Una copertina di questo tipo non tradisce le attese: se c'è un quadro di Walter Mac Mazzieri il pensiero non può che correre veloce al pianeta Le Orme, senz'ombra di dubbio. Sotto la supervisione di Gianpiero Reverberi una manciata di brani dello storico combo prog viene reincarnata al pianoforte dal solo tastierista, colui il quale attraverso gli stessi ne plasmò a suo tempo il suono. Che sorpresa?!?
giovedì 30 settembre 2010
APRES MIDI - SOLO PIANO
Una copertina di questo tipo non tradisce le attese: se c'è un quadro di Walter Mac Mazzieri il pensiero non può che correre veloce al pianeta Le Orme, senz'ombra di dubbio. Sotto la supervisione di Gianpiero Reverberi una manciata di brani dello storico combo prog viene reincarnata al pianoforte dal solo tastierista, colui il quale attraverso gli stessi ne plasmò a suo tempo il suono. Che sorpresa?!?
mercoledì 29 settembre 2010
"Ognuno di noi è un centro di ruota e il mondo gira lento intorno a noi". A un solo anno dall'imponente operazione discografica di ALL IN, ben 3 cd composti da duetti, cover e una colonna sonora per film, gli introduttivi 45" de La Ruota sono solo il preambolo di un riuscito concept album sulle dinamiche del tempo che vede in apertura una quaterna di brani decisamente ben riusciti: il primo è la conosciutissima La Notte Delle Fate che nonostante l'incomprensibile eliminazione al Festival di Sanremo possiede tutte le caratteristiche per diventare un nuovo classico nel repertorio live del cantautore milanese. Vivi, scelta come secondo singolo a furor di fanclub, procede nell'indagine conoscitiva del tempo che scorre mentre l'accoppiata Ruggeri-Mirò è artefice della splendida L'Attore, un crescente rock acceso dalle trame tastieristiche di Giovanni Boscariol e già scelto come opener per le date teatrali della passata primavera. Cosa resta dopo la morte di un soldato? Soltanto Il Mio Onore, canzone estremamente impegnata con un nuovo importante stacco di Boscariol. Con La Ragazza Del Treno si torna a climi più sereni e spensierati mentre accompagniamo la protagonista del viaggio dal suo amato compagno. Altro trittico di valore dopo l'energica, ma poco dinamica Io Conosco Il Rock'N'Roll: Padre E Figli, sentita meditazione sul mutare dei ruoli impreziosita dagli archi dell'EdoDea Ensamble, La Mia Religione, con l'ottimo Schiavone in evidenza, e L'Ordine Naturale, scarica di adrenalina e ritmo dalla prima all'ultima nota mentre Ruggeri ci canta di quanto l'incognita della vita vada di pari passo con il destino e le sue imperscrutabili leggi. Tutto su ottimi livelli, ma lo zenit dell'album è individuabile nell'ultimo brano, quella Vorrei che con solo pianoforte e archi affronta con infinita classe e misura una tematica difficile, ma inevitabile come è l'esperienza della morte. Poi "un taglio di luce annuncia un'altra estate"..
in loving memory of my piccolo amico Birbo.
Grazie di tutto.
Hai svolto il tuo difficile compito nel miglior modo possibile.
We miss you so much.
martedì 21 settembre 2010
- ROADRUNNER - 2009
Dopo le già più che convincenti prove di THE SYSTEM HAS FAILED e UNITED ABOMINATIONS, Mr. Dave Mustaine torna alla carica coi suoi Megadeth. Nuovo cambio di line-up: fuori Glen Drover e dentro il già noto axeman Chris Broderick, autentico portento della chitarra. E proprio la sfida incrociata tra il MegaDave e il nuovo acquisto apre le vorticose danze del cd: Dialectic Chaos è un entusiasmante duello di oltre due minuti fatto a suon di scale e controscale tanto per mettere in chiaro di che pasta sono fatti i Megadeth a 26 anni dalla loro fondazione. La cavalcata strumentale non si esaurisce, ma anzi confluisce direttamente nell'altrettanto speed This Day We Fight!, altro clamoroso brano feroce e debordante. La delicata tematica della sparatoria di North Hollywood affrontata in 44 Minutes consente un rallentamento, ma già con la bruciante 1,320' si torna a correre su pericolosi binari che s'incendiano ulteriormente sul finale grazie a un nuovo duello tra i due chitarristi. Dopo un break centrale in cui compaiono la youthanasica Bite The Hand e il rimarcabile basso del sempre precisissimo James LoMenzo su Bodies, ecco la politicizzata title track Endgame e l'epicità quieta, ma lugubre di The Hardest Part Of Letting Go...Sealed with a Kiss. Poi è ancora una corsa contro il tempo, fulminante e a tutta velocità. L'attacco di Headcrusher , primo singolo prescelto, è infatti da paura: violentissima la batteria di Shawn Drover mentre cascate di notte cadono a pioggia dalle dita di Mustaine e Broderick per quello che risulta il brano più brutale e devastante del cd. E il finale? Ispirate al credo guerriero dello scrittore Sun Tzu, cui viene attribuito L'Arte Della Guerra, How The Story Ends e il secondo singolo The Right To Go Insane non fanno prigionieri: in particolar modo quest'ultima regala l'ennesimo duello chitarristico nel suo minuto finale cosicché il cd possa terminare come aveva iniziato. Fine dei giochi.
lunedì 20 settembre 2010
Non pensiate che Dente possa prendere sotto gamba un impegno live. L'occasione di rivederlo dopo qualche tempo avviene al Music On Air di Cernobbio, kermesse di tre giorni organizzata da Davide Van De Sfroos in cui momenti di incontro con musicisti, artisti e esperti del settore si alternano a concerti e esibizioni live nella splendida cornice di Villa Erba, già residenza a suo tempo di Luchino Visconti.
