01-07-2011
- PERTURBAZIÓNE live @ Pista d'atletica -
Oleggio (NO)
Da sempre autori di live trascinanti Tommaso Cerasuolo e compagni sfidano il rischio pioggia che ha colpito il nord Italia, esibendosi nel variegato cartellone del Free Tribe Festival, kermesse organizzata nel Novarese a partire dal 2004 e che, giunta al settimo anno di attività e alla sua ottava edizione, ha visto succedersi sul proprio palco nomi prestigiosi quali sono, tra gli altri, Il Teatro Degli Orrori, Ritmo Tribale, Linea 77, Rezophonic, Tre Allegri Ragazzi Morti, Ministri e, giusto 24 ore fa, gli altrettanto storici Casino Royale. Raggiungiamo la pista d'atletica presso cui si svolgono i concerti quando sul palco sta esibendosi CarloZeta, alias Carlo Zanetta, già volto noto da queste parti per i suoi trascorsi negli autoctoni Fratelli Rigoni i quali, per la band di Rivoli, furono in passate occasioni apprezzata opening band. La partecipazione al Free Tribe diventa così ghiotta opportunità di presentare l'album MATERIALI DA RISULTA, esordio di Carlo prodotto, guarda caso, dai perturbati Gigi Giancursi e Cristiano Lo Mele presso il loro studio di Collegno, davanti ad un folto pubblico che si appresta di lì a poco a godersi un'ottima ora e mezza proposta dall'imminente sestetto piemontese. Sulle note di Mondo Tempesta si apre così la serata dei Perturbazióne con le graditissime quanto semplici istruzioni per l'uso, tra armonie pop e accattivanti melodie dalle quali emerge la sempre più decisiva figura di Elena Diana, indispensabile, col suo tocco di gran classe, al violoncello.
È già ora di saltellare, sfogarsi e ballare con la contagiosa felicità de Il Senso Della Vite, al solito estremamente travolgente anche per chi si accosta per la prima volta alla loro musica, regalando sorrisi e ricevendo fischi di approvazione. Sono cresciuti i Perturbazióne. Te ne rendi conto tanto nei momenti più ludici quanto in quelli più intimi e riflessivi. On/Off è uno di questi. Hanno padronanza to-ta-le dei loro mezzi. Non che in passato si sia mai assistito a live approssimativi, ma la componente naif, se da un lato quasi trasformava le loro performance in gradite feste private simili nello spirito a quelle organizzate ai tempi del liceo, dall'altro li penalizzava a livello di impatto visivo e sonoro. Ora non è più così. E già da qualche anno. Non c'entrano le "visite" alle major, i cambi di formazione, presentata fra l'altro proprio al termine del primo brano estrapolato da FORTISSIMO PIANISSIMO, o chissà cos'altro. È semplicemente la maturità. Tommaso ha in mano la situazione quasi fosse uno scafato Michael Stipe italiano, molto meno timido nel suo interagire col pubblico rispetto agli anni della formazione.
Gigi e Cristiano sono le sue perfette spalle musicali, quella di destra e quella di sinistra. Il corpo con cui muoversi nel mondo è poi costituito tanto dall'altro fondatore della band, Rossano Lo Mele, alla batteria, quanto dalla new entry Alex Baracco al basso, il tutto elegantemente proposto con ottimo gusto dai preziosismi della già citata Elena. Se l'amore è un gioco tu che regole ti dai? Battiti Per Minuto, a suo tempo selezionata addirittura da Pippo Baudo per il Festival di Sanremo e scartata successivamente dalla giuria, si interroga su questo pensiero ipotetico della realtà a suon di chitarre folk e ritmi sudamericani mentre il violoncello imperversa con misurata eleganza accompagnato dal basso iperfunk del finale. Incantevole la poesia raccolta di Primo. "Ci hanno detto che al secondo giorno di Free Tribe di solito piove; col nome che portiamo possiamo considerarci fortunati, adesso lo posso dire..." Con Agosto vediamo materializzarsi in concreto lo scambio di energia tra palco e parterre. La forza poetica sprigionata dalla band attraverso uno dei suoi classici più celebrati colpisce il pubblico che, ricevutola, la rimanda a sua volta on stage in uno scambio sinergico davvero raro di questi tempi. Di lì a poco l'altrettanto delicata Leggere Parole funge da preambolo per la più scatenata Mi Piacerebbe, con tanto di canto a cappella nel finale ad libitum. E mentre siamo ancora intenti a smettere di cantare e a smettere di pensare, a smettere di cantare e a smettere di pensare, a smettere di... La Fuga Dei Cervelli ci colpisce con la sua neanche tanto velata critica sociale.
