domenica 1 maggio 2011

30-04-2011
- NAIF live @ Maison Musique -
Rivoli (TO)

Localizzata all'interno di un pregevole contesto scenico che appaga anche gli occhi, la Maison Musique è davvero una interessante location musicale presso cui ristorare il corpo e la mente. Diversi ambienti, tutti nello spazio di pochi metri, consentono un completo e distensivo viaggio sonoro pre e post concerto, come purtroppo capita di rado. Aver così modo di ritrovare Naif proprio qui, dopo lungo tempo e in seguito al suo meritato successo in terra francese dei mesi precedenti è più di un caso: sicuramente vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole. Noi, grati di tutto questo, più non dimandiamo. Da una quindicina di giorni è stato pubblicato il nuovo cd LE CIVETTE SUL COMÒ e il suo battesimo live sul suolo italico si è già compiuto sia nella capitale sia a Milano con tanto di gradita ospitata dell'amica Paola Turci e di recensioni estremamente positive che ingolosiscono un pò tutti i suoi fan.

Mentre il fedele
Naifunklub si è già organizzato per tempo schierandosi nelle prime file dell'auditorium, qualche istante prima del concerto di questa sera la stessa Naif compare, un pò a sorpresa, per salutare amici e conoscenti negli spazi antistanti il sorprendente bar da cui, dopo un rapido drink, tutti si spostano per dirigersi in sala. Buio. Poi una voce. Quella da crooner di Claudio Bovo registrata per introdurci, beffarda e sarcastica, una scoppiettante versione di Parto Per La Luna, primo singolo del nuovo lavoro che vede il power trio composto da Christine, Momo e Manouche trovare affiatamento all'istante mentre il pubblico, costretto dalle poltroncine, prende divertito le misure sulla serata. "Buonasera, benvenuti nel mio villaggio!" Dopo una breve presentazione della serata che ci attende, l'invito esteso a tutti, anche ai suoi musicisti: "...Manouche, entriamo nella foresta..."

La cadenzata La Festa Delle Lucciole permette alla giovane valdostana di giocare col suo basso, suonato, abbracciato, coccolato e assecondato con carica funk prima di passare alla esorcizzante Una Giornata Triste, concreto esempio di interazione diretta con il suo pubblico, che già l'ha mandata a memoria e la canta come se si trattasse di un vecchio classico, ed ennesimo estratto dal nuovo album suonato quasi per intero al termine delle due ore di live. Un pezzo a cui si dichiara essere molto legata è Lasciami Sognare Un Pò, scritto in una mattinata casalinga, a letto, e successivamente pensato perché venisse interpretato addirittura da Giorgia, fonde le capacità strumentali e vocali di Naif con una piccola, ma deliziosa coreografia mimata per continuare a volare, appesa ad un filo, accanto al suo Amore.

Manouche centellina lampi di classe pura nelle note introduttive della passionale e rockeggiante È L'Inferno che vede agitarsi il fin qui composto parterre e mostrare i muscoli al trio sul palco. Ci si ricompone con L'Uomo Delle Poche Parole, dedica per tutte quelle persone che sì parlano poco, ma che in realtà nascondono per una forma di innata pudicizia grande saperi e sagge verità a differenza di quanti invece, tracotanti e sciocchi, amano aprire la bocca solo per darle fiato; facile vedere nel protagonista della canzone il ritratto affettuoso di papà Herín. Applauso obbligato per l'ospite della serata: l'armonicista Dave Moretti duetta con la band e il centinaio di paganti sulle note di Menestrello Da Strapazzo, rivisitata e corretta sempre secondo i dettami dell'ultimo lavoro in studio e ora dilatata nel finale, ottima occasione per una improvvisata jam session.