Queste sono Le Cose Che Contano.
"Bene, la prossima è una canzone eseguita direttamente da qui e che parla del salone dell'auto di Cernobbio": il pubblico capisce e gradisce il leit motiv della serata e Dente pesca A Me Piace Lei che ovviamente parla di tutto all'infuori di vetture e spider! Un drink e Sole, accellerata rispetto all'originale in studio e con Nicola Faimali a farla da padrone col suo basso, è caratterizzata da una pausa nel mezzo della sua esecuzione quasi a lasciar in sospeso "quel disco che piace anche a me". Seppur poco dopo ci troviamo catapultati ad apprezzare "la comodità del dormire in macchina" con Canzone Di Non Amore, un'altra breve pausa in mezzo al brano è compensata dalla ripetizione quasi a loop di "ti prego torna, ti prego torna, ti prego torna, ti prego torna, ti prego torna.." prima che il pubblico femminile sovrasti la voce di Dente con la liberatoria strofa successiva "..da dove sei venuta!!". L'amaro e rabbioso sarcasmo nei confronti dell'ipotetica ex di Buon Appetito, brano che incassa gli applausi più convinti della serata, è il preludio alla celeberrima Vieni A Vivere che, introdotta dalle note del Sig.Solo al piano, ci indica come la serata per Dente stia volgendo al termine.
Ancora non lo sappiamo, ma c'è tempo per altri due brani. Immancabile è Beato Me, direttamente dalla compilation IL PAESE È REALE, su cui qualcuno accenna qualche passo di danza mentre Gianluca Gambini si prodiga in rullate e ne irrobustisce il finale di comune accordo coi compagni di palco.
"Buona notte, buon proseguimento , non ce la faccio più" ..ah,ah!! Che personaggio: grande Dente!?! La Cena D'Addio conclude la serata col buon Giuseppepeveriperbrevitàdettodente che incita più volte il pubblico a ballare.
venerdì 17 settembre 2010
giovedì 16 settembre 2010

La compilazione del post precedente mi ha spinto a rispolverare una passata intervista ai Deasonika effettuata l'anno scorso durante le prove del loro concerto tenuto presso Le Piccole Iene. Da poco uscito TREDICIPOSE la band si apprestava a concludere il tour promozionale con la nuova formazione.
Mi ero accordato per un’intervista col buon Francesco Tumminelli e mi ritrovavo sui divanetti con la band quasi al gran completo! Il solo Stefano infatti si trovava sul palco a lavorare sodo mentre gli altri si “sottraevano” temporaneamente ai loro doveri col soundcheck, per di più accompagnati da Gianluca Morelli degli Emoglobe.
Perché???
Leggetelo qui di seguito.
TREDICIPOSE è il primo album dopo quasi tre anni di silenzio
Max: È stata molto attesa da parte della band perché avevamo voglia di tornare a sonorità che avevamo temporaneamente abbandonato per il disco elettroacustico e siamo tornati a sonorità che ci contraddistinguono di più; anche il mondo acustico, a dir il vero, appartiene ai Deasonika, però preferiamo queste sonorità più rock.
Il cd è uscito da due mesi; come è stato accolto da fans e critica?
Max: I fans sono stati molto contenti, il feedback è positivo e i live di presentazione sono stati sopra le nostre stesse aspettative. Continuiamo perciò sulle ali di questo entusiasmo.
Nel frattempo l’organico della band è leggermente cambiato. Marco Trentacoste difatti pur accompagnandovi nel lavoro in studio non farà più parte dei live act: ha avuto nuove “Vibrazioni”?
(risate) Max: Marco in questo album si è occupato prevalentemente del missaggio. Le chitarre sono per la maggior parte suonate da Francesco e in parte da me; siamo tornati un pò alla vecchia concezione della band. Siamo rimasti in quattro, ma si è unito Gionata Bettini alle programmazioni e ai noises, prima nei live e adesso ufficialmente come membro della band.
Perché proprio Gionata?
Max: Innanzitutto perché è una gran persona; lo conoscevamo perché avevamo già collaborato per il disco di Nina e aveva registrato delle acustiche in DEASONIKA. Lui suona anche con gli Emoglobe che ci sono vicini non solo per quanto riguarda alcune sonorità, ma anche a livello umano: la scelta è stata perciò pilotata dagli eventi!
Come ti trovi e come vivi questa ennesima esperienza musicale che ti vede protagonista coi Deasonika?
Gionata: Beh, il progetto Emoglobe rimane e rimarrà sempre parte mia nel senso che l’entrata nei Deasonika non ha niente a che fare con loro.
La chiamata di Max & C. è stata invece una sorpresa ed un onore perché io solo due anni fa li vedevo da spettatore all’Alcatraz mentre quando abbiamo presentato l’album il 15 novembre scorso è stata un’emozione fortissima poter esser lì a condividere il palco con loro.
In merito all’entrata di Gionata nei Deasonika interviene a questo punto della conversazione Gianluca Morelli che degli Emoglobe è voce e bassista.
