martedì 30 agosto 2011

SUPER DELUX
Terrorvision
- Townsend Records - 2011

Da non crederci. Qua in Italia li davamo ormai per finiti, scomparsi, dispersi, annegati tra i fumi dell'alcool di qualche bottiglia di tequila, invecchiata pure male, in seguito alla separazione comunque consensuale avvenuta diversi anni fa. Perché un conto è tornare in pista sporadicamente per una qualche saltuaria apparizione dal vivo come accaduto nell'ultima decade, magari monetizzando a ragione il buon successo ottenuto negli anni '90; un altro è ri-mettersi in gioco,  ri-acquistare fiducia in sé stessi, ri-trovare l'alchimia che aveva fatto di due album come HOW TO MAKE FRIENDS AND INFLUENCE PEOPLE e REGULAR URBAN SURVIVORS due gioiellini di crossover senza tempo, ri-entrare in studio e ri-partire da dove si era lasciato tutto. Insomma, mai avremmo pensato di ri-vedere la band di Toby Wright nel corso del 2011 con un album nuovo di pacca a distanza di dieci anni dall'ultimo, discreto, GOOD TO GO. E invece, con un coup de théâtre degno del miglior commediante, eccoli di nuovo in azione: gli strepitosi Terrorvision sono tornati! E in ottima forma. Sarà una frase fatta, ma il tempo, musically speaking, per loro sembra davvero non essere passato, anzi?! Pare di essere tornati indietro di almeno quindici anni, a quel sound scanzonato che decretò la loro lenta, ma inesorabile scalata alle classifiche inglesi. Sì, perché quell'hard rock contaminato da qualsiasi tipo di influenza non venerea, dal pop al metal, dalla dance al punk, al funk e ai cori à-la Beach Boys (ma ve la ricordate Oblivion?) era ed è ancora orgogliosamente made in England. Si parte alla grande con l'accattivante sing-along della chitarrosa Demolition Song, metal punk dal graffiante piglio pop; procediamo mantenendo il tasso di adrenalina altissimo con la sferzante Neighbourhood mentre Hold Tight ci aveva dato giusto qualche istante prima un consiglio spassionato per affrontare meglio la rollercoaster su cui siamo (in)consapevolmente saliti: tenetevi forte! Il singolo Pushover è, come tradizione, ruffiano e geniale quando i quattro "regrediscono" allo stato di pop band per palati fini, con un inusuale hammond a precedere, nell'ordine, il granitico solo di chitarra affidato Mark Yates e la presa per i fondelli di finti individui, alternativi a parole, ma col portafoglio rivolti all'assai più commerciale Music di Madonna et similia. Di altre potenziali hits il cd è pieno. Una potrebbe essere lo scatenato rock'n'roll anni '50 di All The Girls Wanna Dance; non da meno la saggia Friend In Need, con tanto di sferzanti chitarre e compassato ukulele sul finale, e il cantilenante punk contrappuntato da un irresistibile hand clapping presente in This Is Suicide. Il groove pompato dal basso dell'ormai calvo Leigh Marklew trasforma Shiny Things in una Discoteque Wreck parte seconda. Babylon omaggia i Queen di Tie Your Mother Down mentre la party song Rock Radio prova che l'innato humor dei Terrorvision non è stato messo in discussione neanche nel nuovo millennio. Bisogna attendere la conclusiva Run & Hide per rallentare i ritmi, ma sulla distanza il pezzo assume i contorni di una cavalcata rock, di stampo pearljamiano che ci piacerebbe ascoltare in duetto con Mr.Vedder, in cui sono le chitarre ad aver l'ultima parola prima di sfumare nel finale. Che ritorno in grande stile?! Certo, resta il rammarico per l'assenza dello storico Shutty, scoppietante batterista dall'indubbio carisma e imprescindibile motore della band fino all'altro ieri, eppure l'altrettanto scatenato drummer Cameron Greenwood viene promosso a pieni voti. Disco solare, scalpitante, dinamitardo. Ah, occhio alla copertina che avete in mano: la miccia sta per prendere fuoco...BOOM!!! Esplosivi.

