venerdì 25 novembre 2011

24-11-2011
- DENTE live @ SpazioMusica -
Pavia (PV)

È la nebbia ad accoglierci col suo freddo abbraccio in quel di Pavia. Un primo passaggio in macchina nei pressi di SpazioMusica ci permette di verificare come alle 20:45 ancora non si veda anima viva nelle stradine adiacenti il locale, ma al tempo stesso è la constatazione di come i pochi parcheggi siano già indiscutibilmente occupati. Ripieghiamo poco lontano. Qualche avventore fuma solitario davanti all'ingresso. Dentro il locale qualche volto noto, qualche universitario e il palco saldamente allestito. Spoglio, ma pronto. Ci vuole un po' di tempo, ma man mano che i minuti passano altri appassionati e curiosi arrivano alla spicciolata, mentre un piccolo esercito di fotografi, alcuni alle prime armi, cerca di posizionarsi nei posti migliori, accalcandosi adeso al palco e mettendo leggermente in difficoltà lo stesso Luca Milani, intento a salire on stage per cominciare la serata. L'ex File, band che ha avuto nello scorso decennio la ventura di lavorare accanto a nomi grossi della musica come Andrea Mei, Marco Trentacoste e Paolo Mauri, sale infatti sul palco armato di chitarra e armonica a bocca per quello che sarà una prova di rock springsteeniano sulla scia del capolavoro NEBRASKA e del non meno riuscito THE GHOAST OF TOM JOAD, proponendo quindi un set asciutto, secco e diretto, e regalando piccoli momenti di rock intimo come Old August Sun, Sin Train e Snow In Milan. Non tutto è a fuoco, ma la stoffa c'è.

Poi lo scenario muta all'istante. La folla radunatasi si stringe di più, il chiacchericcio  e gli urlettini di tante signorine accorse per quel Giuseppe Peveri perbrevitàdettoDente che di lì a poco ruberà la scena aumentano; il libero fluire di aria respirabile diventa caldo umido. Uno sguardo dietro di noi e lo stupore di trovarsi circondati su tutti i lati è presto spazzato via da una leggera brezza quasi invernale allorquando Nicola Faimali, Andrea Cipelli e Gianluca Gambini entrano in sala dalla porta laterale posta alla nostra sinistra, giusto un istante prima che compaia lo stesso Dente. Scattano i flash di quante, ragazzine, si trovano il cantautore al proprio fianco. Ma non c'è molto tempo. L'inizio è scoppiettante e tirato: senza una sola parola di commento introduttivo
Piccolo Destino Ridicolo suscita all'istante l'approvazione di tutti, sorprendendo per esser stata legata magistralmente a quella Saldati, mezzo promozionale per IOINMEZZOAVOI che pur perdendo in profondità per la mancanza degli archi, può bastare tranquillamente a sé anche con questo arrangiamento per quartetto di pop rock cantautorale. Anche La Settimana Enigmatica, terzo estratto consecutivo della serata proveniente dal quarto album, è un altro centro con il Sig.Solo a lavorare di fino alle tastiere; poi, finalmente, arriva pure il momento dei primi frizzi e lazzi di un Dente in palla, tra un sorso al drink appoggiato in zona Cipelli e qualche divertente scaramuccia col pubblico. Boom!

L'attacco velocizzato di una ridanciana
Quel Mazzolino suscita un piccolo boato immediatamente dispersosi, prima con l'ascolto delle disavventure alcoolistico-stradali del suo protagonista, poi grazie alle atmosfere soffuse, quasi cheeck to cheek, dell'altrettanto nota Incubo. Il caldo si fa via via più intenso e la giacca indossata "per contratto" da Dente non lo aiuta certo a respirare meglio; rendendoci partecipe di queste problematiche e di altre riguardanti la sua attuale precaria forma fisica in una serata pavese comunque sempre più vibrante ed entusiasmante, tocca a Io Sì procedere sognante e brillantemente ritmata prima della A Me Piace Lei, notevole e sempre apprezzata anche senza il dispiegamento di fiati presenti su disco e nonostante il finale triste. Ma se a lui piacciono così, avanti, procediamo lungo questa strada! E, dopo una dimostrazione pratica di come anche l'asta del microfono prenda autonomamente vita, eccoci di corsa a Casa Tua, tra le composizioni più malinconiche dell'ultimo lavoro e forse proprio per questo eccezionalmente intensa, sospesa fra le nuvole, dove ci piace pensare di scrutare lo stesso Dente a spasso, con una spiga di grano in bocca, intento a fischiettarsela. Il finale accellerato di questo brano ci rivela una tendenza a brevi fraseggi rock che, più avanti coi minuti, si faranno evidenti in altri episodi. Per ora continuiamo ancora insieme il viaggio, Da Varese A Quel Paese e in attesa del Giudizio Universatile, altra occasione utile per ballare sfruttandone l'anima disco funk anni '70, contagiosa tanto dal vivo quanto in studio.

Altro boato per la storica
Baby Building; a ruota segue Scanto Di Sirene, oggi sapientemente legata alla coda della nuova Rette Parallele, nel suo finale battistiano omaggiante a suon di samba e ritmi brasileiri, il miglior album rock italiano di sempre, l'immenso e ineguagliabile ANIMA LATINA. Ancora "filosofeggianti" chiacchiere da bar dello sport con qualche divertente botta e risposta su e giù dal palco, tra cellulari spenti, fotografie col flash, Boccaccio, canzoni alla rovescia e la fantomatica Radio Pavia Network, quindi è il turno dell'inaspettato quanto straordinario ripescaggio, direttamente dall'esordio solista ANICE IN BOCCA, di Io Della Bellezza Non Me Ne Faccio Un Cazzo, il momento in assoluto più dirompente della serata. Grande sorpresa, che da un lato spezza l'atmosfera palpabilmente celebrativa per questo ottimo cantautore e dall'altro denuncia una necessità di omaggiare le sue radici più grunge. Ancora con questo pop alternativo nelle orecchie, e diciamocelo pure, un po' desiderosi di un bis parimenti elettrico, dopo l'ennesimo dialogo tra Peveri e il pubblico, accogliamo il nuovo arrangiamento di Stella, altro must dei live da parecchio tempo ormai, e la meno nota Sogno, finché si giunge all'esecuzione dell'ultima canzone in programma (piccola bugia a fin di bene perché "le bugie a fin di bene sono bugie a-fin-di-bene"; e "ci sono comunque sempre delle bugie a-fin-di-bene"; "... afìn-dì-bene, afìn-dì-beeene...") che va a chiudere la prima parte dello spettacolo.

È
Le Cose Che Contano, dilatata fra la psichedelia e il prog con l'accoppiata Cipelli-Faimali sugli scudi, la scelta operata dal quartetto reggiano. Solitamente la discesa dal palco è accompagnata da richieste di bis, fischi di richiamo, cori che incitano la band a tornare sul palco; in quest'occasione, mancando i camerini, Dente si improvvisa intrattenitore di sé stesso istruendo a modo suo, direttamente dal palco, le sempre più spiaggiate prime file che rispondono divertite. In un coacervo di gesti, sguardi e non sense, i quattro ripartono tra "prezzolate" grida di richiamo con la bellissima Buon Appetito, cantata a squarciagola da tutto SpazioMusica. E per stemperare un poco l'atmosfera pervasa dalle ficcanti frecciate del primo bis, ecco L'Amore Non È Un'Opinione e sorrisi a profusione. Altro scambio di battute: "Bene, eseguiamo per voi questo ultimo pezzo della serata..." e dalla sala "Nooo!!!" "Sì!" "Nooooo!!!" "Sì." "Nooooo! Fai Verde!!" "No, dai, ...non è che vivo per dare soldi a Fiumani..." Risate generali. "...devo mangiare anch'io; ...anche lui, ma anche io..." Geniale. Così, "a richiesta", vengono eseguite l'attesa Beato Me, brano che, in ultima analisi, ha garantito la maggiore visibilità al Nostro, e la clamorosa Vieni A Vivere per la quale è inutile aggiungere tante parole. Ascoltatela una volta e vi innamorerete. Poi saluti e baci. Un concerto e una festa. Quasi un happening, vista l'estrema cortesia e affabilità di Dente anche al termine del live, tra autografi, flash, foto, strette di mano, richieste di numeri di telefono e molto altro ancora. Il tour è cominciato da poco; di opportunità perché lui-sia-tra-di-noi ce ne sono parecchie. Il bis è scelta obbligata. Go, go, go:...with a smile

Andrea Barbaglia '11

giovedì 24 novembre 2011

Sospesi tra indie rock statunitense e musica tradizionale mediterranea, A Toys Orchestra portano al Vinile 45 il nuovo lavoro Midnight (R)evolution

A Toys Orchestra + Disco Not Disco dj Set

SABATO 26 NOVEMBRE
VINILE 45
Via del Serpente, 45
Zona Ind. Fornaci
Brescia
INFO: 335/5350615
http://www.vinile45.com/
INGRESSO riservato ai tesserati Arci 2011 con un contributo di 8 EURO

A Toys Orchestra - http://www.atoysorchestra.it/
www.myspace.com/atoysorchestra

A TOYS ORCHESTRA + Disco Not Disco dj Set
Presentano il nuovo lavoro “ Midnight (R)evolution” atteso seguito dell'acclamato “Midnight Talks”.