Gianluca: Gionata è un musicista che lavora con molti ed è bravo davvero con tutti. Siamo tutti contenti per lui. In questo momento noi come Emoglobe stiamo lavorando alla preproduzione del nostro secondo album.
Per adesso siamo ancora in giro a suonare continuando a promuovere il nostro esordio del 2008; abbiamo una data il 7 febbraio a Como e dovevamo suonare a marzo al Cox 18 di Milano che in questi giorni è però in fase di sgombero. Speriamo riescano a risolvere tutti i problemi perché è un altro bel posto dove suonare.
Vista la comunanza di sonorità e l’amicizia che vi lega c’è comunque un po’ di sana invidia nei confronti di Max e soci per dove sono già arrivati?
Gianluca: Beh, parlerei di “invidia” in senso buono; fra amici c’è sempre tanta affinità a livello umano e, come dicevi tu, a livello artistico. Diciamo che ci consideriamo i loro corrispettivi italiani in lingua inglese, i loro fratelli minori anche se l’età è più o meno la stessa. Stasera suono due pezzi al piano e Thank You, il pezzo che su TREDICIPOSE canto insieme a Max.
Quindi si tratta di una collaborazione estemporanea dal vivo; non t’è venuta voglia di poter suonare con loro in maniera più stabile?
Gianluca: Se dovessero chiamarmi, per loro, ci sarò sempre, primo perché io mi diverto e secondo perché loro sono proprio in gamba. In queste condizioni suonare insieme diventa sempre un grosso piacere.
Ed un piacere è anche andare ai live dei Deasonika per la presentazione di Tredicipose. Avete infatti scelto un metodo promozionale particolare per quest’ultimo capitolo discografico: regalate una copia del cd a chi verrà vedere il concerto.
Max: Sì. Alla prima data abbiam deciso di regalarne 500, alla seconda anche; alla terza 100, non perché Le Piccole Iene siano meno importanti di Milano, tutt’altro, ma perché erano finite le copie preventivate per la promozione!!
Noi abbiamo deciso di proseguire in questo modo per tutte le altre date perché pensiamo che la divulgazione della musica oggi in Italia non sia democratica non solo nei live, ma soprattutto nei negozi perché se entro in uno di questi trovo, per fare un esempio, una copia del cd dei Marta Sui Tubi e una cinquantina di quello di Tiziano Ferro o di Laura Pausini.
Senza voler fare la guerra a nessuno, come si può tuttavia cercare di diminuire questo gap di esposizione? Ebbene, noi decidiamo di portare la nostra musica a tutte le persone che ci vengono a vedere e che quindi avranno in omaggio il nostro disco. Con questo non diventiamo né ricchi né poveri; abbiamo soltanto più gente che ascolta una band di un mondo che purtroppo non è unito, cosa che ci dispiace molto. Se il mondo indipendente italiano fosse unito e coeso verso una determinata direzione non ci sarebbero i problemi che ci sono.
Un tentativo di unire e dar spazio al mondo indipendente italiano era stato fatto qualche anno fa con il Tora!Tora!; proprio in una di quelle occasioni, era il 2004, ebbi modo di ascoltarvi per la prima volta con un gruppo di amici che come me restarono favorevolmente impressionati dalla vostra performance.
Max: Sicuramente il Tora!Tora! era un progetto live molto interessante purtroppo esauritosi. C’eravamo trovati “di corsa” perché in cinque minuti dovevi arrivare, avevi il cambio palco, dovevi suonare, non è che te la godi poi molto visto che si tratta di una singola data… Se però ci fosse un maggior numero di festival di questo tipo e una maggiore esposizione la gente conoscerebbe di più il mondo indipendente mentre di questi eventi ce ne sono veramente pochi e molto saltuari.
Ogni tanto parliamo con dei nostri amici, con Cristina e Maus dei Lacuna Coil e ci raccontano di realtà che sono troppo esageratamente diverse. Va bene un gap, perché l’Italia e l’Europa sono una cosa e gli Stati Uniti un’altra, però non così enorme! Il dislivello è eccessivo. Quindi c’è qualcosa che non va; non credo che di là siano marziani. Forse siamo noi un pò più indietro. E quindi stiamo cercando di lottare con tutti i mezzi che abbiamo.
Se il fatto di regalare i dischi può interessare a qualcuno noi diciamo sempre “se c’è qualche band che vuole fare la stessa cosa, ci contatti!” Creiamo un nucleo da cui partire! Non so: al concerto dei Deasonika puoi trovare il disco nostro e quello degli Emoglobe, perché gli Emoglobe partecipano a questa iniziativa. Se anziché due band ce ne fossero venti, i giornali comincerebbero a parlarne. Per adesso siamo da soli e non siamo così esageratamente conosciuti per smuovere i grandi poteri.
Un altro evento che ha visto uniti diversi musicisti è il progetto Rezophonic voluto da Mario Riso, prodotto da Marco, a cui tu hai partecipato cantando in tre brani.
Max: Dunque, L’Uomo Di Plastica e Spasimo sono stati scritti appositamente per questa occasione e non durante la lavorazione del cd dei Deasonika uscito in questi mesi. Non Ho Più Niente Da Dire invece era addirittura un brano scritto a suo tempo con i Malfunk che non era stato inserito nel loro ultimo album e perciò s’è pensato di utilizzarlo in Rezophonic.
