sabato 29 novembre 2014

ASTEROIDI

ASTEROIDI
Alia
- Neverlab Dischi - 2014

27 marzo 2014. La prima volta che ascoltai live Alessandro Curcio, già ufficialmente presentato agli astanti di allora come Alia e intento anche a mia insaputa a presentare in anteprima alcuni estratti di questo esordio discografico successore dell'ep digitale ÀRIA, ero rimasto abbastanza indifferente di fronte alla proposta per sola chitarra e voce che si stava esibendo in quel momento sul palco. Anzi, con sufficienza avevo ipotizzato che sarebbe stato meglio trasferirmi al bar del locale in attesa dell'headliner della serata. Nulla di lui mia aveva colpito se non la curiosità di capire cosa mai di speciale potesse partorire e proporre di lì a qualche mese questo scricciolo di cantautore pop in compagnia dell'ex Amor Fou Giuliano Dottori, come era stato annunciato a fine esibizione. L'attesa ha fugato dubbi, sciolto remore e svelato l'arcano. ASTEROIDI è quanto di più lontano ci si poteva attendere dopo quella scarna prova in una notte di inizio primavera. Il suo ascolto rivela infatti una profondità d'animo delicatamente feroce, capace di far emergere una realtà interiore complessa, a tratti insicura e contradittoria, ma sempre lineare, sfruttando la quale Curcio non ha remore nel mettersi lentamente a nudo attraverso metafore e immagini tratte dal vissuto quotidiano, protetto in qualche modo dall'anonimato delle sette note, a fuoco e netto. Spariscono le indecisioni acustiche, supportate invece da una intelligente veste di moderno pop elettronico old style che non disdegna di farsi contaminare a seconda delle opportunità: si guadagna in incisività mentre sequenziale si fa il racconto delle proprie radici. Bouquet ad esempio, ci indirizza verso ambienti sonori ben noti agli amanti del Moltheni ultima maniera, ma lasciandosi pervadere da un senso di sospensione inusuale che attraversa l'ascoltatore mentre, in contemporanea, una storia d'amore tormentato si consuma e muore nella formalità di un matrimonio. Di contro, la Vesta Version, posta in coda al lavoro, con il giusto mix di synth e percussività elettroniche mostra l'ottimo lavoro fatto in sala di incisione, con quell'ammiccante riff di chitarra funky e la dilatazione dell'assolo rock in stile Roger Nelson che nella struttura del pezzo omaggia addirittura i Queen del tanto bistrattato HOT SPACE. Se il dinamismo non è comunque la cifra stilistica del cd sarà ugualmente difficile non arrendersi di fronte alla scattante Case Di Ringhiera che con la sua descrittività nostalgica di un passato vissuto solo di striscio impone una riflessione sull'incomunicabilità delle nostre presunte certezze con il mondo esterno e confessa l'anima reale di tutto il lavoro. Con gli Erasure nel cuore, la title track Asteroidi riprende esattamente dal punto in cui Alan Sorrenti con i suoi figli delle stelle aveva svoltato, ma facendo tesoro dell'esperienza mistica del Battiato "fisiognomico" di metà anni '80, abitante mondi lontanissimi, nascosti da quell'ombra della luce che Verso Il Centro rivela. A proposito di incanto, è piacevole ritrovare Raffaella Destefano nell'ode felina Cats, graffiante l'anima nella stessa misura in cui le impronte dei nostri amici a quattro zampe sanno lasciare il segno sul cuore, elogio di una intimità casalinga non immune da difficoltà relazionali, mentre in Goldie Hawn è netto il tocco di Cesare Malfatti che qui si ritaglia un cameo alla chitarra. C'è spazio per la non sempre facile coesistenza fra solitudine e fede, quando una delle due estremizza la propria posizione (Musa), e si indaga con serenità il tema dell’omosessualità (l'importante Corteccia). Che bellezza poter cambiare opinione e ammettere di avere sbagliato!? Sì, perché Curcio con il suo leggero dream pop cantautorale ha saputo scardinare le impressioni della nostra prima volta e ha aperto nuove porte di ascolto come fa quell'onda sonora che nel silenzio si propaga, misteriosa, attraverso il vuoto cosmico di Keplero.

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