Intenso ed evocativo indie rock di matrice statunitense e canadese a tratti abilmente contaminato con la tradizione musicale mediterranea.
DISCO NOT DISCO Dj Set by Marco Obertini disco punk/electrowave/psichedelia

Gli A Toys Orchestra nascono nel 1998 in provincia di Salerno. Dopo aver partecipato alla compilation Soniche Avventure e aver vinto il concorso “Gruppo Soniche” del 2000, indetto da Sony/Fridge, nel giugno 2001 pubblicano il primo album, dal titolo Job (Fridge rec). Nel 2003 partecipano e vincono il festival MusicalBox di Urbino, ospitato all’interno della rassegna “Frequenze Disturbate”. Nell’autunno dello stesso anno la band lascia la Fridge per passare alla Urtovox Records, iniziando a lavorare al nuovo album che esce nell’ottobre 2004 col titolo Cuckoo Boohoo, e si fa notare per il singolo Peter Pan Syndrome, abbinato a un videoclip molto fortunato. Il 19 marzo 2007 esce il terzo capitolo discografico degli A Toys Orchestra: si intitola Technicolor Dreams ed è realizzato in collaborazione con Dustin O’Halloran (Devics). L’album viene distribuito e promosso anche in Europa, ottenendo lusinghieri risultati in Inghilterra, con ben due singoli in rotazione su BBC Radio 2. Mentre tre brani di finiscono nella colonna sonora di The beautiful ordinary (2007), diretto della regista Jess Manafort, nel 2009 partecipano al progetto/compilation Il paese è reale, promosso dagli Afterhours, con il brano inedito What you said. Nel 2010 arriva nei negozi Midnight Talks cui fa seguito, nell’aprile 2011, Midnight (R)evolution, uscito successivamente all’Ep Rita Lin Songs, che in sei giorni di download gratuito viene scaricato 10mila volte.

Gli A Toys Orchestra sono: Enzo Moretto (voce, chitarre, piano, synth), Ilaria D’angelis (voce, synth, piano, chitarra, basso), Raffaele Benevento (basso, chitarre) e Andrea Perillo (batteria).
LEONCAVALLO

Spazio Pubblico Autogestito
Via Watteau, 7 Milano
(Bus 43 – 81 – MM verde Gioia o Centrale / Gialla Sondrio)
http://www.leoncavallo.org/

LA TERRA TREMA al LEONCAVALLO
Vini e vignaioli autentici, agricoltori periurbani, cibo e poesia dalla terra
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25, 26, 27 Novembre

LA TERRA TREMA

Ingresso a sottoscrizione 8 euro
Genere/Rassegna: Fiera enogastronomica
Luogo: Salone

Milano 2011, un movimento sempre più crescente di agricoltori sta per raggiungere la metropoli… lungo il percorso risuonano le grida di battaglia!
Questo anno La Terra Trema ospiterà oltre cento produttori, agricoltori e contadini nella metropoli per raccontare le loro storie di resistenza, per indicarci delle strade percorribili per un’alternativa a questo post-post moderno sistema di sviluppo. Per farci degustare, assaporare e gioire col loro vino, con i sapori, i profumi le storie dei loro prodotti.

Ad avere più spazio sarebbero stati quasi il doppio. Ci hanno contattato a centinaia, da tutta Italia, per partecipare a questo assalto. Ci riproponiamo di conoscere presto questi contadini.

La Terra Trema ospiterà anche questo anno una serie di incontri.

Il VINOTAV Rosso di Chiomonte DOP. Direttamente dall’Opposizione Popolare, un prodotto a rischio estinzione. Da quelle parti infatti è previsto l’inizio di un cantiere della nuova linea TAV Torino-Lione. Bevendo il vino di questa bottiglia non solo si sostiene una attività agricola della zona, ma si contribuisce ad una lotta per la sopravvivenza dell’intera Valsusa. Saranno presenti Andrea Turio (cooperativa Clarea) e Ludovico Jengo (comitati NOTAV).

Giacomo Ruiu ci racconterà della capra nera verzaschese, della montagna, e dei suoi formaggi con degustazioni della caciotta della Valle Intelvi e della formaggella del Luinese.

Gigi Brozzoni (Seminario Permanente Luigi Veronelli) ragionerà con noi sul vino asservito a richieste di mercato, omologato conformista e ammiccante, e sul vino che invece racconta di stagioni e territori, di storie di uomini e donne, di lotte: quando questo accade è lì che comincia una rivoluzione. Nella degustazione si assaggerà un vino contadino, un vino enologicamente perfetto, un vino macerato, un vino semiindustriale.

Verrà proiettato Genuino Clandestino. Movimento di resistenze contadine, di Nicola Angrisano prodotto dal collettivo InsuTv. Un grido di accusa contro le politiche europee, la filiera industriale agricola Italiana e la politica della grande distribuzione. Affronta il tema dei “neo contadini“, “fuori” dal giro della grande agricoltura, delle grandi certificazioni, dei contributi europei, che nonostante tutto lottano per produrre prodotti Genuini, secondo la tradizione contadina, ma spesso anche Clandestini, perché non contemplati dalla legge.

Uno spazio sarà dedicato ai più piccoli con la Scuola di Cucina creativa per Bambini, perché crediamo fortemente nel recupero della manualità attraverso esperienze di percezioni sensoriali. Il laboratorio di biscotti “Un dono d’inverno”, a cura di Claudia Compagni e Geraldina Strino, è gratuito ma a numero chiuso con prenotazione a lottavocorpoplatonico@hotmail.it.

Durante tutte e tre le giornate la Cucina Pop del Leoncavallo preparerà spettacolari pranzi e cene con i prodotti degli agricoltori presenti. Anche quest’anno ci sarà il pesce fritto, freschissimo dai mari della Sicilia, a cura della Cooperativa del golfo.
In alto i calici e prepariamoci alla lotta!
Festeggiando insieme e brindando alla vita anche in questi momenti incerti e difficili.

Consapevoli che anche attraversando La Terra Trema si possono trovare delle strade percorribili per il cambiamento reale, e che anche così nascono le rivoluzioni.

Perché non ci basta più essere solo acquirenti onesti e coscienziosi della decrescita felice.

Siamo gli incazzati, siamo gli stravolti da politiche insulse che ci hanno portato fino a qui.

PREPARIAMOCI A DETESTARE IL BUONO CHE AVANZA.

Le serate si concluderanno con dei concerti imperdibili: progetti di musicisti italiani e stranieri, che hanno fatto la storia della musica underground degli anni ’90, e nuove proposte di qualità.

Venerdì 25 Novembre
Mombu + Katzuma (dj set)
Ingresso a sottoscrizione 5 euro
Genere/Rassegna: Concerto per “La Terra Trema”
Luogo: Foresta

Katzuma nasce nel 2004 dall’incontro di Deda, produttore ed mc (Isola Posse, Sangue Misto, Neffa), e il tastierista Tony T. Affonda le sue radici nel funk e nella disco.
Mombu è il nuovo progetto di Luca T. Mai e Antonio Zitarelli rispettivamente sax negli ZU e batteria nei Neo.

- The Reverend and the flidder
Genere/Rassegna: Blues
Luogo: Baretto

Mauro Ferrarese, voce e chitarra, ed Enzo Albini, violino.

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Sabato 26 Novembre
Bellini + Paolo Minella (dj set)
Ingresso a sottoscrizione 5 euro
Genere/Rassegna: Concerto per “La Terra Trema”
Luogo: Foresta

Bellini è un quartetto ritmico, ermetico e bello aggressivo composto da Agostino Tilotta, sua moglie Giovanna Cacciola (Uzeda), il bassista Matthew Taylor (the Romulans) e il batterista Alexis Fleisig (Girls Against Boys).

Dj P. Minella chiuderà il sabato del villaggio con la sua DDD disco dancehall deephouse.

- Amanda e la banda
Genere/Rassegna: Blues
Luogo: Baretto

Il blues è di scena con Amanda e la banda, la cui voce solista ed anima del gruppo, Amanda Tosoni, è trascinatrice dotata di grinta e voce rare.