Lì conoscevamo già determinate persone e abbiamo avuto la possibilità di lavorare insieme ad altre non trovando sostanziali differenze: siamo tutti musicisti, ognuno con la propria storia, la propria realtà musicale e questo ci fa pensare maggiormente a quanto poco basterebbe per migliorare la situazione di cui parlavamo prima.
Nell’ultimo periodo avete anche dovuto trovare un sostituto temporaneo per Stefano alla batteria..
Max: Per problemi logistici abbiamo avuto Eugenio Ventimiglia che ci ha dato una mano in sostituzione di Stefano; capiterà magari ancora o chissà? Magari usciremo con due batterie, due bassi!! (risate)
E perché no?!? I Cop Shoot Cop anni fa uscivano con due bassi! A proposito, com’è stata la lavorazione dell’ultimo lavoro dal punto di vista del bassista?
Walter: Molto entusiasmante anche perché il basso è stato spinto molto avanti; non che negli album passati non lo fosse, ma qui essendo appunto leggermente cambiata la line-up s’è fatto anche questo in funzione dei live. Visto che le sonorità sono leggermente variate il basso “sprinta” un po’ di più sopperendo all’assenza della chitarra di Marco.
Prima abbiamo parlato di festival alternativi. Siamo a metà gennaio e ci stiamo avvicinando a quello che tradizionalmente è il periodo di un altro tipo di festival, quello di Sanremo. Voi ci siete stati nel 2006; quest’anno ci vanno gli Afterhours che con voi hanno condiviso l’esperienza del Tora!Tora!..Che ricordo avete e quale opinione vi siete fatti di questa manifestazione?
Walter: È stata un’esperienza molto bella innanzitutto perché si tratta di poter suonare con un’orchestra vera e propria con arrangiamenti ad hoc.
Poterci andare poi con un pezzo come Non Dimentico Più, in puro stile Deasonika, ha permesso di amplificarne la visibilità. Ci fosse stata una seconda serata sarebbe stato ancora meglio.
Sugli Afterhours dico “sentiamo il pezzo”: potrebbero anche essere arrivati i tempi maturi per aprire a questo genere. Forse un’apertura in questo senso potrebbe servire a rivitalizzare Sanremo stesso.
Max: Secondo me la musica si divide in due: musica fatta bene e musica fatta male. La musica deve emozionare, punto e basta. Sanremo non cambierà da qui a marzo perché è un festival televisivo prima che musicale e si daranno sempre priorità ad aspetti che con la musica non vanno d’accordo, relegandola in secondo piano. E arrivare in secondo piano da un mondo in cui la musica dev’essere predominante come quella del rock indipendente di cui parlavamo prima, beh…
Più che altro un aspetto mediatico può far parlare dell’ingresso di nuove sonorità.
Ci sarebbe la possibilità di realizzare altri tipi di festival, anche televisivi: perché non realizzare un altro tipo di iniziativa con un’altra realtà musicale? Un altro programma, affiancandoli.
Il mondo musicale è vario, ho la possibilità di vedere un altro tipo di festival con personaggi che non potrei mai vedere a Sanremo: perché all’estero questo succede e in Italia no? Probabilmente perché non siamo ancora abituati a fare due passi invece di uno.
Secondo noi l’unica salvezza per un certo tipo di musica è il live. Ecco perché invitiamo le persone a venire ai live, ecco perché abbiamo deciso di regalare il cd acquistando il biglietto, ecc… Perché lo ascolti e lo porti a casa. Se non ti piace quello che vedi lo regali; se ti piace ti avvicini. Se al nostro concerto ho la possibilità di regalare anche un altro cd, non so quello degli Emoglobe perché fan parte di questa iniziativa, tu ti ascolti anche gli Emoglobe e magari diventa la band della tua vita. La non democraticità di questa operazione è pericolosa: io non devo conoscere tutte le band che fanno musica, ma devo sapere di aver la possibilità di mettermi in gioco.
E voi l’avete fatto su più fronti. TREDICIPOSE difatti è un titolo decisamente cinematografico e non a caso; oltre all’edizione normale in cd ce n’è un’altra contenente il dvd di uno short film intitolato dovunqueadesso. Quando avete deciso di curarne la colonna sonora?
Francesco: Il contatto ce l’ha passato la nostra fotografa, nonché curatrice dell’artwork del disco, Alice Pedroletti che aveva un amico di nome Mauro intento a produrre un cortometraggio per la regia di Simone Covini. Loro stavano cercando una band che sottolineasse alcune scene da un punto di vista musicale. Alice ha fatto il nostro nome e così siamo stati interpellati.
Dopo aver assistito alle riprese, spinti dalla bontà dell’opera, abbiamo deciso di musicarla, in parte attraverso brani già presenti sul disco e in parte con nove brani originali scritti appositamente per il girato.

Francesco: Vorremmo fare qualcosa sulla falsariga di ciò che è successo per Gregorian. Quando l’estate scorsa siamo stati al Borgo della Musica di Providenti, località splendida vicino a Campobasso, per provare il tour nuovo, Alice ha realizzato il video per questa canzone e da lì è nata l’idea molto interessante di far una cosa analoga con tutti i restanti brani del disco coinvolgendo registi amici oppure quanti vogliono misurarsi con una prova di regia mettendo in corrispondenza la storia musicale del brano con delle immagini.
Non resta che chiedervi come affronterete il tour nei prossimi mesi.
