domenica 10 aprile 2011

RAW POWER, HONEY, JUST WON’T QUIT!

Per celebrare l'uscita targata agosto 2010 del nuovo capitolo discografico RESUSCITATE, ecco un'intervista datata 7 febbraio 2009 quando con il perseverante Mauro Codeluppi già si parlava ironicamente di "brutti" pezzi nuovi e di molto altro. Umiltà, sacrificio, perseveranza: tre sostantivi che calzano a pennello con la storia dei Raw Power, vero e proprio monumento dell’hardcore internazionale prima ancora che nazionale. È un attimo entrare in sintonia con Mauro, unico superstite della formazione originale dopo la prematura scomparsa del fratello Giuseppe, e la chiacchierata si fa interessante.

Come sta andando la tournée?

Mauro: Non siamo all'interno di un tour vero e proprio, però sta andando bene perché stiamo suonando in Italia, cosa abbastanza strana dato che capitano anni in cui qua non suoniamo praticamente mai. Quest'anno ci stiamo esibendo parecchio, parecchio sempre per quanto riguarda i nostri standard. Il problema dei Raw Power è che sì, ci conoscono in tanti un pò dappertutto, però in Italia se suoniamo gratis andiamo ovunque, nel momento in cui chiediamo anche un minimo di compenso allora cominci già ad essere il gruppo che se la tira...

Ed è un peccato perché, fin prova contraria, voi siete una band sulla cresta dell'onda da più di 25 anni, avete girato il mondo e negli Stati Uniti e in Europa avete un sèguito che va ben al di là di quello che può avere un gruppo cult. Perché in Italia tutto questo viene a mancare? Come ti spieghi questa disparità di trattamento?
Mauro:
Non me la spiego; o meglio, me la spiego nel senso che nella mentalità di chi fa concerti di questo genere ha nella testa che i Raw Power devono essere una specie di missione, come effettivamente è, perché bene o male noi lo facciamo solo per divertirci, specialmente negli ultimi anni, però almeno le spese... Se ti puoi permettere di andare in giro e farlo per niente, bene; è tuttavia difficile far capire che noi purtroppo siamo tutti poveracci perciò si fa fatica a farlo in questo modo. Se uno di Bari o di Lecce mi chiama non riesco a fargli capire che solo per andare a Lecce o a Bari o in culo alla luna io le spese ce le ho, non fosse altro che per i km dell'autostrada. Il problema più grosso in Italia è sempre stato questo; all'estero invece lo capiscono perché non gliene frega niente che i Raw Power siano un gruppo che fa un certo genere di musica. Loro dicono "i Raw Power, come qualsiasi altro gruppo, suonano e in più arrivano da lontano: bisogna pagarli". E sono cifre da "paura" perché poi vedo a quanto escono gruppi che secondo me fanno cagare… Però a quei gruppi è giusto darli, a noi invece è giusto non darli. Sono quei misteri che... È sempre stato così per cui ormai andiamo avanti in questo modo.

Pensi che questo tipo di problematiche sia dovuto al genere musicale proposto?
Mauro:
Sì, perché non dipende tanto da noi. Noi anzi, all'inizio, in Italia avevamo il problema che non ci facevano suonare: uno, perché avevamo deciso di esprimerci in inglese e già questo non andava bene.

In seconda battuta avevamo scelto di farci pagare, cosa che non si faceva proprio; cioè, il discorso era "già canti in inglese, non si capisce un cazzo e in più vuoi anche i soldi: che cazzo rompi le palle?!?" Secondo me ce la tiriamo dietro dall'inizio e non riusciamo a liberarcene... Comunque non è così dappertutto. Noi suoniamo anche al sud, in centri sociali dove ti pagano senza far questioni perché capiscono che sia giusto. Tempo fa abbiamo suonato a Roma e dovevamo suonare anche a Napoli; lì purtroppo la data era saltata. I contatti salernitani non ci hanno fatto suonare perché, correttamente, ci avevano avvertito di come il poco tempo a disposizione per organizzare una data vera e propria avrebbe comunque impedito loro di pagarci per quello che normalmente ci pagano. Ma questi sono proprio casi rari. La maggior parte dei posti invece ragiona diversamente... Mah...