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Domenica 27 Novembre
Egle Sommacal + Sakee Sed
Ingresso gratuito.
Genere/Rassegna: Concerto per “La Terra Trema”
Luogo: Foresta

Egle Sommacal, chitarrista compositore (Massimo Volume, Ulan Bator), suonerà accompagnato dai fiati.

Sakee Sed, giovane duo bergamasco capace di passare dal folk allo stoner mantenendo intatta una genuinità che sul palco diventa a seconda dei casi romantica o festaiola.

La Terra Trema
Folletto 25603, Leoncavallo s.p.a.

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FLEISCH
Ufficio Stampa
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Francesco Carlucci
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::: CIRCOLO MAGNOLIA :::
presenta
DENTE
+ Dj Fake

Mercoledì 30 Novembre 2011
Giovedì 1 Dicembre 2011


Ingresso 10 euro con Tessera Arci
Apertura porte ore 21.30
Inizio spettacolo ore 22.00


GUARDA IL TEASER su YOUTUBE:
http://www.youtube.com/watch?v=No2_gFH14r4

Doppia data milanese per il cantautore di Fidenza naturalizzato meneghino. La città che lo accolse sui piccoli palchi dei Navigli per esibirsi chitarra e voce, ora lo celebra e lo acclama.

Arrivato al quarto album in studio Dente conferma le qualità già espresse nei precedenti, affinando la scrittura, sempre più campo di sfida per giochi di parole, inganni letterali e finzioni stilistiche. Io tra di noi (Ghost Records, 2011) ha già nel titolo il sapore beffardo e maturo di uno chansonnier che si è fatto da solo, conquistandosi passo a passo, pubblico, critica e la stima del mondo musicale tutto. Tante sono le partecipazioni illustri, dagli arrangiamenti per fiati e archi di Enrico Gabrielli e Massimo Martellotta, alla produzione di Tommaso Colliva (Calibro 35, Afterhours, Muse, Marta sui Tubi).

Dodici le tracce dell’ultimo disco che sono già diventate per molti ritornelli e strofe da sapere a memoria, per cercare di disturbarne l’esecuzione dal vivo.

Il pubblico di Dente è tra quelli che non aspettano, vogliono, tutto e subito. Per questo ogni nuova prova artistica è messa al vaglio prima di tutto dal concerto e dalla sua semantica.

I concerti di Dente sono tra i più frequentati in Italia e anche per questo per Milano, la città in cui vive da diversi anni, si è scelto di raddoppiare l’appuntamento per farci stare tutti e non lasciare nessuno senza, mercoledì e giovedì Dente raddoppia, al Circolo Magnolia.

CONSIGLIATA LA PREVENDITA nei circuiti indicati: (E’ necessaria la tessera arci)
Magnolia (via circonvallazione idroscalo, 41)
Santeria (via paladini, 8 Milano)
La Locomotiva (piazza Marconi, 7 Vimercate - MI)
Sede Arci Milano (via Adige, 11 Milano)
Tambourine (via Carlo Tenca, Seregno 16 - MI)
Bloom (via Curiel, 39 Mezzago (MI)
Meet2bitz (Alzaia Naviglio Grande, 14 Milano)
Serendipity (Corso di Porta Ticinese, 100 Milano)
Frida (Via Antonio Pollaiuolo, 3 Milano)

NB: TESSERA ARCI OBBLIGATORIA

EFFETTUA LA PREADESIONE ON LINE: http://www.circolomagnolia.it/preadesione
Sarà già disponibile la Tessera Arci 2012, valida dal momento dell’iscrizione fino al 31 dicembre 2012. Fino al 31 dicembre 2011 è possibile accedere al Circolo con la tessera Arci 2011.

Come raggiungere il CIRCOLO MAGNOLIA
Tangenziale est uscita Linate, o da Milano percorrere Viale Forlanini, all’aeroporto a sinistra, dopo due semafori alla prima rotonda grande, parcheggio sulla destra

Circolo Magnolia
- Via Circonvallazione Idroscalo, 41 - Segrate (MI)
web site: http://www.circolomagnolia.it/
my space: www.myspace.com/circolomagnolia
facebook: Circolo Magnolia
twitter: Circolo Magnolia
gallery: www.flickr.com/photos/circolomagnolia
video: www.youtube.com/user/circolomagnolia
infoline: +39 366 5005306
mail: info@circolomagnolia.it

Ufficio Stampa ARCI Saphary Deluxe - phone/fax: 02 70200686 - daniela@sapharydeluxe.it

mercoledì 23 novembre 2011

STATUTO IN CONCERTO DI SOLIDARIETÁ PER GENOVA E LA PROVINCIA DI LA SPEZIA

SABATO 3 DICEMBRE 2011 
live @ Dialma Ruggero
LA SPEZIA (SP)

SABATO 10 DICEMBRE 2011
live @ piazza Adriatico
GENOVA (GE)


Avevamo dato la nostra disponibilità ed espresso la nostra VOLONTÁ di poter far qualcosa di concreto per la gente colpita dalla tragedia meteo delle scorse settimane. Siamo musicisti, ma non rockstar e i nostri redditi sono pari a quelli di un qualsiasi lavoratore al minimo di stipendio e non abbiamo la possibilità di fare donazioni UTILI. Abbiamo quindi pensato che sarebbe stato più UTILE usare la nostra musica, fare un nostro concerto dove tutti gli intervenuti potessero fare un'offerta da devolvere a progetti di necessità immediate per le persone messe in difficoltà dall'alluvione. Unendo le forze e le cifre, un aiuto CONCRETO lo potremo dare, usando quel che possiamo, cioé noi stessi che suoniamo.

E vogliamo sottolineare la tempestività e la disponibilità di varie realtà sia spezzine che genovesi messesi subito al lavoro per organizzare tutto al meglio.

Chiediamo a tutti voi di far girare la voce e invitare a partecipare più gente possibile, non solo per ascoltare noi, ma, soprattutto, per dare un aiuto UTILE a chi ne ha bisogno. Grazie.

Statuto

martedì 22 novembre 2011

NELL'ACQUA
Rezoph²onic
- Zeta Factory - 2011

Finalmente! Più volte annunciato e altrettante rinviato, anticipato un anno fa dall'omonimo singolo Nell'Acqua che, dopo il cameo nel videoclip di Spasimo, aveva permesso di arruolare attivamente nel progetto ideato da Icio De Romedis e Mario Riso il signor Michele Salvemini da Molfetta in arte Caparezza, sia alle liriche che alla voce, l'autunno 2011 vede l'uscita dell'atteso sequel al già straordinario REZOPHONIC di un lustro fa. Per l'esattezza: cinque anni, centoventi pozzi, dodici cisterne di acqua e, addirittura, tre scuole dopo. Una volta ancora a sostegno del progetto idrico in Kajiado, regione tra le più aride del globo ai confini fra Kenia e Tanzania, ecco perciò scendere in campo una nuova squadra di pesi medio-massimi del rock italiano. Molti alla loro seconda esperienza; altri, invece, importanti new entries, tutte unite da un vivo e partecipativo spirito di adesione al concreto impegno di Super Mario per questa sua iniziativa umanitaria targata AMREF. Fin dal primo ascolto si percepisce una novità rispetto al passato: Rezoph²onic è cresciuto, e oggi suona come una band vera e propria. Dalle mille sfumature e sfacettature sonore, certo, ma tutte provenienti da un'entità compatta e omogenea, in continuo movimento. Fluida e snella. Si prendano ad esempio la sognante power ballad Women On The Edge, affidata alle armonie vocali invenate di gospel di Alteria, L'Aura, Elena Di Cioccio e Michelle Lily, e il monolitico crossover di Evoluzione in cui canto e parti rappate sono appannaggio di KG Man, Bunna, Tormento, Ema e Max Zanotti; mondi lontanissimi che collimano ed esplodono in un caleidoscopio di suoni e colori altrimenti irripetibile altrove. Nel primo caso, con gli archi di Alyona Afonichkina a tessere le trame più leggiadre dell'intero album;  nel secondo, con gli scratch di DJ Aladyn e un tris di axemen come Tommy Massara, Fabio Mittino e Stefano Verderi a garantire il giusto dinamismo al pezzo. In questa forbice di umori si inseriscono senza soluzione di continuità il fulminante elettro punk di Regina Veleno, con Eva Poles protagonista assoluta alla voce, la più corale e settantiana Love, ennesimo esempio della grandezza vocale di Mr. Zanotti, il portentoso e sferzante hard rock dei Movida con Sono Un Acrobata, tutto cuore e muscoli. E che dire del primo singolo ufficiale del cd: la poesia di Gianni Rodari Ci Vuole Un Fiore, musicata in originale dai giganti Endrigo-Bacalov, diventa, grazie ad un ispirato Enrico Ruggeri, supportato tra gli altri pure dal capitano dell'Inter Javier Zanetti, un inno punk accattivante e coinvolgente, tanto su cd quanto in sede live. C'è spazio pure per una rivisitazione dell'altrettanto scatenata Nell'Acqua, con il cameo di Giuliano Sangiorgi, accanto al già citato Caparezza, e la contemporanea uscita della terza chitarra di Marco Trentacoste, factotum del precedente episodio discografico. Quindi salgono in cattedra le due voci dei Lacuna Coil in Survive: a Cristina Scabbia (solo ai cori di Nell'Acqua) e Andrea Ferro si affiancano Olly dai The Fire e il carneade Renato Di Bonito, mentre Saturnino al basso gonfia l'elettronica di Luca Chiaravalli e le programmazioni  di Giordano Moretti.  E compaiono pure le già note Predatori Della Notte, grintoso duetto Ruggeri-Pino Scotto presente su DATEVI FUOCO, e la cinematografica Vita Da Dandi già inserita nella colonna sonora di Romanzo Criminale 2, con Gary Wallis, collaboratore dei Pink Floyd, alla batteria. Prima del gran finale, affidato alla strepitosa versione live de L'Uomo Di Plastica, registrata all'MTV Day 2007, è tempo per Alti E Bassi, forse l'episodio meno riuscito del lotto, ma pur sempre energica (gran rullata introduttiva à-la Painkiller!) e moderna, con 3/5 dei Movida a lavorare di fino per Piotta, KG Man e Dava. Questo è quanto. Così, brani a tutta prima distanti finiscono per parlare la stessa lingua, superando la babele di generi e suoni, unendosi in un comunitario abbraccio artistico dal valore universale. "Chi ha avuto molto dalla vita, deve passare le proprie giornate provando a restituire". Concordiamo e sposiamo la causa. Fatelo anche voi. E sia ben chiaro che questo è solo l'inizio! Vai Mario!!

