lunedì 9 maggio 2011

CROCI
Miura
- 2008 - Target Music

Secondo parto in casa Miura. E primi obbligati cambi di organico. L'esordiente Jack, protagonista tre anni orsono sull'album IN TESTA, ha lasciato infatti posto al frontman dei Mauvasie Max Tordini che ha il compito non facile di occuparsi di tutte le voci principali della band quando, sul disco precedente, a dividere questa fatica trovavamo anche uno dei padri fondatori della band e colonna ritmica dei Timoria al pari del grande Diego Galeri, il mai dimenticato Carlo Alberto Pellegrini, Illorca. E proprio l'assenza fisica di quest'ultimo al microfono, e prima ancora al basso, sopperita dallo "sdoppiamento" strumentale del chitarrista Killa e dall'innesto in qualità di session man di Marcello Todde dei Matra e di Walter Clemente direttamente dai Deasonika, è l'inevitabile (temporanea?) sostituzione che il rovinoso incidente automobilistico occorso a lui e all'amico Galeri in quel di Vigevano la notte tra il 13 e il 14 settembre del 2004 ha obbligato ad operare. La croce che la band ha deciso di portare. Anticipato così tra lo scetticismo generale dallo splendido singolo M.A.I.A. in cui compaiono la giovane cantautrice padovana Lubjan e il veterano Mirko Venturelli dei Giardini Di Mirò, la nuova fatica della band di Diego Galeri e Killa è un concentrato di rabbia e tensione verso l'alto sintetizzate dal roccioso riff e dalle melodiche linee vocali dell'opener Linea Di Confine in cui Clemente sprinta sul basso per farci capire come questo strumento continua ad avere un ruolo decisivo nella musica dei Miura. Del resto nei crediti il nome di Illorca ricompare qua e là sia nelle musiche che nei testi, testimonianza di come mentre il fisico possa essere stato fortemente provato dal destino, la mente è costantemente lucida e sempre analitica, tratto distintivo del bassista bresciano. Così ecco lo space rock di Sassi (Aprile 2007) e l'incedere tonante di Vile che si apre a sonorità tanto care ai Timoria usufruendo della leggiadria della già citata Lubjan. Su musiche firmate dalla coppia Capasso-Galeri, la strepitosa Scompaio ospita la voce inconfondibile di Moltheni così come l'altrettanto riconoscibile wurlitzer del sodale Pietro Canali prima che il dilatato finale venga affidato alla chitarra del Maestro Giorgio Canali, amico di tante vecchie battaglie e sempre pronto a dar il suo contributo alla causa del rock in qualità di produttore artistico. Semidei (Io Sarò Tutto) possiede un bel bridge, un gran ritornello e tutta la furia di Galeri scaricata sul drum kit, ma evidenzia una chitarra acustica superflua e comunque eccessivamente alta al confronto con quella elettrica e alla potenza sonora sprigionata anche in sede live. Dettagli che passano in secondo piano rispetto alla poesia raccolta di Perle E Fiori e alla sperimentazione de Il Cielo In Una Stanza, classico di Gino Paoli riarrangiato in chiave stoner grunge  che, se all'inizio non suscita particolare interesse, già al secondo ascolto rivela un potenziale notevole. Eremita Metropolitano è l'unico testo affidato alla penna di Tordini che si supera nei pezzi conclusivi: mentre in Mantra pare di ascoltare un duetto virtuale con Andrea Scaglia e i Ritmo Tribale della nuova civiltà del 2000, con (Quello Che Volevi) L'Uomo Buono si compie la sintesi dell'esperienza Miura 2008: ruvidità, groove, linee secche e perentorie, attitudine in your face sono proprie del loro dna e slancio sicuro verso un futuro, dopo i recenti eventi, senz'altro più roseo. In bocca al lupo ragazzi.

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