09-04-2011
- TAGLIAPIETRA-PAGLIUCA-MARTON live @ Auditorium Porto Antico -
Genova (GE)
Che bellezza poter riassaporare finalmente dal vivo le note provenienti dalle tastiere di Tony Pagliuca! Queste le prime parole pronunciate dalle nostre orecchie al cervello, sensazione di per sé già appagante mentre Regina Al Trobadour viene provata, rigorosamente a porte chiuse nell'accogliente cornice della Sala Maestrale dell'Auditorium ubicato accanto all'Acquario di Genova e a due passi da una splendida vista della Lanterna, dall'illustre trio del prog italiano e internazionale. Il GE-PROG FESTIVAL, organizzato dalla MusicNoLimit, fin dal suo primo anno di vita si assicura dunque un evento: la reunion del duo che ha composto testi e musiche per i più celebri e significativi album de Le Orme prevede addirittura la presenza in pianta stabile di un loro altro caro amico di ieri qual è quel prodigioso guitar hero che risponde al nome di Tolo Marton. E alla batteria? Difficile rimpiazzare Michi Dei Rossi: il giovane Manuel Smaniotto ha l'arduo compito almeno di provarci, ma se i tre compagni di ventura lo hanno voluto con loro qualche valido motivo ci deve essere per forza. Noi abbiamo ben due ore di tempo per valutare anche questo.
Sì, perché alle 21:01 in punto si parte con un fantastico viaggio a ritroso nel tempo che mai sa di stanca riproposizione da vecchie glorie, bensì affascina ed emoziona grazie all'abilità strumentistica dei protagonisti. Circa 750 spettatori affollano la Sala Maestrale per un sold-out mancato di un soffio; eppure non è in casi come questo che i numeri fanno la storia bensì le canzoni, ed è così Regina Al Trobadour ad aprire la serata, proprio sulle note di Smaniotto, quadratissimo drummer fin dai prime rullate, quasi a voler esorcizzare da subito l'assenza di Dei Rossi anche con la scelta di liberare immediatamente dopo la potenza sonora de La Porta Chiusa, da sempre brano e-n-O-r-m-e e qua impreziosita pure dalla chitarra di Marton che non interferisce nel fraseggio di note tra organo, basso e batteria, ma si ritaglia piccoli spazi di rara delicatezza, rivestandolo di luccicanti bagliori di classe.
All'annuncio della gradita presenza in sala del Maestro Gian Piero Reverberi, genovese d.o.c., fa seguito la dedica di Amico Di Ieri che purtroppo registra un iniziale problema audio con la chitarra, dimenticato però in fretta anche per merito del solo di armonica affidato sempre al dinamico Tolo sul tappeto di tastiere gestito da Tony Pagliuca. Ancora un estratto da SMOGMAGICA: su Los Angeles è la chitarra di Marton a fare davvero la differenza con uno spettacolare assolo che, oltre a far lievitare il tasso emotivo del brano, da solo meriterebbe la standing ovation pur senza dimenticare l'apporto nient'affatto secondario delle tastiere di Pagliuca e la fase di decisivo raccordo di Tagliapietra. A questo punto tutti abbandonano il palco e le attenzioni si concentrano sul solo Tony che, lasciato appunto in solitaria, si siede al pianoforte digitale e, spalle al pubblico, si cimenta con l'ottimo Preludio, già ascoltato nel suo emozionante APRES MIDI, prima di passare direttamente al brano vero e proprio, quella Gioco Di Bimba che non necessita assolutamente di presentazione alcuna, tanto è rimasta sedimentata nella memoria collettiva dell'Italia intera da quasi quarant'anni a questa parte, e cantata come di consueto dall'inconfondibile voce di Aldo, mentre il sodale tastierista si posiziona di fronte al suo castello formato da un Hammond M 100 "rafforzato" dal Leslie, da un Trinity KORG e dall'indispensabile Mini Moog Voyager dall'inconfondibile suono ovattato che la caratterizza al pari del pastorale tempo dettato dalla batteria.
Una ballata del 1974: Frutto Acerbo, autobiografica composizione di Pagliuca, è introdotta dalla dodici corde di Tagliapietra mentre Tolo ricama da par suo trame all'epoca non contaminate dalla sua Fender Stratocaster. Lo stesso dicasi per la strepitosa Figure Di Cartone che, oltre ad una naturale verve decisamente rock ben supportata dal preciso Smaniotto, presenta un inedito accompagnamento di chitarra affidato al musicista trevigiano mentre Pagliuca continua ad imperversare, folletto senza età, con estrema disinvoltura sui tasti del Voyager, realizzando paesaggi spaziali sonori fuori dal tempo. Gli stessi che si materializzano di fronte a noi all'ascolto di una eccezionale Evasione Totale, da sempre luogo di libera creatività ed improvvisazione che oggi si sviluppa per ben 9 minuti dando vita ad uno spettacolo nello spettacolo.