martedì 15 novembre 2011

INNERSELF SURGERY
Laser Geyser
- Tannen Records - 2011

Un treno lanciato a folle corsa su sferraglianti binari instabili, malfermi e sghembi. E due macchinisti. Uno alla batteria, l'altro alla chitarra. Questo, in ultima analisi, il nuovo 7 pollici dei bolognesi Laser Geyser, tra reminescenze garage e grinta emo-core. È un vinile estremamente ritmico, in cui anche le linee vocali presenti sia nello sfogo à-la Who di Innerself Surgery sia in Silver Strawberry For A Bullet, quest'ultima dal camuffato retrogusto cathedral-sabbathiano, ma con gli Stooges ben in testa, regalano una spinta propulsiva affinchè l'anima punk dei loro esecutori venga sempre più fuori, asciugando e scarnificando il più possibile la loro proposta sonora. Che si fa, numericamente parlando, assai ben più consistente con l'acquisto della medesimo disco in formato digitale. Da due brani si passa infatti ad un totale di tredici, andando a ripescare, per i neofiti, tanto lavori che raccontano e delimitano ulteriormente il raggio d'azione di Cangio e JJ, quanto vecchie hits. Da intendersi non nell'accezione di canzoni di successo, ma come veri e propri colpi, proiettili sparati neanche tanto a salve addosso all'ascoltatore, con l'intento di scardinarne l'atavica scarsa propensione ad un ascolto attento e appassionato. Ecco dunque Super Voids, con Cangio novello Perry Farrell alla guida di un proto punk scartavetrato; e il Johnny Rotten di inizio carriera uscito a braccetto per un drink analcolico con Speedo, direttamente dagli ormai defunti Rocket From The Crypt, in una quadrata Useless Crash. Ted Sad accenna una maggiore stratificazione e articolazione sonora, per quanto lo consenta la formula del duo, con riferimenti alla Alice Cooper band di fine anni '60 e ancora sotto l'ala protettiva di Frank Zappa. Sempre in tal senso, una nota di merito va alla strumentale Forzier mentre l'esplosiva Throat Miners, primo singolo in carriera per il duo, e qui accompagnato dalla b-side Scorpio Rising, è un travolgente frullato  non avendo peraltro nulla da invidiare a formazioni d'Oltreoceano ben più celebrate come gli ottimi Sponge. E potremmo andare avanti così all'infinito con Dust Tiger, Deathfuck, Slap You e Grass Snake Vertigo. Ma c'è pure dell'altro, come la dilatazione psichedelica di Carcharodan Carcharias, mutevole camaleonte sonoro in cui confluiscono ossessioni post rock e memorie proto punk su deliranti liriche spigolose e necessarie propulsioni melodiche. Policromie musicali e visuali, come la tavolozza di colori esplosi di getto nella nebulosa (iperspaziale?) presente in copertina; la stessa velocità con cui le schegge dei Laser Geyser viaggiano  e si propagano contemporaneamente nell'aere, partendo tanto dalla piastra per i vinili quanto attraverso la tecnologia dell'i-Pod. It's only rock'n'roll (but I like it)!

venerdì 11 novembre 2011

PICKIN' UP THE PIECES
Fitz And The Tantrums
- Dangerbird Records - 2010

Una voce maschile che risponde al nome di Michael Fitzpatrick; quella femminile che  nobilita ulteriormente i lineamenti affascinanti dell'effervescente Noelle Scaggs. Un sassofonista old school come James King e il gioco è fatto. Non per sminuire la sezione ritmica, affidata al basso di Ethan Philips e alla batteria del giovane session man John Wicks, o le tastiere di Jeremy Ruzumna, tutt'altro!? Anche perché saranno proprio loro a fare la differenza. Ma andiamo per gradi, visto che ciò che infatti resta impresso al primo ascolto dell'accattivante singolo MoneyGrabber è proprio la mescolanza delle due voci, quella più impostata e pop di Fitzpatrick e quella potente e soul della Scaggs (ricordate Let's Get It Started dei Black Eyed Peas? Guardate chi c'era nei cori), supportate dai ricami dei fiati, mai invadenti, ma di certo determinanti per garantire quel quid ad un brano omaggiante nel break centrale gli Chic di Le Freak. Certo, ci sono tante formazioni in circolazione che si occupano di soul, R&B e Motown, con due voci e i fiati comunque ben in evidenza; dunque, perché preferire il combo californiano agli altri? Perché, mentre intanto scorrono piacevolmente episodi come la critica politica di Dear Mr. President (qui Michael pare Mick Jagger), la psichedelica News 4 U e l'ariosa Pickin' Up The Pieces, ci accorgiamo di come non si faccia mai ricorso in ultima analisi alla chitarra e anzi, siano proprio il basso e la batteria a battere sul tempo, liberando le tastiere di Ruzumna a ruolo di protagoniste assolute, fornendo ritmo e smalto anche a due episodi rilassati come la sognante Tighter e la funkeggiante prova di Rich Girls. E ancora: Don't Gotta Work It Out, Winds Of Change e L.O.V. sono l'ennesima prova concreta di come pur senza inventarsi nulla di apparentemente nuovo, si possa dire la propria, offrendo un personale punto di vista e nuova linfa vitale ad un genere di per sé immortale. Una sfida vinta? Una prima battaglia non persa, piuttosto. È come sempre sulla lunga distanza infatti che si devono vedere i risultati. Certamente, incoraggia sapere che anche una band internazionalmente nota, e musicalmente differente, come i Maroon 5, nella figura del cantante Adam Levine, abbia scelto i Fitz And The Tantrums in qualità di opening band del proprio tour; così come pare altrettanto significativo che da qui a fine anno le date continuino a non mancare al sestetto, anche nel ruolo di headliner. E chissà mai che qualche mente lungimirante non decida di regalarceli pure qui in Italia, anche solo per un mini tour, lasciandoci la libertà di farsi e farci contagiare dall'uptempo di Breakin' The Chains Of Love o, più semplicemente, vedendo nel riuscito binomio Fitzpatrick-Scaggs la reincarnazione moderna di Ike & Tina.

