequentur.

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