Pagliuca, ora in piedi, ora seduto, mai fermo, libera freneticamente il proprio talento, sbagliando nella concitazione qualche passaggio, mentre sul lato destro del palco Marton centellina le note con la sua chitarra prima che Tagliapietra stoppi tutto col suo basso facendo esplodere il composto pubblico dell'Auditorium in un fragoroso applauso. Primi Passi è il brano scelto al posto di Dai Un Nome, l'inedito che la formazione sta provando comunque anche in sede live in vista di un futuro album, prima di affidarsi alla sensibilità di Tolo per l'omaggio al mai troppo rimpianto Germano Serafin: la delicata Alpine Valley permette al virtuoso chitarrista di esprimersi nel suo caratteristico e personalissimo suono elettrico ottenuto quasi "per sottrazione", con le note che vengono letteralmente estratte dalle corde attraverso le proprie dita, conferendo così una leggerezza unica all'insieme. Smaniotto è protagonista nello strepitoso finale della successiva Sospesi Nell'Incredibile, altro autentico tour de force per tutti gli strumentisti, intenti a duellare tra loro a suon di note, scale e svisate mentre l'organo di Pagliuca diffonde il suo suono unico lungo tutta la composizione. Le asperità vengono mitigate dalla cristallina Felona, secondo e ultimo brano estrapolato da FELONA E SORONA, e da un medley comprendente Sera, La Fabbricante Di Angeli, Maggio e l'inconfondibile organo di Collage su cui Marton innesta un altro assolo.
Introdotta da un testo letto da Aldo, parte una vibrante e adrenalica versione di Sguardo Verso Il Cielo, inedita nei contrappunti rock di Tolo, che scuote nuovamente la platea e assesta colpi di gran classe prima di ricevere lunghi applausi da tutti. Consapevoli dell'intensa prova offerta, il ritorno sul palco per i bis è semplicemente una festa: Cemento Armato, immancabile e con un basso davvero potente, offre all'arcinota Canzone D'Amore l'onere e l'onore di chiudere una performance davvero maiuscola, nonostante l'affiatamento ancora da affinare e qualche sempre gradita imperfezione. Eppure non è ancora finita: tra un commento post concerto ed un acquisto al merchandising ecco comparire nell'atrio della struttura un richiestissimo Pagliuca e il sempre umile e schivo Marton mentre Manuel Smaniotto si defila per far spazio ai due giganti. Per la verità Aldo non si vede, ma sappiamo che altre occasioni si presenteranno nei mesi futuri. Come si suol dire: e non finisce qui.
Sì, perché alle 21:01 in punto si parte con un fantastico viaggio a ritroso nel tempo che mai sa di stanca riproposizione da vecchie glorie, bensì affascina ed emoziona grazie all'abilità strumentistica dei protagonisti. Circa 750 spettatori affollano la Sala Maestrale per un sold-out mancato di un soffio; eppure non è in casi come questo che i numeri fanno la storia bensì le canzoni, ed è così Regina Al Trobadour ad aprire la serata, proprio sulle note di Smaniotto, quadratissimo drummer fin dai prime rullate, quasi a voler esorcizzare da subito l'assenza di Dei Rossi anche con la scelta di liberare immediatamente dopo la potenza sonora de La Porta Chiusa, da sempre brano e-n-O-r-m-e e qua impreziosita pure dalla chitarra di Marton che non interferisce nel fraseggio di note tra organo, basso e batteria, ma si ritaglia piccoli spazi di rara delicatezza, rivestandolo di luccicanti bagliori di classe.