mercoledì 9 novembre 2011

MUSICA DA CUCINA
Musica Da Cucina
- Long Song Records - 2011

I buoni sapori di una volta uniti agli ancestrali rumori della tavola. Così Fabio Bonelli, a.k.a. Musica Da Cucina, con il suo atteso secondo album in uscita tra pochi giorni, ci permette un tuffo negli anni '30-'40 della nostra Italia, dopo la vittoria claudicante nella Prima Guerra Mondiale e le sue lotte interne in seguito alla disfatta della Seconda. Eppure è ancora un mondo incontaminato quello che le ricette/canzoni preparate da Bonelli vanno indirettamente ad illustrare, dove il tempo è il signore incontrastato delle attività quotidiane e la donna ne è la loro fiera custode. L'indiscussa regina del focolare, il suo sapere sedimentato nella storia, recuperato dalla tradizione e tramandato alle generazioni future, è ciò che viene qui celebrato, senza sfarzo e pomposità, ma con estremo affetto e commovente fierezza. Così il ridanciano chiacchiericcio da cortile di Tanti Piccoli Chicchi Di Riso Che Sorridono Felici è occasione per localizzare il luogo del nostro posto di ristoro, ubicato ad Arigna, frazione di Ponte in Valtellina, tra i montanari della valle omonima e le massaie loro consorti. Pentole, grattuggie, sbattiuova, cucchiai, mestoli e coltelli sono solo alcuni degli attrezzi da cucina riadattati per l'occasione e trasformati in inusuali strumenti musicali; e se il risultato del primo capitolo discografico uscito quattro anni fa per la City Living fu allora sorprendente, oggi mancherà pure il fattore sorpresa, ma è esponenziale la crescita del pathos emanato dal nuovo ricettario. Figure femminili popolano il cd. Elvira E Amelia si ritrovano così, di nuovo giovani e belle, dinanzi alla tavola non ancora imbandita, impastando, amalgamando, lavorando alacremente con la farina, l'acqua e le uova; Zeffirina maneggia ai fornelli e nei pressi della stufa. Elena l'austriaca è protagonista della malinconica For Ellen. Noi che si fa? Lieviti Tu O Lievito Io, Nonna? Legittima domanda dei nipotini accorsi al suono delle vettovaglie adoperate con meticolosità dalle donne in cucina. Lungo Il Mera gli uomini continuano a lavorare in attesa del temporaneo rientro a casa; Tanta Neve, Piedi Freddi ci ricorda come le difficoltà della vita in valle potevano solo in parte esser accantonate di fronte ad un abbondante piatto di polenta fumante. The Rest Song è una sorta di ninna nanna, utile per la pennica pomeridiana dopo un caffé bollente corretto grappa. Al termine del lavaggio piatti, diamo una mano a ritirare almeno le posate, ma cucchiai e cucchiaini vengono riutilizzati da Bonelli per un paio di altri brani: Shager Today sono l'ultima fatica della giornata. Poi c'è solo attesa. Una lenta e lunga attesa per la lievitazione naturale di Pasta Madre, tra pentolame vario ed eventuale. Pazienza, estro e capacità manuali sono alla base di un'ottima ricetta; tutte peculiarità messe in luce una volta ancora da questa nuovo menù, preparato con attenzione e misura chez Fabio. Ringraziamento speciale va a zia Elvira, classe 1927, per i disegni in copertina, riadattati da Giacomo Spazio e Valeria Maggiani, ma soprattutto per essere depositaria vivente delle massaie di un'Italia sempre più lontana nel tempo, ma, mai come oggi, agognata e ricercata. Tutti a tavola!

lunedì 7 novembre 2011

THE SPHINX
Sananda Maitreya
- Treehouse Publishing - 2011

Se c'è una cosa che non gli si può di certo rimproverare è la scarsa prolificità. Sananda Maitreya, tornato in studio a poco meno di un anno dal precedente NIGOR MORTIS che già poteva contare sulla bellezza di ventitre brani, nei successivi dodici mesi rilascia a scadenze pressoché regolari quattro capitoli di quello che ad inizio 2011 verrà raccolto e pubblicato, sempre sotto l'egida della propria etichetta discografica, con la definitiva dicitura THE SPHINX, impressionante (capo)lavoro musicale, altrettanto corposo e ricco, articolato in ben ventiquattro tracce inedite; addirittura venticinque, se consideriamo il Sananda's Requiem, inattesa bonus track nel caso si opti per l'acquisto in mp3 direttamente dal website personale del musicista. Ennesimo ritorno in grande stile per l'Artista newyorkese, ormai di stanza a Milano da all'incirca dieci anni, il nuovo cd del suo post millenium rock è un autentico, immaginifico concentrato di anima e chitarre, di groove e passionalità, su cui, come sempre, svetta la voce calda e graffiante del musicista che abbiamo imparato ad amare a metà anni '80, strumento tra gli strumenti, in grado di emozionare come e forse più di prima in questa sua seconda vita artistica. Sananda non vive sugli allori del passato. I bagliori rock presenti nelle coralità Seventies della litania soul Christine crescono sempre più nel corso degli oltre 70 minuti di grande Musica prodotta, sfociando tanto nella diretta I Saw Her, bagnata da un'interpretazione da brividi del Nostro che ritroveremo pure nella splendida If All I Do Is Cry, quanto nelle pieghe etniche dell'accattivante Azerbaijan. Polistrumentista lineare ed estremamente efficace, Maitreya guidato da una sensibilità superiore, passa con eleganza e disinvoltura unica dalle atmosfere sensuali di Euphoria all'ammaliante R&B casalingo di The Laughing Song; ci regala un prezioso esercizio di stile al grand piano nella Sananda's Variation On A Theme By Mozart prima di concederci il bis in Time Takes Time (Takes 2) e avventurarsi nella lennoniana Marry Me, intensa dichiarazione d'amore, frutto di una naturale predisposizione per le gioie della vita. What Baby Wants, sostenuto e cadenzato jazz funk davvero trascinante, è un altro picco del cd; i migliori soulmen del passato rivivono in I Never Know, cullandoci in un abbraccio senza tempo. La cooperiana The Quarterback Song e le intricate vocalità di The Ballad Of LeBron & Kobe non abbassano la guardia. C'è spazio per il divertissement di Eat My Thumbs, coi Led Zeppelin di Misty Mountain Hop ad incontrare idealmente Anthony Kiedis e i Red Hot Chili Peppers in completo acido. E ancora: l'iperattivo wah wah di The Blame, la ballad All The Way To Memphis, i ritmi sudamericani di King Of The Silver Medal, quelli psichedelico-magrebini di The Captain's Table, la ripetitività mantrica di Big Baby e This Far testimoniano come tutto giri per il verso giusto nello Zooathalon, perfino tra le pieghe amare, ma non prive di speranza, della conclusiva She's Sad. Determinato come Hendrix, spirituale come Santana, multiforme come Prince, Sananda, anno dopo anno, album dopo album, ridefinisce il suo ruolo di performer dentro e fuori quel music business da cui volontariamente si affrancò nel secolo scorso, ponendo al centro della propria opera unicamente la forza creatrice del suo ingegno, supportata dalle qualità indiscusse della voce, da sempre marchio di fabbrica. Prima di Lenny Kravitz, meglio di Seal, ben oltre Michael Jackson. THINK SPHINX!

giovedì 3 novembre 2011

WILL RAP OVER HARD ROCK FOR FOOD
Chuck Mosley and VUA
- Reversed Image Unlimited - 2009

Nell'anno dell'attesa reunion dei Faith No More con tanto di tour mondiale annesso, ecco tornare alla ribalta pure quel Chuck Mosley, primo frontman riconosciuto della band, che fu fonte di ispirazione per lo stesso Mike Patton, di lì a qualche anno suo successore, agli inizi della sua brillante carriera, e che mai ha smesso in questi anni di scrivere musica seppur lontano dai riflettori del music business. Presente sul debut album WE CARE A LOT e sul successivo INTRODUCE YOURSELF, Mosley riunisce attorno a sé una band tutta nuova, i Vanduls Ugainst Alliteracy guidati dal drumming potente dell'ex Damn Yankees nonché attuale Lynyrd Skynyrd Michael Cartellone, e una manciata di ospiti più o meno noti che lo aiutano a rimettersi in carreggiata dopo la poco fortunata esperienza con i Cement e l'oblio degli ultimi quindici anni. Il singolo scelto per presentare questa sua fatica solista si intitola The Enabler e schiera Jonathan Davis, direttamente dai Korn, e il virtuoso John 5 alle sei corde per un brano tutto sommato lineare, ma, viste le persone coinvolte, dalle forti e dichiarate tinte nu metal, con una ragguardevole dose di elettronica proveniente dalle tastiere del produttore Michael Seifert (qualcuno ricorda i Bone Thugs-n-Harmony?). La commistione di generi pare sia la caratteristica che accomuna pure le altre nove tracce del cd, altrimenti così diverse fra loro: dall'estatico omaggio ai dEUS riletti attraverso il metal cantrelliano di Tractor, alla folk ballad Nameless in compagnia della misconosciuta compagna di etichetta Leah Lou, passando per le atmosfere claustrofobiche di Pile Driver e attraverso il pop punk della giovanilistica Punk Rock Movie che, al contrario, non avrebbe sfigurato all'interno di una colonna sonora di un qualsivoglia telefilm americano anni '90 tanto in voga anche da noi. In questa ricca tavolozza di colori c'è spazio per l'ennesima rivisitazione della classica We Care A Lot, dal divertito testo, una volta ancora modificato in base alle esigenze del momento, e che si segnala per il graditissimo cameo dell'ex compagno di band Roddy Buttom alle tastiere. Sophie è una quieta pausa per sole chitarre acustiche e voce da crooner dopo il tentativo, per la verità poco riuscito, di spingere nuovamente sull'accelleratore con il punk californiano di King Arthur's Cousin Ted, abortito rapidamente dopo pochi secondi. Le atmosfere pacate dei Collective Soul ravvisabili in Come Around crescono lentamente fino a sfociare nella cavalcata metal grunge à-la Soundgarden. Ain't gonna stop what I started! ripete Chuck; noi vogliamo credergli anche alla luce della conclusiva Bob Forest, una riuscita ballad hard rock, dominata dalla sua voce a tratti ossessiva, e ricca di assoli confezionati da Seinfert in compagnia dell'altro chitarrista Tim Parnin, che rivela un finale strumentale quasi ambient tutt'altro che scontato. Un buon modo per Mosley di introdur-sè stesso nel nuovo Millennio. Avanti così.

mercoledì 2 novembre 2011

IO TRA DI NOI
Dente
- Ghost Records - 2011

Lui è tra di noi con un pugno ed una carezza.