Questo è un altro punto del nuovo corso del sestetto piemontese. Dinamiche famigliari, problemi quotidiani, difficoltà oggettive del sentire comune analizzate con taglio critico affioravano già in maniera convincente tra i solchi dell'ottimo DEL NOSTRO TEMPO RUBATO; live acquistano anche maggiore incisività. I messaggi sociali sono diretti, privi di giri di parole. Vanno al sodo e centrano il bersaglio come mai prima d'ora. Non si pensi di trovarsi tutto ad un tratto di fronte ad un band di combat folk; per quello ci sono eventualmente già altre formazioni che fanno bene il loro mestiere. Qua c'è il filtro della malinconia a dare un tono più aulico, intimo, quasi letterario. Tifiamo rivolta scandiva Giovanni Lindo Ferretti nel disagio esistenziale del secolo scorso di Trafitto. Cum grano salis, paiono ribattere i Perturbazióne. E nuovamente torna quella sinergia, quel connubio unico tra Artista e pubblico nella splendida Del Nostro Tempo Rubato con la certezza che la canzone sia un omaggio "per tutto il tempo che saprete voi rendere magico e in qualche modo rubare all'orologio; a volte succede con le canzoni e, devo dire, è una fortuna riuscire a farlo".
In rapida successione ecco altri tre estratti dall'ultima fatica di studio: le vertigini de L'Elastico, le profondità de Il Palombaro, il reggae perturbato di Promozionale. Tuffo nel passato: Se Mi Scrivi ha l'appeal giusto per osare e regalare qualcosa di più. La fusione con la brillante Charmless Man vede Miss Diana e Mr.Baracco divertirsi ai cori per questo inaspettato quanto riuscito omaggio ai Blur. Mandolino Fender elettrificato per il buon Cerasuolo. Un, due, tre: Buongiorno Buonafortuna riempie l'aria del campo sportivo dei profumi dell'estate mentre Giancursi non fa rimpiangere la mancanza dell'amico Dente nel suo intervento vocale. Dopo poco più di un'ora arrivano dunque i primi saluti e ringraziamenti per l'attenta accoglienza in quel di Oleggio. Sono Nel Mio Scrigno e la toccante Giugno, Dov'Eri a chiudere le danze della prima parte del live con un Tommaso equilibrista sulla coda strumentale che esalta la chitarra di Cristiano e il tappeto di tastiere di Elena. I bis non si fanno attendere. Come In Basso Così In Alto e la cover dei Belle & Sebastian Get Me Out Of Here, I'm Dying riadattata filologicamente in Portami Via Di Qua Sto Male sono gli ultimi guizzi di poesia prima del gran finale. "Volevamo salutarvi con una canzone. Si chiama semplicemente Esemplare.. Ragiona sul fatto che è molto comodo usare le statistiche di sociologia quando vogliamo dar valore ai nostri discorsi, ma difficilmente ci sentiamo felici quando la sociologia si misura sulla nostra pelle". E così, al termine dell'ultimo brano in scaletta, i Nostri salutano e abbandonano il palco, in punta di piedi ancora una volta, esattamente come erano comparsi. Mondo Tempesta, che concerto!?!
È già ora di saltellare, sfogarsi e ballare con la contagiosa felicità de Il Senso Della Vite, al solito estremamente travolgente anche per chi si accosta per la prima volta alla loro musica, regalando sorrisi e ricevendo fischi di approvazione. Sono cresciuti i Perturbazióne. Te ne rendi conto tanto nei momenti più ludici quanto in quelli più intimi e riflessivi. On/Off è uno di questi. Hanno padronanza to-ta-le dei loro mezzi. Non che in passato si sia mai assistito a live approssimativi, ma la componente naif, se da un lato quasi trasformava le loro performance in gradite feste private simili nello spirito a quelle organizzate ai tempi del liceo, dall'altro li penalizzava a livello di impatto visivo e sonoro. Ora non è più così. E già da qualche anno. Non c'entrano le "visite" alle major, i cambi di formazione, presentata fra l'altro proprio al termine del primo brano estrapolato da FORTISSIMO PIANISSIMO, o chissà cos'altro. È semplicemente la maturità. Tommaso ha in mano la situazione quasi fosse uno scafato Michael Stipe italiano, molto meno timido nel suo interagire col pubblico rispetto agli anni della formazione.
