lunedì 24 novembre 2014

ALL IMPOSSIBLE WORLDS

ALL IMPOSSIBLE WORLDS
HysM?Duo
- Wallace Records/Neon Paralleli/Il Verso del Cinghiale/Only Fucking 
Noise/Hysm?/Eclectic Polpo/Kaspar House Studio/Ashame/Qsqdr/Dente di Sega/Lemming Records - 2014

Ci accoglie con una distorsione l' HaveyousaidMidi?Duo che vede una volta ancora come protagonisti Stefano Spataro e Jacopo Fiore, coadiuvati qua e là per l'occasione da una manciata di improvvisati (poteva essere altrimenti?) ospiti sopraggiunti nello studiolo perugino di Ferdinando Farro per rifinire il loro sesto lavoro in studio. Saldamente al timone di comando per questa nuova avventura i bislacchi marinai del suono, autori di psichedelici esperimenti sonori avant-garde come RUMOR VINCIT OMNIA e il più recente e accessibile SCIENCE IN ACTION, si trovano oggi a solcare i mari sconfinati del rock meno convenzionale alla ricerca di nuovi mondi da colonizzare. Che non ci sia una vera e propria direzione unitaria lo si capisce dai continui cambi di rotta che, al solito, caratterizzano i brani contenuti anche in questo vinile, promosso da uno scatto in bianco e nero di Valentina Vagnetti, in arte VACVO. A differenziarsi dai precedenti album ci pensa tuttavia una sorprendente e nuova tendenza alla progressione costruita a suon di percussioni ed elettricità, priva di reali schemi compositivi, ma che, tentata la carta dell'evoluzione sonora, chiede - trovandoli - sostegno e aiuto nella messa a fuoco di idee e stimoli creativi. Una seconda, reale, concreta linearità riconducibile poi a ALL IMPOSSIBLE WORLDS è ravvisabile nel concept di fondo teorizzato e approfondito in musica dal duo tarantino. La ricerca personale, la conoscenza, il mutamento dell'esistenza, il linguaggio: sono queste le tematiche alla base di episodi sequenziali che vanno dalla camaleontica Leviathan Vs Predator alla conclusiva Death & Dreams passando per la composita I Want To Hug Everything su cui compaiono i sax incrociati dello Squarci(aci)catrici Andrea Caprara e di Francesco Li Puma, reclutato direttamente dagli improvvisatori collettivi Atomic Clocks. Eppure il raccordo lirico che al solito compare e viene generalmente sviscerato dalle migliori rock band mondiali attraverso suite musicali o testi fra loro concatenati, qua viene sì sfruttato nei titoli degli episodi che compongono il platter, ma solo accennato, fugacemente e quasi di nascosto, nelle poche parole, centellinate e minimali, proposte dagli HysM?. La decisione di affidarsi al potere immaginifico dei loro brani per liberare le emozioni da essi stessi prodotte e suscitate è sicuramente una scelta da un lato logica e ragionata, che libera da un ruolo ancora non richiesto di "frontman" i due musicisti; dall'altro spontanea e naturale, capace di rendere protagonista l'ascoltatore, inaspettato terzo incomodo della narrazione. È dunque possibile combinare l'approccio creativo dell'uomo con l'inesorabile andamento della natura? Nelle intenzioni tutto è ragionevolmente plausibile e ortodosso, ma non basteranno quaranta minuti di fiero avant-rock ad esaurire l'argomento. Forse non basteranno neppure una, cento, mille, infinite vite per farlo; meglio allora guardare al presente, credere in una parte di bugie e rapportarsi al mondo per quello che è. O per quello che crediamo sia. Sempre che mai qualcuno ce l'abbia richiesto.  

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