Tra le negatività de L'AMORE NON È BELLO (il pugno) e le positività di NON C'È DUE SENZA TE (la carezza) si colloca il canzonatorio IO TRA DI NOI. L'ironia di Giuseppe Peveri è sempre (s)canzonata dentro testi intrisi di icone letterarie (Ungaretti rivisto e corretto in Sàldati) e metaforiche rappresentazioni di una vita (di coppia) a due facce. La resa forma canzone di questi testi è molto accurata e trattata da 'esperti in materia' che non possono dare adito a smentite (Enrico Gabrielli, Tommaso Colliva, ...), ma in questo album viene espansa la vena orchestrale presente nelle composizioni di Dente a scapito della buona resa rock che si poteva trovare in alcuni brani dell'album precedente (Buon Appetito e Vieni A Vivere su tutte). Così come è difficile trovare dei luoghi comuni dentro i brani di Dente è altrettando facile donare dei prefissi al suo nome d'arte per descrivere i pezzi dell'Io Tra Di Noi (scritto II-IO-II - data di uscita dell'album - proprio per evocarne il titolo): intraprenDente nei pezzi più radiofonici come Piccolo Destino Ridicolo, Giudizio Universatile, Io Si e Pensiero Associativo; sorprenDente nella ariosa Rette Parallele con una insolita coda strumentale; evocativa e selvaggia come un corpo contunDente la Settimana Enigmatica; insolitamente decaDente Da Varese A Quel Paese. In un passaggio più attento e ripetuto (in cuffia) posto negli ascolti di Due Volte Niente, Cuore Di Pietra e Puntino Sulla I si può evocare intimamente il Nick Drake di PINK MOON.

Come detto, un Dente meno rock del preceDente, ma più delicato e sempre attento nei testi che fa uscire (lui stesso ha ammesso che la scrittura di una canzone è un atto liberatorio). Nel complesso un album pop molto curato e nei particolari perfetto, in perfetto stile retrò.

mercoledì 26 ottobre 2011

PURGATORIO
Piet Mondrian
- Urtovox - 2011

"Lungo il sentiero del mondo d'un tratto ci siamo voltati e si è visto indietro per soffermarci un pò sulle cose della vita ch'è corta e veloce va via". Sorprendono due cose in questi primi trenta secondi abbondanti di PURGATORIO. Sorprende innanzitutto ascoltare ancora una volta la voce di Caterina Polidori doppiare quella di Michele Baldini e fondercisi insieme nonostante l'abbandono dello scorso maggio. E, anche alla luce di questo avvenimento che pensiamo a suo tempo traumatico, sorprende trovarci a rileggere il testo di Paradiso Terrestre notando, nel suo sound di ultraterrena sospensione, numerosi frasi inconsapevolmente premonitrici del futuro che di lì a poco avrebbe condotto alla separazione dei due musicisti. Non una sola nota è stata dunque suonata dalle nuove entrate Francesca Storai e Valeria Votta, in organico a lavoro pressoché ultimato e in prima linea per i nuovi live. Se affrontato da questa angolazione ci troveremmo di fronte a uno di quei rari casi in cui l'album è già passato prima ancora di uscire. Eppure sbaglieremmo se lo considerassimo lavoro di serie B. Sì perché i Piet Mondrian in questo progetto hanno investito parecchie energie; e sgobbato non poco. Partendo da una analisi del senso di colpa, declinato all'interno di quello che sono i sette vizi capitali, Baldini affina le sue liriche, lima e amplia, aggiunge e corregge, spinto forse in parte dal confronto con l'inarrivabile conterraneo Dante che al secondo dei mondi ultraterreni dedicò una cantica intera. E con la Polidori non si limita ad una riproposizione pedissequa del sound misantropicanesco. Mai così tanta violenza sonora s'era abbattuta infatti da queste parti come quella che ascoltiamo nel finale di Gola o lungo tutta la durata di Avarizia, in cui scariche rock s'incrociano con soluzioni di tastiere non troppo dissimili dai suoni prodotti da uno strumento come il mahai metak, prima di far spazio a inaspettati backwards. Caterina è protagonista assoluta nel crescendo di Lussuria, brano acustico dalle cadenze tradizionali che sarebbe stato oggetto di attenzione da parte di Ginevra Di Marco e della sua pregevole ricerca musicale, di forte matrice popolare, se solo fosse uscito cent'anni prima. Superbia è un'invettiva politica e sociale ben poco velata, ma anzi, diretta, attuale e coinvolgente: i CCCP-Fedeli Alla Linea oggi non saprebbero fare di meglio. Ira è forse il pezzo più strano del cd, walzer anomalo da fischiettarsi per strada oppure accompagnati da quella chitarra acustica che costituisce l'essenza stessa di Invidia. Accidia invece, col cameo vocale di Eva Bianca Dal Canto, non scorda la lezione elettronica dell'ep CARNE CARNE CARNE CARNE su cui era già contenuta, ma anzi spinge ulteriormente con estrema naturalezza verso territori dance. In chiusura arriva pure il singolo che a suo modo è summa di tutto il lavoro, quell'Antipurgatorio tanto letterario quanto reale che sembra schiudere ulteriori nuovi orizzonti musicali. Prodotto in collaborazione con Luca Telleschi, un pò il Virgilio della situazione per il nostro Baldini/Alighieri, e illustrato dall'amica Sara Bandini, un Gustave Dorè in gonnella, PURGATORIO non è ancora l'album definitivo dei Piet Mondrian, ma sviluppa una fase di cambiamento attraverso un percorso di riflessione (ed espiazione?) utile al raggiungimento della mèta. Un pellegrinaggio che Dante affrontò in un momento non particolarmente felice della sua vita così come, fatte le dovute proporzioni, quello vissuto da Michele. Al Sommo Poeta gloria imperitura. Al cantore di San Miniato una vita in Musica.

domenica 23 ottobre 2011

PALAZZI
Vittorio Cane
- Innabilis/New Model Label - 2011

Torna Claudio Cosimato, alias Vittorio Cane. Dopo l'uscita libraria di Tre Tempi, compendio di testi, accordi e poesie pubblicato nel 2010, arriva il momento per il cantautore torinese di entrare nuovamente in studio per mettere mano ai suoi quaderni pieni di appunti e note musicali e dare un seguito ai buoni riscontri ottenuti dal cd SECONDO alzando, se possibile, ulteriormente l'asticella del proprio lavoro. Come sempre la mezz'ora abbondante che anche questa volta ci viene regalata ha una invidiabile peculiarità: una estrema facilità di ascolto unita, per l'occasione, a trame musicali educatamente più complesse che in passato.  Maestoso a tal proposito è il violoncello di Beatrice Zanin in Umano, composizione di per sé già nobilitata dal pianoforte che Vittorio utilizzerà nuovamente in questo cd, in solitaria o con l'aiuto del fidato Deian Martinelli. Discorso simile per i fiati che colorano A Milano, Mai e A Casa Mia: mai sopra le righe, ben si coniugano con le atmosfere casalingo-metropolitane che Vittorio da sempre è in grado di realizzare, concedendosi rilassanti quadri naif in questo caotico e preoccupante inizio millennio. Quello Che è davvero un gioiellino pop; introdotto da fugaci manipolazioni synthetiche, si fa strada con stupefacente immediatezza, col sorriso sulle labbra, come quello di un paffuto scolaretto incamminatosi a piedi verso casa lungo un viale sterrato, delimitato da alte betulle, mentre il sole filtra tra le foglie in una benevola giornata primaverile. E se l'organo elettrico, in bella evidenza anche sul divertito soft rock con cui si riveste la title track Palazzi, ci riporta alla mente ottimi episodi contenuti in SECONDO è perché Vittorio possiede una cifra stilistica riconoscibile anche quando nuovi ingredienti vengono aggiunti alla ricetta. Lo scrittore Christian Frascella, autore dell'interessante Mia Sorella È Una Foca Monaca e del più recente La Sfuriata Di Bet, interviene per la stesura a quattro mani di Sto Bene, una bugata pop che avrebbe probabilmente goduto di migliore sorte se arrangiata per sola chitarra e voce. Ma tant'è. Si respira un malinconico Battisti dalle parti di Non Ne Ho mentre l'esecuzione del brano viene fissata su un registratorino a quattro piste nell'appartamento di Vittorio/Claudio. Responsabilità mantiene sonorità "cagnesche" cercando di dar voce ai sogni di una generazione castrata nelle intenzioni prima ancora che negli atti pratici; non basta rimboccarsi le maniche, ci vuole fortuna e scaltrezza, anche se spesso è poi la consapevolezza di ciò che si è a farci tenere spalancata una finestra sulla realtà e sulla quotidianità. Non una canzone di denuncia, ma neppure divertissement fine a se stesso.  Una batteria piuttosto insistente battezza Qui, psichedelica riflessione sul tempo che immobile va, in cui Cane, novello Lenny Kravitz sabaudo, suona e si diletta con tutti gli strumenti a sua disposizione, prima di toccare il climax dell'album con la già citata A Casa Mia, ballad per mellotron e pianoforte che regala istanti di magia pura. Al suo terzo lavoro in studio il sasso nello stagno della musica indipendente, e non solo, è stato gettato. Vittorio Cane non nasconde la mano: la porge, aperta, in un saluto amichevole. Chi ci sarà dall'altra parte?