Un minimo di attenzione in più in effetti non guasterebbe. Tra l’altro i Raw Power sono stati i capostipiti di questo genere in Italia insieme ad un'altra band, i Negazione: avete mai suonato insieme o vi siete mai frequentati nel corso degli anni?
Mauro:
Anni fa, ma proprio tanto tempo fa. C'è stato un periodo dove abbiamo suonato diverse volte con loro; personalmente penso di averci suonato insieme una volta sola. I Raw Power invece credo lo abbiano fatto cinque o sei volte negli anni in cui io abitavo in Inghilterra coi brani che perciò venivano cantati da mio fratello Giuseppe. Tutto ciò accadeva nella prima metà degli anni '80 quando quelle poche volte che si suonava in Italia oltre che con i Negazione capitava di suonare con gruppi come i Crash Box, gli I Refuse It oppure i Jugernaut.

Perché tu e Giuseppe avete scelto l’hardcore quando avete messo in piedi la band?
Mauro:
Perché era il genere che ci piaceva. Quando noi abbiamo iniziato a suonare la musica che ascoltavamo era l'hardcore californiano, qualcosa della East Coast, un paio di gruppi inglesi, GBH, Discharge, Exploited. Appena prima dei Raw Power c’era un’altra band, gli Off Limits, che faceva innanzitutto cover di gruppi di hard rock americano e non solo…

C’entrano qualcosa gli Stooges di Iggy Pop?
Mauro: Sì, eccome! Il nome Raw Power deriva proprio da Iggy Pop e gli Stooges. Una sera che eravamo a casa dei miei, eravamo intorno ad una tavola e abbiamo detto "Cazzo!?! Dopo Off Limits dobbiamo tirar fuori un altro nome!" Facendo cover degli Stooges e avendo tra i pezzi già in scaletta anche Raw Power che, per inciso, abbiamo continuato a proporre anche nei primi tempi con la nuova band, abbiamo deciso che se dovevamo scegliere un nome quello doveva essere proprio Raw Power.

Negli anni anche la line up è cambiata; eccezion fatta per te e tuo fratello, purtroppo scomparso qualche anno fa, il resto della band ha avuto difficoltà nel trovare un combo stabile. A cosa è dovuta questa difficoltà?
Mauro:
Per due motivi: uno per i soldi, perché il problema è sempre quello. Finché c'è gente che riesce a starci dentro anche senza guadagnarci niente perché già lavora, nel fine settimana puoi permetterti di dire "andiamo a fare i coglioni in giro, anziché andare al bar..", e vai a suonare. Se c'è gente che invece non ha fatto mai un cazzo in vita sua, non guadagnando niente dice "vabbé, almeno investiamo due soldi per suonare". Purtroppo noi suonando non abbiamo mai beccato granché perciò alla fine, dai una volta, dai due, dai tre, c'è chi mollava il colpo.

L’altro problema erano le velleità musicali. A parte me e mio fratello. Io infatti non sono capace di fare un cazzo; lui ha sempre saputo di non essere un gran chitarrista perciò si concentrava solo sui Raw Power. Gli altri, capaci di suonare, hanno sempre avuto altri due o tre gruppi perché effettivamente abbiamo avuto dei ragazzi nella band che erano musicisti veri. E allora alla fine anche loro sono arrivati ad un punto che hanno detto "io voglio fare qui, io voglio fare là, nei Raw Power non riesco più ad andare avanti, ecc.ecc…". Nella maggior parte dei casi è sempre accaduto che, usciti dalla band, non hanno fatto un cazzo perché bene o male i vari chitarristi, i vari bassisti, i vari batteristi, nei Raw Power erano IL chitarrista, IL bassista, IL batterista dei Raw Power e la gente si faceva le seghe ascoltandoli; andandosene si sono trovati a suonare magari con cantanti famosi, però erano solo il chitarrista DI, il batterista DI...: alla fine la gente era lì a farsi le seghe per il cantante e tu eri uno dei tanti, l'ultimo arrivato che nessuno cagava. Alcuni sono poi tornati, certi no perché magari non suonavano più l'hardcore, genere che comunque richiede anche un certo allenamento fisico. Puoi essere bravo finché vuoi, ma se smetti di suonarlo riprendere è dura. Io ho visto Helder che è un batterista davvero bravissimo, il batterista migliore che abbiamo avuto e, ai tempi, uno dei più bravi in circolazione. L'abbiamo provato un paio d'anni fa e non riusciva a tenerci dietro, non perché non fosse bravo, ma semplicemente perché non aveva più allenamento.