Max: La formazione sarà quella attuale con me alla chitarra e voce, Francesco alla chitarra, Walter al basso, Stefano alla batteria e Gionata ai synth. Quella a Le Piccole Iene è una delle ultime tappe del primo blocco promozionale. Faremo un po’ di pausa per poi a marzo riprendere con un tour che verrà pubblicizzato sul sito e sulle varie testate.
Avremo modo di vederci ancora!
Max: Bene: speriamo di divertirci tutti!
mercoledì 15 settembre 2010
Ritmi caldi dunque, che si diffondono lungo tutti i 46' di durata: Due Cuori, con la partecipazione di Bruno Sergent Garcia, Una Lunga Estate Calda, Gwami Moloko sono ottimi esempi in tal senso. Ma non si pensi che l'impegno sociale sia messo in secondo piano: la stessa Gwami Moloko, nonostante i ritmi tropicali, è una critica a una certa pratica di viaggi organizzati, così come del resto la prostituzione minorile e lo sfruttamento sessuale vengono affrontati nell'ottima Venus Nabalera. L'inquinamento del pianeta è poi la tematica di Basura; il tutto espresso attraverso più linguaggi, dall'inglese al francese passando per l'africano e lo spagnolo, mezzi giusti per veicolare il proprio disagio.
martedì 31 agosto 2010
Ma quant'è rossa la Melissa!?!? A fine agosto trovarsi al cospetto dell'ex Hole e Smashing Pumpkins nella calura milanese è un toccasana anche perché il live che la ragazza canadese propone al buon numero di partecipanti è all'altezza delle aspettative. Nessun supporting act, ma ben 28' di film, l'omonimo Out Of Our Mind diretto da Tony Stone in cui una donna a bordo della sua auto (la stessa Melissa) si trova catapultata in un mondo (meta)fisico e surreale in cui il colore dominante è il rosso, il rosso sangue, quello che sgorga dalle piante abbattute, quello versato dai vichinghi, quello che ci mantiene tuttavia vivi.
Attrice, autrice e produttrice del suo progetto multimediale che oltre a cortometraggio e cd comprende pure un fumetto e un sito internet, la rossa canadese compare sul palco eseguendo dopo un'energetica intro un'altrettanto potente Lightning Is My Girl, tratta dal primo cd solista come la successiva e famosa Real A Lie. Accolta da grida di consenso e meritati applausi la nuova Isis Speaks è il primo banco di prova per valutare la tenuta live dell'ultimo album: la cavalcata con cui ci conduce lungo inesplorati territori della mente magici e oscuri ("the woman in my bed the feline in my head") si sviluppa e si conclude nella strumentale Lead Horse mentre dopo la divertita Taste You introdotta dal primo di numerosi dialoghi improvvisati col pubblico italiano, le prime file si agitano scomposte fin dalle prime note di Out Of Our Minds: brano destinato a restar nel repertorio di Melissa negli anni a venire, la title track è l'ennesimo viaggio dentro il cuore e dentro la mente della sua autrice e del suo seguito.
Il tiro è garantito dalla compattezza dei musicisti che la accompagnano, presumibilmente la metà dei Vaux, un gruppo alternative indie di Denver nel Colorado, che cede sì il passo alla frontwoman per quanto riguarda la presenza scenica, ma che non sbaglia un colpo e risulterà essere elemento determinante per la buona riuscita dello spettacolo. Qua e là l'impianto sonoro ha qualche cedimento, la voce in particolar modo risulta coperta dagli strumenti, ma è un problema annoso che non sarebbe giusto imputare a Melissa e compagni; i fan della prima paiono poi far spallucce di fronte a questi problemi di ordine tecnico rapiti dalla bellezza e bravura della rossa canadese e anzi, hanno di che esaltarsi con la doppietta tratta da AUF DER MAUR: I Need I Want I Will e Overpower Thee, entrambe composte a suo tempo con Josh Homme dei Queens Of The Stone Age, concedono un attimo di tregua, la seconda è eseguita con un piano, ma subito dopo Meet Me On The Dark Side torna a spingere sull'accelleratore sebbena questa volta Melissa abbia ceduto il basso a uno dei due chitarristi.
Il tempo scorre velocemente: ancora una manciata di brani tratti da OUT OF OUR MINDS come 1,000 Years e 22 Below, e arriva Followed The Waves che vede la bassista abbandonarsi totalmente al suo strumento mentre il pubblico segue entusiasta e avido di ancora altra musica.
E allora si va avanti, navigando a vista, con l'esecuzione di una b-side suonata col basso distorto a palla come Good News poi..uno sparo, no due!?..Bang Bang!! Uno dei brani simbolo di Sonny & Cher, riproposto nei Sixties anche in Italia da I Corvi, viene eseguito quasi fosse un tex mex lisergico e spettrale con Melissa ottima interprete del testo, non solo vocalmente, ma pure visivamente. Sensualissima, paga poi tributo al compianto Peter Steele dei Type O Negative accennando le prime strofe di Black No.1 seguita a ruota da una cover di Paranoid estremamente dilatata e rallentata quasi fosse più un pezzo del repertorio dello scomparso bassista che non quello celeberrimo dei Black Sabbath.
Insomma dopo più di un'ora e mezza di estasi sonora il pubblico ha ancora la possibilità di scambiare qualche commento sulla serata e su molto altro direttamente con Melissa che dopo una breve pausa in camerino corre al banchetto del merchandising autografando di cd, locandine, biglietti e facendosi scattare foto con e da chiunque l'avesse richiesto.