venerdì 26 agosto 2011

PROIETTILI BUONI
Proiettili Buoni
- Black Candy - 2008

Che progetto!? Quattro menti fervide del panorama culturale italiano, amici di lungo corso e musicisti di gran classe quali sono Paolo Benvegnù, Marco Parente, Gionni Dall'Orto, Andrea Franchi uniti dalla comune passione per la Musica, musa ispiratrice per i loro percorsi artistici. I più attenti avranno notato come questa sia la stessa formazione che, con qualche ospitata aggiuntiva, partecipò alla realizzazione dell'ottimo TRASPARENTE, album del 2002 rilasciato dal buon Marco Parente sotto la guida di Manuel Agnelli, al quale il cd che abbiamo tra le mani è in origine indissolubilmente legato e con il quale bisognerebbe relazionarsi per capire a fondo la dinamica degli eventi che portarono alla realizzazione di quella produzione, terminata la quale ognuno tornò ad occuparsi del proprio lavoro, separatamente. Salvo riunirsi per la realizzazione di questa scottante testimonianza sonora registrata in presa diretta al Viper di Firenze il 4 gennaio del 2008 e portata in tour nei mesi seguenti con una manciata di date imperdibili. Come del resto imperdibile è per gli appassionati l'anomala uscita discografica che abbiamo tra le mani. L'aria si fa subito carica e la pioggia di Proiettili Buoni sparati a salve dal combo fiorentino, tra svisate e voci effettate, la perfora elettricamente, pronta a far decollare il quartetto nel miglior modo possibile. È Marco a cantare questa prima cartuccia, ma Paolo si appropria all'istante della successiva Ragazza 1, non finito michelangiolesco di Farfalla Pensante, classico di Parente contenuto in TRASPARENTE e già interpretato da Patty Pravo nel contemporaneo RADIO STATION. Siamo lontani dagli accorgimenti elettronici dell'interprete veneta e pure dalle rotondità volute da Agnelli: qua Benvegnù, in duetto con Parente poco dopo, può contare su asperità rock soffuse, ma estremamente vitali da "buona la prima", le stesse presenti nel secondo take della canzone, ribattezzata per l'occasione Ragazza 2, più sonico e con qualche rimando ai SixMinuteWarMadness di Washington Che Urla. E mentre il basso discendente di Dall'Orto lavora di fino in compagnia della batteria del Druga per una voce che fa propria la lezione del mai troppo celebrato Jeff Buckley, arriviamo alle incastonature della deliziosa Colori Addosso che vede Benvegnù relegato ai controcori. Cosa sanno gli occhi che io non so? L'interrogativo posto da Poesia Cieca, una delle perle del cd, è rivolto direttamente all'uditorio che ha la fortuna di affollare il Viper per l'ultima data del tour, prima di avanzare, ancora senza risposta, nella dilatata Il Deserto Cammina e soprattutto nella gemella Carne In Scatola, sua alternative rock version dalle strofe modificate e concreto esempio di ulteriore infinita possibilità di comunicazione per uno stesso concetto espresso. In Karma Parenti (fratello maggiore di quella Karma Parente presente in TESTA, DI' CUORE) e nella conclusiva magnificenza di Fermo Immagine (Negrita meet Coldplay?) compare il violoncello della musicista nonché attrice teatrale Erika Giansanti a dar ulteriore profondità al tutto, con un Dall'Orto ancora sugli scudi e chiamato a gran voce dallo stesso Parente, mentre la retrospettiva Anni In Tasca è l'occasione per un intermezzo ipnotico-tribale che si fonde con la trasparente Fuck [He]art & Let's Dance e far smuovere gli astanti. Chi si ferma è perduto. I quattro sul palco lo sanno bene e nella ripresa dei loro sogni di inizio millennio lo mettono finalmente nero su bianco, anzi, bit sopra bit, recuperando atmosfere, facendo quadrato e regalandosi momenti di pura gioia, forse irripetibili, in un fermo immagine unico, istantanea bidimensionale ricca di particolari.