Parlando invece della vostra discografia possiamo notare come sia uscito un numero non altissimo di dischi in studio e quasi sempre per un'etichetta discografica diversa. Come mai?
Mauro:
Sempre i soldi, te lo devo dire un’altra volta (e qua al buon Mauro scappa un mezzo sorriso - ndr). I nostri dischi li hanno sempre rilasciati le famose etichette indipendenti perciò tutte le volte ti devi arrabattare a trovare qualcuno che butti fuori il disco nuovo. In realtà il problema di pubblicare un disco dei Raw Power non ce l’ho perché trovo sempre qualcuno disposto a farlo; il problema è che esce il disco, ma…nessuno sa che è uscito! Negli anni passati, quando in linea di massima facevamo un album ogni due o tre anni, è capitato di andare in tour in America con la gente che neppure sapeva fosse uscito un nuovo lavoro o magari, se ne aveva avuto notizia, non sapeva come recuperarlo! Era un problema di pubblicità e di distribuzione. Adesso con internet è una pacchia, per noi e per tutta quella serie di gruppi nuovi, nati magari una decina di anni fa che girano e che magari in concerto fanno una nostra cover per cui consentono anche al nostro nome di circolare e di incuriosire quanti li vanno a vedere. Calcola anche il fatto che noi se abbiamo pubblicato una dozzina di dischi ufficiali, siamo presenti su tantissime compilation di gente che le ristampa senza dirmi un cazzo.
Alcuni mi fanno notare come dovrei intervenire e fermare questo tipo di prodotti, ma alla fine a me fanno un piacere comunque perché, partendo dal presupposto che noi non becchiamo una lira in ogni caso, alla fine se esce una compilation in Scozia, in Australia o chissà dove, questo permette a quelle due o tre riviste, a quei due o tre siti che se ne occupano di parlarne e segnalando magari anche il pezzo dei Raw Power. Noi non abbiamo agenzie, sono anni che non buttiamo fuori un disco in studio, perciò alla fine l’importante è che si continui a parlare del nostro nome.

Domanda estemporanea: pensi che gli attuali Guns n’Roses possano chiamarvi per aprire qualche loro data visto che ai tempi accadde il contrario?
Mauro:
Mmm...penso di no!? A parte il fatto che non credo sappiano neanche chi siamo noi, però magari potremmo suonare con Slash e gli altri! Spero per loro di no; una volta che arrivano a chiamar noi vuol dire che sarebbero arrivati alla frutta un'altra volta (risate - ndr)!
Comunque il punto è sempre quello: se, e dico se, dovesse mai uscire qualcosa di nuovo a nome Raw Power, ed entro fine anno potrebbe anche capitare dato che stiamo facendo "purtroppo" questo qualcosa di nuovo, noi ci guarderemmo attorno.
Ciò di cui abbiamo bisogno è suonare nei festival, però al momento non ci riusciamo perché non abbiamo sul mercato un nuovo album. Per fare il passo anche solo in Serie B, devi entrare nel circuito di quei festival dove circola un po’ di gente e devi aver qualcosa di nuovo nei negozi. Una volta che riusciremo a tornare lì sono convinto si potrà far qualcosa. Che poi non voglio neanche fare tanto perché alla fine non potremmo, dato che tutti noi lavoriamo e non ci penso nemmeno di lasciare il lavoro per suonare: magari si potesse fare così!?!? Ci fossero tutte le condizioni per lavorare seriamente al progetto Raw Power lo farei in trenta secondi! Ma so che questo non capiterà più; ci sono passato, ormai è andata e... buonanotte!
Però togliersi ancora qualche soddisfazione, questo sì. Io conosco tutti i gruppi che hanno continuato a fare da sempre roba che facevano venti anni fa, continuando in questo modo a suonare. Uno, sono americani e già solo per questo sei a metà del lavoro; due, hanno deciso giustamente di continuare a proporre quella stessa musica che aveva avuto un certo successo magari nei primi album proponendola anche nei dischi successivi. Campano in questo modo; non diventano ricchi, ma piuttosto che lavorare in fabbrica...
Ti faccio un esempio: c'è una band che a me piace da morire che sono i Sick Of It All. Fino a cinque, sei anni fa non venivano mai in Europa: ora non li vedi mai in America, cazzo, sono sempre qua! Sai perché? Perché in America se va bene prendono mille dollari; qua ti danno diecimila euro: vedi tu. E mentre là non li caga più nessuno, da noi suonano e hanno gente che continua a seguirli e che si diverte. Secondo me fanno bene così.