Gigi e Cristiano sono le sue perfette spalle musicali, quella di destra e quella di sinistra. Il corpo con cui muoversi nel mondo è poi costituito tanto dall'altro fondatore della band, Rossano Lo Mele, alla batteria, quanto dalla new entry Alex Baracco al basso, il tutto elegantemente proposto con ottimo gusto dai preziosismi della già citata Elena. Se l'amore è un gioco tu che regole ti dai? Battiti Per Minuto, a suo tempo selezionata addirittura da Pippo Baudo per il Festival di Sanremo e scartata successivamente dalla giuria, si interroga su questo pensiero ipotetico della realtà a suon di chitarre folk e ritmi sudamericani mentre il violoncello imperversa con misurata eleganza accompagnato dal basso iperfunk del finale. Incantevole la poesia raccolta di Primo. "Ci hanno detto che al secondo giorno di Free Tribe di solito piove; col nome che portiamo possiamo considerarci fortunati, adesso lo posso dire..." Con Agosto vediamo materializzarsi in concreto lo scambio di energia tra palco e parterre. La forza poetica sprigionata dalla band attraverso uno dei suoi classici più celebrati colpisce il pubblico che, ricevutola, la rimanda a sua volta on stage in uno scambio sinergico davvero raro di questi tempi. Di lì a poco l'altrettanto delicata Leggere Parole funge da preambolo per la più scatenata Mi Piacerebbe, con tanto di canto a cappella nel finale ad libitum. E mentre siamo ancora intenti a smettere di cantare e a smettere di pensare, a smettere di cantare e a smettere di pensare, a smettere di... La Fuga Dei Cervelli ci colpisce con la sua neanche tanto velata critica sociale.
Questo è un altro punto del nuovo corso del sestetto piemontese. Dinamiche famigliari, problemi quotidiani, difficoltà oggettive del sentire comune analizzate con taglio critico affioravano già in maniera convincente tra i solchi dell'ottimo DEL NOSTRO TEMPO RUBATO; live acquistano anche maggiore incisività. I messaggi sociali sono diretti, privi di giri di parole. Vanno al sodo e centrano il bersaglio come mai prima d'ora. Non si pensi di trovarsi tutto ad un tratto di fronte ad un band di combat folk; per quello ci sono eventualmente già altre formazioni che fanno bene il loro mestiere. Qua c'è il filtro della malinconia a dare un tono più aulico, intimo, quasi letterario. Tifiamo rivolta scandiva Giovanni Lindo Ferretti nel disagio esistenziale del secolo scorso di Trafitto. Cum grano salis, paiono ribattere i Perturbazióne. E nuovamente torna quella sinergia, quel connubio unico tra Artista e pubblico nella splendida Del Nostro Tempo Rubato con la certezza che la canzone sia un omaggio "per tutto il tempo che saprete voi rendere magico e in qualche modo rubare all'orologio; a volte succede con le canzoni e, devo dire, è una fortuna riuscire a farlo".
In rapida successione ecco altri tre estratti dall'ultima fatica di studio: le vertigini de L'Elastico, le profondità de Il Palombaro, il reggae perturbato di Promozionale. Tuffo nel passato: Se Mi Scrivi ha l'appeal giusto per osare e regalare qualcosa di più. La fusione con la brillante Charmless Man vede Miss Diana e Mr.Baracco divertirsi ai cori per questo inaspettato quanto riuscito omaggio ai Blur. Mandolino Fender elettrificato per il buon Cerasuolo. Un, due, tre: Buongiorno Buonafortuna riempie l'aria del campo sportivo dei profumi dell'estate mentre Giancursi non fa rimpiangere la mancanza dell'amico Dente nel suo intervento vocale. Dopo poco più di un'ora arrivano dunque i primi saluti e ringraziamenti per l'attenta accoglienza in quel di Oleggio. Sono Nel Mio Scrigno e la toccante Giugno, Dov'Eri a chiudere le danze della prima parte del live con un Tommaso equilibrista sulla coda strumentale che esalta la chitarra di Cristiano e il tappeto di tastiere di Elena. I bis non si fanno attendere. Come In Basso Così In Alto e la cover dei Belle & Sebastian Get Me Out Of Here, I'm Dying riadattata filologicamente in Portami Via Di Qua Sto Male sono gli ultimi guizzi di poesia prima del gran finale. "Volevamo salutarvi con una canzone. Si chiama semplicemente Esemplare.. Ragiona sul fatto che è molto comodo usare le statistiche di sociologia quando vogliamo dar valore ai nostri discorsi, ma difficilmente ci sentiamo felici quando la sociologia si misura sulla nostra pelle". E così, al termine dell'ultimo brano in scaletta, i Nostri salutano e abbandonano il palco, in punta di piedi ancora una volta, esattamente come erano comparsi. Mondo Tempesta, che concerto!?!
Andrea Barbaglia '11
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