Disponibilissima e affabile, è lei a "chiudere" il locale dopo aver salutato noi, ultimi "reporter e fotografi d'assalto". In attesa del suo prossimo rientro nel Bel Paese continuiamo imperterriti a salpare i mari e a cavalcare le onde dopo aver visto la nostra guida indicarci la via.
nb: per ulteriori fotografie potete andare all'indirizzo dell'amico Kasco: http://www.myspace.com/lordkasco/photos/albums/album/2241905
in concerto
Ci son concerti che devono essere vissuti, punto e basta. Basterebbe questa affermazione per iniziare e concludere il post seguente. Ma è anche giusto riportare "qualche" dettaglio in più in merito ad una grande performance.
Innanzitutto, in un caldo pomeriggio tos'ano tornare là davanti, alla transenna, dopo anni di vagabondaggio nella pancia del parterre è una piccola soddisfazione che riporta indietro agli albori, quando arrivare in prima fila era quasi routine solo perché era difficile che se ne formasse una seconda.
In più di dieci anni ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, forse ben più di quanto ad un certo punto ci si potesse aspettare dalla band milanese, e forse solo il rientro (prossimamente stabile?) di Xabier valeva la pena per arrivare sul luogo del delitto fin già dalle prove.
Il tuffo nella macchina del tempo ci riporta quindi a Simbiosi, vero e proprio tour de force sonoro della band con Xabier gran cerimoniere, e ancora più indietro alla archeologica How We Divide Our Souls col potente basso Danelectro a ispessire le pareti di suono. Applausi, applausi, applausi e arriva il turno di Male Di Miele: cos'altro si può dire? Attesa? Cantata? Imprescindibile? Già, anche questo, ma anche molto e molto di più.
Abbastanza incolore Neppure Carne Da Cannone Per Dio si fa apprezzare perché anticipa Il Paese E' Reale e l'ottima Ritorno A Casa.
Il primo bis è affidata a The Letter dei Box Tops in memoria del compianto Alex Chilton, scomparso giusto quattro mesi fa. Ma è la doppietta tratta da NON È PER SEMPRE che è da applausi: L'Estate e Non Si Esce Vivi Dagli Anni '80, col ritorno di Gabrielli, sono solamente il potentissimo preludio a Televisione.
Andrea Barbaglia '10
nb: per ulteriori fotografie potete andare all'indirizzo dell'amico Antonio:
mercoledì 25 agosto 2010
venerdì 13 agosto 2010
- NOBRAINO live @ Area feste -
Filago (BG)
Quest'oggi formazione a cinque col Kruger che, raggiunto il microfono tra un misto di scetticismo e curiosità della gente, attacca baritonale come sempre la nuova Grand Hotel. Dal repertorio del primo album viene quindi ripescata Il Giro Del Mondo Senza Di Te e qui partono le prime avvisaglie di ciò a cui anche l'ignaro pubblico bergamasco andrà incontro: mazza da cantiere alla mano Kruger "tiene il tempo" picchiando forte sul palco nella sua mise da garçon/monello francese mentre il marinaretto Nestor inizia a ricamare con la chitarra: una discreta parte di quanti si erano presentati alla festa della birra inizia ad avvicinarsi al palco incuriosita. Western Bossa è solo il preludio alla scatenata La Signora Guardalmar con la tromba di David Barbatosta bella carica.
L'attacco è inconfondibile: Piena Gioventù è quasi liberatoria, e anche chi per la prima volta sta avendo a che fare con i Nobraino o tiene il tempo con la testa o, divertito, fantastica sulla non più giovane coppia protagonista della canzone. La Giacca Di Ernesto grazie anche ai passaggi televisivi da Serena Dandini è immediatamente riconosciuta e canticchiata dai ragazzi presenti..qualcuno accenna anche qualche passo di danza!?! Un'occhiata all'orologio, una parola d'intesa con Nestor e il nostro cantante preferito scruta la folla e meditabondo pare interrogarsi "Mmm..cosa posso fare?". La band attacca Ballerina Straordinaria, Kruger sceso dal palco inizia il suo personale show, prima tentando di forzare le transenne a spallate quindi, sempre continuando a cantare, eccolo scavalcarle agilmente e in un attimo ritrovarsi al di qua delle stesse tra gli astanti sempre più colpiti dalla verve del frontman.
Gradito il recupero di Strano E Inaffidabile anche per poter tirare un istante il fiato.
L'indiavolata tromba del Barbatosta la fa da padrona su L'Onesta Monarchia Di Luigi Filippo Jore con la sezione ritmica di Vix e Bartok davvero "grassa". L'indolente arpeggio di Nestor ci fa sapere che Kruger la pensa in maniera netta, "Ho già scoperto che è impossibile per me baciare un uomo ed innamorarmi di una vedova": Narcisisti Misti continua a ben impressionare anche in fase live. Altro giro altro regalo: dal borsone degli attrezzi viene recuperata una campanella che annuncia le imminenti nozze di Cecilia, uno dei tanti volti femminili che popolano le canzoni del quintetto.