La notizia di un vostro nuovo album mi ha sorpreso, in positivo, ma mi ha sorpreso.
Mauro:
Io non voglio più far niente perché sono sicuro che la roba nuova fa cagare più di quella vecchia. Il casino è che un pò la gente, ma più che altro quelli del gruppo lo chiedono! Riallacciandomi a quanto dicevo prima, anche questi nuovi adesso pensano di essere musicisti e si lamentano di fare sempre solo pezzi vecchi; io comunque ho sempre detto loro "no, no, pezzi nuovi non ne facciamo, non ne facciamo perché tanto non siete capaci di farli".

Adesso la scommessa della band è quella di dire "no, no, adesso li facciamo e vedrai che sono pure belli!!"; e difatti, ogni volta che li fanno dico loro che fanno cagare, che li ho già sentiti, che sono uguali agli altri... (grande Mauro! Troppo forte. – ndr). E loro cosa fanno? Mi "accusano" della mia solita scarsa lungimiranza. "Tutti fanno brani nuovi che sono uguali a quelli vecchi e funzionano, perché noi no?!?" Agli inizi, col secondo disco SCREAMS FROM THE GUTTER non volevo che lo facessimo uguale al primo perché secondo me avrebbe spaccato i maroni, e già in quell’occasione gli altri iniziarono ad odiarmi. Invece avremmo dovuto farlo identico al primo (risate – ndr)! Adesso abbiamo sedici, diciassette pezzi, uno più brutto dell’altro, dobbiamo metterne a posto un paio poi in teoria saremmo anche pronti per andare in studio e sentire come rendono in quel contesto. Una quindicina li abbiamo già provinati in uno studio da noi a Reggio e suonano come Raw Power...

Quindi possiamo star tranquilli?
Mauro:
Sì, sono "brutti standard"! Purtroppo per tener la band unita devo dare qualche "contentino"... L'idea è quella: li finiamo, li registriamo grezzi nello studio poi vediamo il da farsi. Intanto abbiamo registrato un pezzo per una compilation per un'etichetta di Seattle. È una cover dei Dehumanizers, band con cui suonammo ai tempi del nostro incontro coi Guns N’Roses (1986 – ndr) e che abbiamo incontrato di nuovo recentemente, in procinto di rilasciare questa compilation di gruppi che fanno loro pezzi. A giugno/luglio torneremo negli USA per un paio di settimane e cercheremo di muovere un po’ le acque.

Allora vi attendiamo di nuovo a Le Piccole Iene col nuovo album.
Mauro:
Vediamo, vediamo… Che poi per la verità abbiamo già un doppio dvd che esce con la "solita brodaglia", hai già capito, e c’è pure un album in uscita per la BCT Records con contenuti che anch’io ignoro. Intanto è uscito pure il primo skateboard dei Raw Power, figurati!?! Insomma, tutta questa robaccia esce o sta uscendo; però per la brodaglia nuova nuova o esce entro fine anno o non esce più perché mi sono già rotto le palle (risate – ndr)!

Perfetto, io ti ringrazio…
Mauro:
No, no grazie a te per questa chiacchierata e grazie a voi per qua. Il posto è da paura, proprio bello! Abbiamo provato già un paio di volte a venire a suonare, ma non ci hanno presi. Personalmente ci tenevo ad esibirmi a Le Piccole Iene perché palchi del genere non li trovi spesso. Ho sempre visto il locale in foto o magari gente che era già stata qui me ne aveva parlato bene. Visto dal vivo posso solo dire che è proprio un bel posto, bravi!

Andrea Barbaglia ‘11

le foto riguardanti il live c/o Le Piccole Iene presenti nell'articolo sono state recuperate da internet

Nessun commento:

Posta un commento