Momo si segnala, oltre che per le mille facce che solo i batteristi sono in grado di assumere mentre suonano, per una generosa prestazione che consente a Naif di abbandonare il basso, ballare, incitare la gente e portarsi al pianoforte accompagnando il tutto dalla nuova postazione raggiunta. Pubblico in delirio! Eppure, senza nulla togliere a quanto abbiamo assistito fino ad ora e a ciò che di lì a poco ascolteremo nel proseguio della serata, l'apice del live arriva proprio in questo istanti. Capolavoro, almeno per chi scrive, de LE CIVETTE SUL COMÒ, Annarosa pietrifica dall'emozione, lucido e nostalgico ritratto di un'Italia tanto contadina quanto montana che le nuove generazioni  non potranno mai conoscere, omaggio e ode in musica ad una vita d'altri tempi di cui oggi restano solo poche tracce: un corso d'acqua, un lavatoio, forse una nonna.

E se a cotanta classe sommiamo l'e-c-c-e-z-i-o-n-a-l-e ed imprescindibile Perlina non resta che una sola cosa da fare: dar libero sfogo ai propri sentimenti, piangere, ridere, emozionarsi. Irreale il silenzio con cui vengono eseguiti in sequenza i due brani, solo piano e voce ricordiamolo, e liberatorio è lo scrosciante applauso che le accoglie.  Brividi. A stemperare l'atmosfera ci pensa una ancora emozionata Naif con la presentazione dei suoi rientranti compagni di palco, Momo al cajon e Manouche sempre all'acustica, con cui si dà vita alla divertente Ho Perso Una Canzone, quella "bella", quella "scritta per vincere Sanremo", smarrita, ahimé chissà dove, anche se noi, ne siamo certi, sappiamo verrà ritrovata e allora... non ce ne sarà per nessuno!! Nell'attesa, ci accontentiamo di un accenno a Hit The Road Jack  prima del divertente siparietto con Manouche, in versione schiavo vessato dalla tirannica marchesa Naif, che precede la sempre affascinante Goccia una volta ancora impreziosita in sede live dall'assolo di kazoo.

Faites Du Bruit ormai non solo è il brioso invito che Naif rivolge a tutti quanti i suoi sostenitori, ma è divenuto il colorato messaggio posto in bella vista su alcune t-shirt da ora in commercio quale omaggio visivo alla Nostra che dirige ancora una volta i cori del pubblico. Una rapida accordatura di basso mentre Momo e Manouche iniziano a jammare e nasce una cattivissima versione di Io Sono Il Mare, priva delle tastiere che solitamente la introducono, ma mai così vibrante ed esplosiva come questa sera, con la bionda cantante che amalgama questa insolita carica rock con il groove funk che scorre dentro lei e con il pubblico che esplode in un ruggito finale decisamente adeguato. Entusiasmante. Che poi Goodbye London abbia trovato spazio sul nuovo cd pare sia merito anche dei
nostri inviti pubblici (ma allora è vero che Christine & C. ci leggono?!?) e privati, ed il calore con cui le persone, ormai completamente in balia del ciclone Naif, ne accompagnano il ritmo contagioso con i piedi e con le mani testimonia di come sia stato tutt'altro che un azzardo: braviSSima!

Due i bis: con un Momo estemporaneo suonatore di xilofono, l'omaggio alla Canzone italiana viene assicurato da Gaber e dalla sua Lo Shampoo nelle cui portanti pieghe teatrali piace scorgere, chissà?, sviluppi futuri a cui Naif non potrà sottrarsi. Per par condicio, evidente tributo alle proprie radici di confine, ecco infine la Piaf di Non, Je Ne Regrette Rien, decisamente grintosa e adeguata conclusione di un live una volta ancora diverso dai precedenti, sempre coinvolgente, appagante e, a suo modo, taumaturgico. Che poi a conclusione dello stesso si continui a parlare di Musica con la stessa Naif, l'inarrestabile Momo, il sornione Manouche e quanti decidono di fermarsi ancora per diversi minuti preziosi, beh, è un'altra magia per molti, ma non per tutti. E domani, che giorno sarà? Io prometto di guardare lontano.

Andrea Barbaglia '11

un link a questo report è presente insieme a molto altro qui: http://naifunklub.blogspot.com/2011/06/tornati.html

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