Il pubblico è sempre più rapito dalla performance cui sta assistendo: riarrangiata e opportunamente rivisitata e corretta a-là Nobraino L'Italiano di Toto Cutugno sorprende per l'acume testuale e l'assolo finale di chitarra. E giù, ancora in mezzo al pubblico!!! Bifolco vede infatti Kruger infischiarsene nuovamente delle transenne e andar a cozzare tra la folla divertita per questa nuova "invasione della privacy". Rullo di tamburi, stentorea declamazione finale, fiato alle trombe: Le Tre Sorelle è l'ultimo brano della serata, accolto da sempre più interesse e con un pizzico di amaro in bocca solamente per il fatto che non ci saranno bis. Applausi a scena aperta.
Il tempo sarà pure tiranno, ma fortunatamente è anche galantuomo: non ci resta che decidere se esserne schiavi o seguirne i consigli.
Andrea Barbaglia '10
- CRISTINA DONÀ live @ Parco Arena Sonica -
L'Arena Sonica questa sera è infatti piena e trovare posto sulle gradinate è inizialmente difficoltoso, ma quando Cristina compare in scena e attacca Settembre siamo in buona posizione seppur defilati sulla sinistra. Non tutti sembrano conoscere il brano che apriva LA QUINTA STAGIONE e l'atmosfera raccolta che si respira questa sera, unita ad un rispettoso silenzio, lascia l'impressione di trovarsi in un teatro all'aperto.
Con Migrazioni si vola leggeri "su campi sconfinati puntando a sud" in attesa che venga eseguito qualche brano più datato e compaia così L'Ultima Giornata Di Sole anche nel Bresciano.
La band, coordinata dalla sezione ritmica Monterisi/Brignola, accelera sull'immancabile Stelle Buone che ancora a distanza di tredici anni conserva tutte le sue sfumature afterhoursiane e a cui fa seguito la sempre eccezionale Universo: LA canzone pop nel senso più nobile del termine, non c'è alcun dubbio.
Un simpatico siparietto con una bimba del pubblico introduce Salti Nell'Aria (Milly's Song), dedicata al futuro del mondo e a quanti usano l'immaginazione per prendersi una pausa dai ritmi frenetici della vita. Non Sempre Rispondo è concettualmente sulla stessa falsariga e anche la successiva Volevo Essere Altrove pare completare un trittico dedicato all'arte del sapere vivere bene.
Queste Terapie incantano gradinate e parterre così come la più famosa Nel Mio Giardino, sul finale della quale la Donà si accompagna con la propria bocca e improvvisa la tromba che su cd è parte integrante del brano, e l'attesissima Goccia.
E mentre "piccole navi col motore spento aspettano un segno dal faro" ecco che quasi per un imperscrutabile disegno divino il cielo viene attraversato da una stella cadente, emozionando ulteriormente quanti tra i presenti assistono rapiti allo spettacolo di Cristina. Invisibile non diventa così più il classico congedo di fine spettacolo come accadeva nei tour passati, ma anzi, un'energica ed energetica Triathlon la segue a ruota.
Dal primo album viene ripescata Ho Sempre Me che in realtà si trasforma quasi subito in una lunga e straordinaria jam session comprendente un variegato medley composto da Una Giornata Uggiosa di Lucio Battisti, un accenno di Love Is Blindess degli U2, You Really Got Me dei Kinks e Knock On Wood di Eddie Floyd, per l'occasione velocizzata seguendo le dinamiche più dance che il brano ha insite in sè, prima di tornare sui propri passi e completare il brano che ha dato il là a questo graditissimo divertissement. Nell'augurare una buonanotte al pubblico si fa largo l'invito a sostenere quanti si prodigano a mantenere viva la cultura e l'arte.
A fine concerto c'è comunque ancora spazio per un paio di battute direttamente con la cantaurice lombarda e la conferma che il nuovo disco in origine previsto per quest'autunno sia stato posticipato dalla casa discografica al 2011 ci fa solo ben sperare. Chi ha detto Sanremo...alzi la mano!?
Forte della martellante heavy rotation televisiva del singolo Stai Contento ("e Michele ce n'ha una botta / e Michele non ne può più / s'è fumato la dinamite / e adesso proprio non ce la fa più...") ottenuta con l'ep CONTATTI in vendita nelle edicole poiché allegato ad una pubblicazione Mondadori, STANDARD catapulta il baldo Francesco-Cieri-da-Aosta e i suoi prodi compagni di viaggio nel mondo discografico che conta dopo l'interessante, ma ancora acerbo, debutto autoprodotto del 1999 avvenuto con il demo FLAN. Registrazione affidata all'iperattivo Roberto Vernetti e al leader dei Sigmatibet Paolo Gozzetti con alle chitarre e al basso il futuro Marilyn Manson Rob Holliday, l'opera prima dei Francesco-C per una major è un potente mix di elettronica e rock con spruzzate di glam e sfacciataggine punk, che vede i momenti migliori nella cattiva e maligna opener Amore A Corrente Alternata e nel punk elettronico di Ho Bisogno. Malata e tagliente sia musicalmente che a livello testuale, Anna cede lo spazio alla robotica, ma per niente fredda Se Non Avessi Fretta (Solange Balla Zombie), mancato riempipista da dancefloor post dark dalle tinte new wave. L'accoppiata Losaiononlosai e Standard non concede un attimo di tregua: ritmi sostenuti, parole sparate a mò di filast-rock-ca e attitudine no future a nastro. Tregua. Francesco-C allenta la morsa con cui fin qui ha investito l'ascoltatore catapultandolo in un mondo ovattato grazie alla nineinchelliana Dentro I Numeri. Ma il riposo, per quanto sempre disturbato da continue interferenze e turbamenti, dura ben poco: passando attraverso psicotiche Vibroalterazioni ("verde giallo rosso e blu e il cervello non c'è più") e una inconsueta Kanzone Kommerciale si riparte di nuovo ad libitum fino all'universo parallelo di Sulla Luna. Mancava, almeno in Italia, un Artista che esplorasse tutti questi territori sonori con capacità e padronanza dei propri mezzi; non deve sorprendere che a farlo sia un musicista proveniente da un ambiente così defilato, musicalmente parlando, come la Valle d'Aosta, quasi a significare di come l'omolagazione dei grandi centri di diffusione impedisca una più libera riscoperta e circolazione di idee. In casi come quello di Francesco-C, anche rifacendosi alla tradizione, esse vengono sviluppate e improntate al rischio, specchio manifesto del proprio sentire e delle proprie passioni. Un plauso dunque a lui e a quanti con lui hanno voluto scommettere sulle sue capacità di potersi inserire in un contesto musicale che ha ancora molto da dire. Tutto dunque, fuorché standard.