domenica 16 ottobre 2011

ATTACK!
Don Turbolento
- autoproduzione - 2011

Chemical Brothers, Beastie Boys, The Music, Stylophonic, Planet Funk; con un occhio (e due orecchie) ai sempre seminali Kraftwerk e CAN. Se anche solo una di queste band rientra nei vostri ascolti più o meno abituali, beh, si presti assoluta attenzione al nuovo album dei Don Turbolento: un vorticoso turbinio di funk, synth e punk, condensato e centrifugato, spingendo sempre sull'accelleratore del pop! Per tutti gli altri che non ne hanno mai sentito parlare, è giunto il momento di allargare i propri orizzonti. È difficile restare immobili e indifferenti durante l'ascolto di questo ATTACK!. C'è elettronica, e non potrebbe essere altrimenti, ma anche parecchia musica suonata che, dal vivo, per non perdere un solo grammo di potenza nel corso del tour 2012, consentirà ad un terzo elemento, ancora sconosciuto, di affiancare sul palco Dario Bertolotti e Giovanni Battagliola, titolari del progetto Don Turbolento ormai da oltre sei anni. Qui, anche più di quanto ascoltato nel debutto omonimo di tre anni fa che già aveva ricevuto parecchi elogi, assistiamo ad una decisa sferzata di energia con sperimentazioni analogiche finora poco sfruttate. Esemplari in tal senso le derive free di What I CAN, nel cui titolo già si prende atto dell'omaggio rivolto alla band di Damo Suzuki, con il quale il duo italiano ebbe un proficuo scambio musicale giusto prima di mettersi al lavoro per le sessions di ATTACK!, e nuovamente mutuate nella acid dance di Tanzen Dusseldorf. Il sound futuristico di Evil Heaven riporta alla mente gli Air di quella pietra miliare che fu MOON SAFARI, consentendo di rallentare per qualche minuto i ritmi altrimenti sempre travolgenti e offrendo un rilassante esempio di space pop. I Public Image Ltd. cantati dai Dog Eat Dog, opportunamente contaminati da tastiere distorte, fanno capolino in Don T. La liquida This Time potrebbe tranquillamente trovare spazio nei CONTATTI di Bugo così come su un qualunque dancefloor nonostante l'estremizzazione del sound nel finale. Lo stesso che già avevamo ascoltato in Attack!, forse il brano più dirompente del cd, tra Atari Teenage Riot e influenze digitali piegate alla sensibilità italica. E non finisce qui: l'ascolto di Desert Line e Mean It rivelano ancora sorprese. La prima è una sognante dream song con influenze new age in cui il cameo vocale di Max Collini, direttamente dagli OfflagaDiscoPax, contribuisce non poco a spalancare nuovi papabili orizzonti. La seconda chiude invece in bellezza questa corsa sviluppatasi nel cuore della notte, espandendo il proprio spettro sonoro come una luce, un bagliore, una scintilla nell'oscurità delle tenebre, quelle che avvolgono i migliori club europei e d'Oltreoceano. Non sono alieni; semplicemente, vivono la felice condizione di portatori sani di intelligente curiosità e meticolosa applicazione agli strumenti. In questo modo reinventarsi non è un obbligo, diventa un piacevole dovere.

mercoledì 12 ottobre 2011

RETRÒATTIVO
Versus
- Mescal - 2011

Lo abbiamo apprezzato un lustro e mezzo fa nell'esordio solista di ESTETICA; lo ricordiamo accanto a Morgan nei suoi dischi e nei suoi concerti post Bluvertigo; lo abbiamo visto calarsi con una fune sui palchi dell'ultimo tour di Max Pezzali nei panni dell'Uomo Ragno, destabilizzando e divertendo i fans dell'ex 883 che non lo conoscevano. Ora è giunto il turno di uscire allo scoperto con la sua storica band con cui dare sfogo alle proprie passioni elettropop-rock. Se da questi pochi indizi qualcuno ha già individuato la figura del buon Megahertz, al secolo Daniele Dupuis, qua di seguito troverà le impressioni che l'esordio su cd dei suoi Versus, band nata in collaborazione col fratello Andrea alla batteria, Sandro Martino alle tastiere e Francesco Costantino alle chitarre, ha suscitato dopo il rilascio sulla storica etichetta Mescal, label che per di più siamo felici rivedere sul mercato dopo gli esaltanti anni '90 e qualche problema di troppo invece negli ultimi tempi. Da dove cominciare? Il lavoro si presenta di fatto omogeneo, accattivante, fruibile, spensierato: in una parola, "pop". E, quel che più conta, mai scontato. Sorprende innanzitutto il volutamente non finito del primo singolo Torre Di Controllo in cui, dopo i cinematografici Titoli Di Coda che aprono il lavoro, è un persistente suono Morse a darci le linee guida di questo brano fresco e primaverile; e diverte l'uso citazionistico fatto del "Principe" De Curtis, inaspettata trovata sonora presente in massicce dosi nella notturna Stare Alzati, autentico campionario cinematografico di avviluppante pop elettronico poggiato sul robusto sax di Andy (sì, quell'Andy là, l'Andy-dei-Bluvertigo) che trova il suo habitat naturale fra le pieghe del basso di Dupuis e i sottili ricami chitarristici di Costantino. Magistrale, sognante e sontuosa, Cosa Ti Aspetti Da Questa Notte potrebbe bastare a sè senza alcun tipo di ospitata. Eppure i quattro musicisti veneti giocano al rialzo mettendo in tavola un carico da novanta: il sempre entusiasta Franco Battiato si concede difatti lo sfizio di concludere da par suo una delle potenziali hit del disco che vede fra i crediti pure la firma di Lele Battista. Mi Raccomando è rassicurante tanto quanto la fotografia di Daniele, papà modello a spasso col passeggino, utilizzata per fare da sfondo al testo inserito nel booklet. Ragazza Farfalla, forse anche per il massiccio uso di rhodes e moog mescolate a cetre e chitarre acustiche, riporta alla mente Le Orme di Figure Di Cartone, mentre Versi Nel Bicchiere mesce due terzi di Bluvertigo e un terzo di Pink Floyd a una spruzzata di rassicurante melodia vintage. Di nuovo un omaggio a Totò nella grammofologica La Colazione Del Signor Marchese e divagazioni space rock in Profondamente Dentro, eterea new wave contenente il featuring del già citato ex cantante dei La Sintesi. C'è ancora tempo per poche Frasi A Metà. Infine è il turno del tormentone. Uno autentico, come in Italia forse non ne se ne sentiva dai tempi di Tre Parole di Valeria Rossi. Ma intelligente. Melody Pops "omaggia" i famigerati lecca-lecca omonimi mentre Megaherzt affronta in modo quasi sociologico (si scambiano password in cambio di sesso) la realtà giovanile che ci circonda. Bastano due ascolti ed il gioco è fatto: talmente catchy da risultare addirittura troppo perfetta per radio e tv da non riuscire a guadagnarsi neanche un passaggio promozionale degno di nota. Del resto ce lo aveva ricordato proprio Totò: in Italia si fa tutto per soffocare l'Arte.

