sabato 19 marzo 2011

DYING FOR THE WORLD
W.A.S.P.
- Metal-Is Records - 2002

Oscure ombre lunghe si stagliano sulla copertina di questo nuovo capitolo discografico, il decimo in studio, di Mr.Blackie Lawless, ultimo coerente e credibile protagonista degli eccessi glam metal losangelini di inizi Anni '80. Abbandonati già da tempo i lustrini dell'epoca d'oro, i W.A.S.P. tornano a sorpresa, ma solo in parte a ben guardare, sugli scaffali dei negozi di dischi a poco più di un anno dal precedente UNHOLY TERROR, spinti dall'onda emotiva generatasi dopo i disastrosi eventi dell'11 settembre. E gridano vendetta. Su un riff di chitarra che ricorda e omaggia quello di God Of Thunder l'attacco viene sferrato fin dalle prime note di Shadow Man, fiammeggiante inno di guerra, tra i migliori brani del lotto, che gronda sangue e cattiveria in egual misura, prolungamento in musica dei pensieri belligeranti del sempre lucido Lawless, pronto a chiedere in qualche modo perdono per i suoi propositi criminali già in My Wicked Heart. Pur non facendo mai alcun riferimento diretto ai terroristi, ai loro orrori perpetrati e a tutto ciò che anche a livello politico ha riguardato la situazione U.S.A. e mondiale, sono le due fitte pagine introduttive del booklet a fugare ogni dubbio in proposito e ad indicarci la direzione presa dall'album così come l'assoluta urgenza del suo mastermind di convogliare tutte le energie negative accumulate di fronte all'attacco kamikaze al World Trade Center e al Pentagono in una collezione di canzoni "to go kill people with". La rabbia vomitata all'inizio di Hell For Eternity è l'urlo di battaglia per un altro aggressivo momento di totale furia cieca, mitigata solo in parte dallo straziante dolore che, come fumo, sale verso il cielo dalle ceneri di Hallowed Ground, ancora più toccante nella spettrale take acustica posta in chiusura al cd. Armata dalle affilatissime chitarre del gigantesco frontman e della new entry Darrell Roberts la doppietta sparata con Revengeance e Stone Cold Killers si dimostra letale al pari delle rasoiate omicide provenienti da Rubber Man. In tutta questa carneficina per nulla allegorica c'è spazio pure per altri orrori: gli abusi sessuali operati sui minori dalle gerarchie ecclesiali di Black Bone Torso e la morte, sopraggiunta per stenti e patimenti, subita da migliaia di Nativi Americani a metà Ottocento lungo la Trail Of Tears, dieci mesi di marcia forzata che li avrebbe condotti dalle loro terre d'origine al Territorio Indiano, e ribattezzata appunto "sentiero di lacrime". Il miglior album partorito dai tempi di THE CRIMSON IDOL, meno visionario e artistico di quella rock opera licenziata nel 1992, ma altrettanto riuscito: confidiamo che il prossimo disco all'altezza della tradizione W.A.S.P. non debba attendere altri eventi luttuosi per risultare a fuoco e compatto. Nel frattempo Johnny, get your guns..

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