lunedì 22 agosto 2011

SALVATI.
Eco98
- Discipline - 2011

C'è una freschezza tutta da scoprire nel debutto su lunga distanza degli Eco98. SALVATI.. Un'esortazione e uno stato, una condizione oggettiva insieme. Fabio Galvagno, voce e chitarra della band, lascia aperta ogni interpretazione possibile a riguardo. Quello che è invece è chiaro e incontrovertibile riguarda l'essenza, la natura del cd: scampoli di storia di musica italiana affiorano più volte dai suoi solchi, intessuti, concentrati e rinnovati dal quartetto lombardo che, sulle scene dall'ormai lontano 2000, ha maturato nel corso di tutti questi anni una padronanza dei propri mezzi in grado ora di fondere brillantemente asperità rock, rotondità pop e quel pizzico di sperimentazione ben dosata che dona imprevidibilità. Per non scadere mai nel facile manierismo. Infatti, anche quando i richiami a numi tutelari di caratura elevata sono piuttosto chiari ed evidenti, si materializza quello scarto, spesso impercettibile ad un ascolto distratto, che in ultima analisi personalizza il brano. Una evidentemente derivativa È Buono (gran bel lavoro di basso per mano di Marco Crippa), nel suo riprendere il salmodiare fedele alla linea del mai banale Giovanni Lindo Ferretti abbinandolo al riff di una antica Vertigoblu, poggia su una base di robusta psichedelia e inserzioni elettroniche sconosciute tanto ai C.S.I. quanto agli stessi Bluvertigo. L'anomalo crossover arioso espresso dalla band scorre così rapido e accattivante. Del resto l'omonima title track metteva in chiaro quelle che sono le regole di ingaggio: stacchi corali di grande effetto che i Timoria di Omar Pedrini avrebbero apprezzato e musiche quadrate per un interessante episodio sonico in cui affiorano prepotentemente tendenze math rock, pulsioni Sixties e ricordi grunge. Ma già con la deliziosa Settimane Mesi Anni si cambia registro, venendo proiettati Oltremanica per una nervosa composizione ritmica tra Kaiser Chiefs e Bloc Party, sfogo indie rock molto British prima di voltare una volta ancora pagina. La leggerezza di Strato Urbano è strepitosa: con la stupenda massima "mi vesto di nero per attirare il sole" ci si muove su quei rigogliosi terreni fertili ancora ampiamente produttivi dopo l'exploit di inizio millennio che ha visto band come i dimenticati Grandi Animali Marini raccogliere molto meno di quanto seminato. L'Eco98 si espande, cattura e ingloba in sé nuove onde sonore. A Volte Non So Dove Vado è scheggia (pop) punk; in Apri La Porta il disagio psichico espresso ha le fattezze dell'Alberto Camerini elettronico di inizio anni Ottanta, ma a braccetto col già citato Ferretti; l'epilettica Non So Se è un altro up tempo declamatorio mentre Alessandro Denti ricama di synth e piccoli assoli chitarristici manie e compulsioni varie. Spazio pure per momenti più dolci, ma sempre inquieti: Nanana e Più Che Di Che, con il loro finale in crescendo hanno un effetto tonificante, lo stesso, prevalentemente strumentale e sonico, prodotto dalla circolare Mantra. In chiusura ficcanti melodie per il drumming accellerato di Funziona e le pulsioni pop rock de Più O Meno Milanese. Un buon biglietto da visita dunque, perfezionabile nel caso ci si voglia affrancare dalla storia per scriverne una personale, nuova e a suo modo unica; già così una ventata di aria fresca.

martedì 16 agosto 2011

IL MERAVIGLIOSO TUBETTO
Manuel Agnelli
- Piccola Biblioteca Oscar Mondadori - 2000

Divenuta col tempo una sorta di Sacro Graal per tutti gli amanti di Afterhours, Six Minute War Madness, Massimo Volume e dintorni, l'uscita editoriale del volumetto qui presente è in realtà la riedizione di un precedente scritto di Manuel Agnelli, verosimilmente ancora più raro, uscito per le Edizioni Ultrasuoni nel 1999 ed intitolato I Racconti Del Tubetto. Trattasi in entrambi i casi di una raccolta di "racconti, testi, istantanee che ripropongono sulla pagina le luci e le ombre del rock. Parole che inseguono parole, mescolando ironia e dolore, immagini forti, cariche di tensione, ma al tempo stesso leggere come musica." Così recita il risvolto di copertina e non si fatica, mano a mano che si procede nella lettura, a comprendere come i brevi racconti, una decina in tutto, possano tranquillamente confermarlo; dall'intenso Moriresti Per Me?, al dramma raccontato in Roberto e nella trilogia di Riccardo, passando per il disturbante e disturbato Il Meravigliso Tubetto, arrivando fino all'onirico Lo Spirito Di Jim dopo le digressioni sex & rock di Yvonne E Le Altre e GDC. Il tutto intervallato da frammenti, citazioni, stralci di testi tratti da GERMI, HAI PAURA DEL BUIO? e NON È PER SEMPRE, riprodotti, spesso anche graficamente, quali semplici abbozzi di liriche (esemplare in questo senso il testo di Musicista Contabile, scritto di getto sul biglietto dell'ATM) solo in secondo tempo complete e finite. Questo per la parte testuale. In allegato ecco poi un altro piccolo tesoro: le uniche registrazioni in commercio e fino ad ora inedite del side project Agnelli Clementi che vede il buon Manuel in compagnia dell'amico Emidio Clementi, coadiuvati per l'occasione dalla chitarra elettrica di Pasquale De Fina, leader dei Volwo. Ravenna, Faenza, Gabicce sono le tre location in cui nell'inverno 1999-2000 si svolgono le performance da cui sono tratte i sette brani proposti. In reading c'è Mimì e dunque è subito suo appannaggio la prima lettura tratta direttamente dal Meraviglioso Tubetto: si inizia  infatti con l'amaro e impietoso ritratto del cosiddetto nuovo rock italiano della prima metà degli anni '90 raccontato con rabbia e sarcasmo in Glicine Del Cosmo. Agnelli compare alla voce in Simbiosi; cede nuovamente il microfono al frontman dei Massimo Volume nella seconda parte dello stesso pezzo che confluisce in quella Peckinpah In Ralenti ripresa e inclusa, 365 giorni dopo, nel live afterhoursiano SIAM TRE PICCOLI PORCELLIN. Poi è la volta di Pelle; inizialmente per sola chitarra acustica e voce, apre in un secondo momento agli slanci elettrici di De Fina e al basso di Clementi. Tutti insieme saliamo in metropolitana, a Milano, sulla rossa, alla fermata Inganni, giusto in tempo per assistere alla follia omicida descritta in Anche Se Non Ho Le Ali Non Vuol Dire Che Non Ti Ami. Dentro Marilyn non necessita di presentazioni. Il tempo stringe. Ancora un breve testo di Mimì: C'è Questo Stanotte. Infine, prima della buonanotte, chiusura soft con una versione acustica di Pop. Se poco prima il libro ci ha accompagnato per centonove pagine, attraverso esperienze, sogni, lutti e disillusioni di un gruppo di amici, raccontandoci tra le righe un Agnelli estremamente privato, la mezz'ora abbondante del cd allegato ci restituisce un autore ugualmente inedito e raccolto, in una veste sobria e lontana anni luce dai clamori rock cui aveva abituato. Anche da qui si ripartirà per dare un seguito concreto a quanto finora solamente abbozzato. Nuove opportunità si schiudono all'orizzonte; su altri scenari cala il sipario. A Roberto e Claudio