un link al seguente post è presente qui: http://www.versusband.it/?page_id=59 e pure qui: http://www.facebook.com/pages/Versus/40566011788

martedì 11 ottobre 2011

ESPLODERE NEL SONNO

ESPLODERE NEL SONNO
Maciunas
- Malone - 2011

Correva la metà degli anni '90 e Edoardo Bennato preconizzava e si dichiarava interessato a realizzare in un futuro prossimo venturo videoclip in numero uguale ai brani presenti su cd in modo tale da realizzare un videoalbum a tutti gli effetti. Bene, il futuro prossimo venturo è arrivato in casa Maciunas. L'esordio discografico del trio lombardo-piemontese è di fatto un dvd musicale di brani inediti a tutti gli effetti su cui la storica sezione ritmica dei sempre gloriosi Fluxus e il chitarrista solo apparentemente più pacato degli Afterhours uniscono le forze per dare, a modo loro, una nuova lettura del prodotto discografico. Osando. "Da Vedere Ad Alto Volume". Così recita la scritta riportata nell'inlay card posta sotto al dvd. Ma noi optiamo per una esperienza sonora ulteriormente alternativa. Rippiamo l'audio in mp3. Il primo ascolto diventa così fugace, rapido, istantaneo. Solo musica, non guardiamo infatti le immagini che scorreranno più avanti sullo schermo. Ce lo imponiamo. Poi, in un secondo momento, ci fermiamo, ci spostiamo su una sedia e pigiamo play sul lettore dvd, facendo partire audio e video. Registrato in diretta il 22 dicembre 2010 in via Malone 40 a Torino, ESPLODERE NEL SONNO è introdotto da voci e frequenze audio disturbate, coadiuvate da immagini acide provenienti direttamente dallo studio di registrazione, secondo il riconoscibile taglio operato da Luca Pastore, ormai affermato videomaker e, in questo progetto, di nuovo chitarra a quattro corde. Quando inizia l'omonima title track è la voce di Giorgio Ciccarelli, nuovamente in primo piano dopo la notevole esperienza maturata in quel ruolo coi Sux!, a risultare ficcante e malinconicamente urgente. C'è Roberto Rebellino dietro le pelli e l'immagine che si para di fronte ai nostri occhi è del tutto simile a quella che avevamo dei Fluxus nel video di Nessuno Si Accorge Di Niente una decina di anni prima. Anche le luci qua e là inquadrate hanno superato la prova del tempo. Inquieta il volto solitamente rassicurante di Ciccarelli, qui nascosto, come del resto quello dei suoi compagni, da un collant per signora. Secondo brano. Nuovo Ordinamento. Immagini di bimbe sulle giostrine, poi ignude al mare rimandano, opportunamente trattate, alla cover realizzata da Hipgnosis per HOUSES OF THE HOLY dei Led Zeppelin mentre il suono si scioglie in un noise rock levigato. Ancora interludio di voci teutoniche, con Rabellino e Ciccarelli a colloquio fra loro prima del terzo brano. Camaleonte vede scorrere tralicci e pali della elettricità, rifiuti urbani e terreni abbandonati. Pastore riprende soluzioni grafico-visive usate anni addietro in videoclip come Radioestensioni e Tutti I Miei Sbagli per i concittadini Subsonica, mentre la band avanza potente e giurassica tra stoner e fluxus sound. È bello risentire la voce di Giorgio. Nuovo stacco. Saliamo sul tram per farci condurre nella realtà paludosa di Quello Che Ci Manca, forse il brano più Sux! del lavoro (non a caso i crediti riportano una collaborazione Ciccarelli-Pastore anche per quel che riguarda il testo), ma con una distorta coda finale che dal vivo regalerà sorprese. La corsa in autostrada tra le campagne piemontesi è la via più breve per Sesso & Carità, altro pezzo minaccioso che rivela la compattezza del combo, colorata per la prima volta da rumori afterhoursiani. A Galla è musicalmente più lenta; il recitato del testo ne risolleva le sorti, tuffo obbligatorio e controllato in piscine comunali e fiumi metropolitani. Ed eccoci dunque arrivati in città. I Preti Pazzi è segnata da immagini di guerriglia urbana e militare che ben si sposano con una delle tante frasi da mandare a memoria: "piccole bugie per grandi ideali che cambiano il corso degli eventi naturali". Bestemmia. In Un Momento trasuda disperazione doom dall'incedere grunge, sempre più psicotica nelle certezze acquisite. Le immagini scorrono in verticale. I criminali sonori svelano il volto. Ancora una discesa nei sotterranei e negli scantinati. Poi finisce tutto, lasciando trepidanti per un seguito che oggi non ci sarà. Nella loro programmatica atipicità i Maciunas anticipano, riprendono e superano il discorso Fluxus realizzando un lavoro socialmente contro. Contro il lento e pericoloso soffocamento della realtà, sempre più preda di un avvilente sonno della ragione che ci impedisce di capire la gravità del momento. Mostrami le cose che ci son da fare. Un minimo di regole. Un minimo di cuore.

venerdì 7 ottobre 2011

BUONGIORNO, DISSE IL METRONOTTE
Banda Fratelli
- Contro Records - 2011

Se è vero come è vero che anche l'occhio vuole la sua parte la Banda Fratelli ha fatto le cose in grande: già il packaging è infatti brillantemente accattivante, con quel cd che, se ruotato, ci accompagna graficamente attraverso le 24 ore della giornata, dall'alba al cuore della notte. Per condurci dove? Basta seguire la mappa tracciata sul booklet per scoprirlo: undici tappe tra sapori jazz, atmosfere retrò e musica confidenziale che appaga l'orecchio e rallegra lo spirito. È la banjitar di Buongiorno, Disse Il Metronotte, opener scelta come singolo di presentazione, ad introdurci la voce di Andrea Bertolotti, musicista già visto in passato sul palco dei Lou Tapage in qualità di frontman; poco per volta, e sempre con garbata ironia, affiora dalla nebbia delle Langhe una romantica storia metropolitana, con inserti di fiati mirati a contrappuntare l'atmosfera anni '50 che la pervade, ma che non ci dà le coordinate di quanto seguirà di lì a breve. Sì, perché se è vero che ogni episodio seguente resterà almeno concettualmente nell'alveo di quella musica andata di pari passo col boom economico italiano e che la morte del mito Buscaglione ha reso indelebile, è altrettanto vero che la stessa verrà declinata alla luce di generi e suoni venuti nei decenni successivi fino a diventare tutt'altro. Si prenda ad esempio Non So Dir Di No: i richiami sudamericani, tanto piaciuti negli ultimi anni pure ai Negrita, cedono il passo ad un rock noir che sì omaggia i Dire Straits di Mark Knopfler, ma che mantiene atmosfere notturne tali da poter fare il paio con quelle proposte a suo tempo dagli Astarnovas. Andiamo comunque per ordine. La seconda tappa del nostro percorso è segnalata nell'ipocondriaco ospedale swingante di È Grave; veniamo fortunatamente dimessi in tempo per gustarci l'R&B del miglior Francesco Baccini di ritorno da un proficuo scambio di idee con Sergio Caputo ne In Un Comò. Montiamo in bicicletta e percorriamo rapidi un bosco; qui la fiaba di Cappuccetto Rosso viene rivisitata in Rosso con ironico disincanto. Salsa E Meringhe parte con il cajon di Carlo Banchio in 4/4; poi si sviluppa in rock festante e diventa viatico per le successive danze interpuntate nuovamente dai fiati di Beppe Notabella, Elia Zortea e Alberto Marchisio. Col pensiero rivolto agli sfortunati Santa Sangre, giungiamo al momento tex mex di Un Fratello Come Me i cui numi tutelari rispondono al nome di Calexico ed Ennio Morricone, con quelle chitarre desertiche tanto care a Cesare Basile e Hugo Race a farla da padrone. Ancora rock'n'roll in Solo Un Gioco; Il Pirata In Frac è una cameratesca parabola country per saloon in cui Federico Bianco, direttamente dall'Orchestra di Ritmi Moderni Arturo Piazza, trasforma il burbero capitano della compagnia nell'elegante gentleman dei sette mar. Dopo una ottima intro di basso, affidato a Matteo Bonavia, arrivano pure i ritmi in levare di Trippa Per Gatti, seguiti a ruota dalla poesia cantautorale de Le Cose Da Salvare che arresta questo nostro primo viaggio con la Banda, ricco, intenso e dal sapore autunnale, esattamente come l'omonima stagione ormai alle porte. O meglio ancora come un ottimo bicchiere di Barbera. Non avranno probabilmente vita facile nel dedalo del music business, perché le logiche del mercato sono anche a loro sfavorevoli, ma passione e tenacia non mancano e sono tutte dalla parte dei tre Fratelli di Cuneo. Seguiamoli. Possono regalarci soddisfazioni, ricercate, sincere, uniche.