venerdì 17 giugno 2011

THE CYBORGS
The Cyborgs
- INRI - 2011

1° maggio 2011. Mentre sulla Terra si festeggiano i lavoratori, dallo spazio due inquietanti esseri provenienti da chissà quale galassia altra avanzano spediti sul pianeta Azzurro proclamando il loro credo blues a suon di rasoiate chitarristiche e ritmiche avvolgenti. Trovare nuovi adepti per la loro missione sarà piuttosto facile con sermoni quali Cyborg Boogie, lineare e binaria come lo sono i due automi, 20th Floor, mix tra il seminale Robert Johnson e la Jon Spencer Blues Explosion, e lo scatenato rock'n'roll in odore di rockabilly di Dancy. Mentre Cyborg-0 si occupa di chitarra e voce, abravisa e metallica a causa della maschera da saldatore che gli copre il viso, il suo replicante Cyborg-1 governa tastiere e batteria simultaneously, concedendosi una puntata solista nel numero da saloon per solo piano e batteria di Bag Time, dal forte sapore vaudevilliano e honky tonk. Dopo lo stentoreo proclama contenuto in Prelude, la voce metallica di 0 assume nell'hard blues di No!No!No! i toni del miglior Billy Gibbons, imbastardito, se possibile, da un ispirato tanto quanto inaspettato Zakk Wylde. Nella costruzione di I'm Tired compare da lontano il fantasma di Ritchie Blackmore che per il blues mai ha nascosto la sua passione; in 2110, millantato anno di provenienza dei due androidi, la struttura si fa più marziale, abbracciando in realtà un periodo temporale che si rifà al blues delle origini, spingendosi difatto fino all'eta aurea dei vari Howlin' Wolf, Blind Willie Johnson e Muddy Waters. Proprio il recupero alla radice della tradizione blues terrestre, passata o presente che sia, attualizzata comunque secondo l'esperienza maturata negli anni trascorsi a macinare riff, fa dei Cyborgs un duo da tenere d'occhio, non solo su disco, ma, e forse soprattutto, in sede live, dimensione vieppiù consona per liberare l'estro e la fantasia generate from unknown origin da Cyborg-0 e Cyborg-1. Nella mezz'ora abbondante del cd, che ormai abbiam capito essere stato realizzato più per soddisfare le esigenze degli esseri umani che le loro, c'è ancora tempo per una sostenuta Human Face, presente peraltro anche in una electro versione remix, e per la polverosa Highway Man, tra gli episodi meglio riusciti con quel suo incedere di nuovo vagamente purple. In chiusura, ecco Cyborgs Boogie Reprise a tirare le fila dell'incalzante percorso iniziato una decina di brani prima. Forse chiedere a C-0 e C-1 di brillare in una pericolosa originalità potrebbe essere un azzardo; nel blues nulla si inventa, le basi sono a disposizione di chiunque e non chiedono innovazioni particolari. Anzi. La lezione migliore proviene  proprio dai continui giri di pentatoniche mandati a memoria, assimilati e proposti a quanti vorranno ascoltare. Questo i Cyborgs lo sanno davvero bene; così come sanno il segreto per far muovere a tempo il piedino e le testoline di noi poveri terrestri.

un link al seguente post è presente qui: http://www.facebook.com/thecyborgsboogie?sk=wall

Nessun commento:

Posta un commento