All'annuncio della gradita presenza in sala del Maestro Gian Piero Reverberi, genovese d.o.c., fa seguito la dedica di Amico Di Ieri che purtroppo registra un iniziale problema audio con la chitarra, dimenticato però in fretta anche per merito del solo di armonica affidato sempre al dinamico Tolo sul tappeto di tastiere gestito da Tony Pagliuca. Ancora un estratto da SMOGMAGICA: su Los Angeles è la chitarra di Marton a fare davvero la differenza con uno spettacolare assolo che, oltre a far lievitare il tasso emotivo del brano, da solo meriterebbe la standing ovation pur senza dimenticare l'apporto nient'affatto secondario delle tastiere di Pagliuca e la fase di decisivo raccordo di Tagliapietra. A questo punto tutti abbandonano il palco e le attenzioni si concentrano sul solo Tony che, lasciato appunto in solitaria, si siede al pianoforte digitale e, spalle al pubblico, si cimenta con l'ottimo Preludio, già ascoltato nel suo emozionante APRES MIDI, prima di passare direttamente al brano vero e proprio, quella Gioco Di Bimba che non necessita assolutamente di presentazione alcuna, tanto è rimasta sedimentata nella memoria collettiva dell'Italia intera da quasi quarant'anni a questa parte, e cantata come di consueto dall'inconfondibile voce di Aldo, mentre il sodale tastierista si posiziona di fronte al suo castello formato da un Hammond M 100 "rafforzato" dal Leslie, da un Trinity KORG e dall'indispensabile Mini Moog Voyager dall'inconfondibile suono ovattato che la caratterizza al pari del pastorale tempo dettato dalla batteria.
Una ballata del 1974: Frutto Acerbo, autobiografica composizione di Pagliuca, è introdotta dalla dodici corde di Tagliapietra mentre Tolo ricama da par suo trame all'epoca non contaminate dalla sua Fender Stratocaster. Lo stesso dicasi per la strepitosa Figure Di Cartone che, oltre ad una naturale verve decisamente rock ben supportata dal preciso Smaniotto, presenta un inedito accompagnamento di chitarra affidato al musicista trevigiano mentre Pagliuca continua ad imperversare, folletto senza età, con estrema disinvoltura sui tasti del Voyager, realizzando paesaggi spaziali sonori fuori dal tempo. Gli stessi che si materializzano di fronte a noi all'ascolto di una eccezionale Evasione Totale, da sempre luogo di libera creatività ed improvvisazione che oggi si sviluppa per ben 9 minuti dando vita ad uno spettacolo nello spettacolo.
Pagliuca, ora in piedi, ora seduto, mai fermo, libera freneticamente il proprio talento, sbagliando nella concitazione qualche passaggio, mentre sul lato destro del palco Marton centellina le note con la sua chitarra prima che Tagliapietra stoppi tutto col suo basso facendo esplodere il composto pubblico dell'Auditorium in un fragoroso applauso. Primi Passi è il brano scelto al posto di Dai Un Nome, l'inedito che la formazione sta provando comunque anche in sede live in vista di un futuro album, prima di affidarsi alla sensibilità di Tolo per l'omaggio al mai troppo rimpianto Germano Serafin: la delicata Alpine Valley permette al virtuoso chitarrista di esprimersi nel suo caratteristico e personalissimo suono elettrico ottenuto quasi "per sottrazione", con le note che vengono letteralmente estratte dalle corde attraverso le proprie dita, conferendo così una leggerezza unica all'insieme. Smaniotto è protagonista nello strepitoso finale della successiva Sospesi Nell'Incredibile, altro autentico tour de force per tutti gli strumentisti, intenti a duellare tra loro a suon di note, scale e svisate mentre l'organo di Pagliuca diffonde il suo suono unico lungo tutta la composizione. Le asperità vengono mitigate dalla cristallina Felona, secondo e ultimo brano estrapolato da FELONA E SORONA, e da un medley comprendente Sera, La Fabbricante Di Angeli, Maggio e l'inconfondibile organo di Collage su cui Marton innesta un altro assolo.
Introdotta da un testo letto da Aldo, parte una vibrante e adrenalica versione di Sguardo Verso Il Cielo, inedita nei contrappunti rock di Tolo, che scuote nuovamente la platea e assesta colpi di gran classe prima di ricevere lunghi applausi da tutti. Consapevoli dell'intensa prova offerta, il ritorno sul palco per i bis è semplicemente una festa: Cemento Armato, immancabile e con un basso davvero potente, offre all'arcinota Canzone D'Amore l'onere e l'onore di chiudere una performance davvero maiuscola, nonostante l'affiatamento ancora da affinare e qualche sempre gradita imperfezione. Eppure non è ancora finita: tra un commento post concerto ed un acquisto al merchandising ecco comparire nell'atrio della struttura un richiestissimo Pagliuca e il sempre umile e schivo Marton mentre Manuel Smaniotto si defila per far spazio ai due giganti. Per la verità Aldo non si vede, ma sappiamo che altre occasioni si presenteranno nei mesi futuri. Come si suol dire: e non finisce qui.
Andrea Barbaglia '11
un link al seguente post è presente qui: http://it-it.facebook.com/people/Tolo-Marton/1482660983
Nessun commento:
Posta un commento