mercoledì 11 agosto 2010
05/08/2010
- NAIF live @ Parco La Salute -
Andorno Micca (BI)
È divertente, ma soprattutto significativo vedere in prima fila il naifunklub equipaggiato di tutto punto per la serata: dopo la trasferta a Pavone Canavese pare che i Nostri abbiano iniziato a prenderci gusto. E anche Christine se ne accorge e più volte durante il suo concerto ribadirà la bontà e la simpatia di quest'accozzaglia di pazzi che ormai da anni seguono anche oltre le loro possibilità la bravissima valdostana e la sua sempre mutevole band, per l'occasione in (power) trio.
Stasera l'attacco è affidato alla dolce Tu M'as Promis che, come ci viene spiegato, farà un pò da apripista a tutti gli altri pezzi del cd francese FAITES DU BRUIT, intervallati da quelli dell'italiano ...È TEMPO DI RACCOLTO!. E infatti, come volevasi dimostrare, Io Sono Il Mare è il secondo brano che anche oggi affascina il pubblico ancora particolarmente infreddolito e seduto sulle sedie disposte dall'organizzazione di fronte al palco. Come faccia un funklubber a non morire di freddo in prima fila con una maglietta a maniche corte è un mistero al contrario della vita di Martine, la prostituta protagonista della successiva Chéz Martine. E non è un mistero neppure la successiva No, sibillina risposta di un'amata di fronte alla richiesta del suo lui di sposarlo.
Irriconoscibile viene estratta dal cilindro la classicissima Comme Cï, Comme Ça, rivoluzionata in toto rispetto alla versione originale che siamo abituati ad ascoltare su NAIF, l'album del 2005: la linea di flauto che veniva tracciata lungo tutta la canzone non c'è più e la metrica è stata cambiata: sorpresa!
Ad agosto l'espressione "Mamma che caldo che fa" non sarebbe fuori stagione, solamente oggi è paradossale, ma l'affiatamento tra Naif al basso e Manouche alla chitarra è talmente palpabile proprio su Amour Coupable, così del resto come su Poche e su Paris City, dichiarazione d'amore verso la capitale francese e verso quei cugini d'Oltralpe che grande han fatto la propria nazione, che dalle retrovie giungono in prima file un manipolo di ragazzine per ballare con loro sotto al palco.
Faites Du Bruit giunge così a metà spettacolo, allegra, spensierata e giocosa: il clap-clap che accompagna il pezzo è replicato dai fan per poi scemare in un unico applauso. Momento dedica: con Just A Gigolò/Ain't Got Nobody vengono omaggiate le giovani ballerine di prima che festanti ricevono pure un applauso dal pubblico: braviSSime!!"Questa è la ballata di chi non ha orecchie e tantomeno occhi": certo..certo..forse se fossimo dei novelli naifunklubber, ma noi nel dubbio abbiamo aperte le prime e spalancati i secondi: La Ballata Del Povero Giuda Desolato perciò ce la si gode tutta. E che dire di Goodbye London: dai, su, su, cosa aspettate a metterla su cd!?! Capitolo a parte spetterebbe poi la trattazione delle cover scelte per gli spettacoli live: dopo Louis Prima è il turno de Il Cielo In Una Stanza cui segue Goccia che ormai anche i fan di Paola Turci conoscono perfettamente. Momo accompagna con uno xilofono giocattolo, o pseudo tale, uno dei momenti più intimi del concerto, invitati da Naif a chiudere gli occhi e ad immaginare una massaia dei primi del Novecento indaffarata nei mestieri di casa mentre il brano viene impreziosito da un kazoo: magica! Sempre da brividi, e non solo per la temperatura che nel frattempo è scesa ancora un pò, la versione nuda e cruda de I Tuoi Sogni: un gioiellino che su ...È TEMPO DI RACCOLTO! era rimasta un pò nascosta a causa della tanta carne al fuoco che Naif ci aveva preparato. Abbiam rimediato, no?
Il sentito omaggio a Edith Piàf, e alla madre che le cantava la canzone quand'era bimba, si compie con Rien De Rien mentre a Menestrello Da Strapazzo spetta una volta ancora la chiusura dello spettacolo. GrandiSSima lei, in forma Momo, sempre più dentro il project Manouche: questa formula 3 sta carburando giorno dopo giorno!!