mercoledì 10 agosto 2011

MORBO

MORBO
MoRkObOt
- Supernatural Cat - 2011

Poderoso come un bulldozer, inarrestabile come un esercito di cingolati, MoRkObOt avanza devastante una volta ancora nel panorama musicale mondiale. A tre anni di distanza dal precedente MORTO il trio composto da LIN, LAN e LEN partorisce l'ennesimo esempio di brutale e feroce furia hardcore incattivita da sfuriate psichedeliche e rintocchi math. Cosa vuol dire? Che il massacro sonoro non busserà neanche questa volta alle vostre porte, ma le sfonderà direttamente a suon di basso e batteria. Sì, perché una volta ancora è quella che altrove viene definita sezione ritmica a farla da padrona: qui, distorta al punto giusto secondo i crismi già evidenziati nella discografia precedente della band e con l'ausilio di pochi marchingegni sintetici, assume il controllo totale della situazione. Fluisce violenta in Orkotomb, si piega acida nelle ciondolanti e marziali note di Oktomorb, accellera malvagia e claustrofobica in Oktrombo, si permette, irriverente, di irriderci nella violenza sludge della metallica Orbothord e travolge, impetuosa, il suo stesso alveo naturale propagandosi nelle pieghe frastagliate di Ultramorth. Una stentorea prova di forza davvero annichilente. E non bastano le evoluzioni sonore bagnate dall'elettronica e racchiuse negli oltre nove minuti di magma sonoro presente in MoR a salvarci dal terremotante ritorno di MoRkObOt. La chiusura è difatti affidata alla martellante, e non poteva essere altrimenti, Obrom, ultima rutilante esplosione dinamitarda prima del congedo. Voltarsi indietro per osservare gli sfracelli prodotti sarebbe doloroso e ottenebrante. Guardiamo la realtà che si è parata di fronte ai nostri occhi e ha squarciato le nostre sanguinanti orecchie: il passo avanti rispetto al passato c'è stato e verosimilmente abbiamo avuto a che fare con il lavoro più violento fino a qui rilasciato dai lodigiani. Già con MORTO avevamo smerimentato un irrobustimento rispetto agli esordi, comunque mai soft, del trio, anche se mitigato da trip acidi e da atmosfere allucinate e allucinanti. Qui il gusto per la sperimentazione non è scomparso; ad un ascolto più approfondito è infatti evidente il tentativo di stravolgere i canoni sonori all'interno di una stessa composizione, solo all'apparenza monocorde. Parlare di tridimensionalità del suono potrebbe essere un azzardo, ma i MoRkObOt non temono le sfide e, consapevoli del potenziale nelle loro mani, hanno rilanciato, alzando l'asticella un pò più in alto in vista fin da ora del futuro capitolo di questa interminabile saga. L'urlo primordiale che altrove (Zu, Zeus!, Ufomammuth, ecc...) corre alto e lancinante risulta sempre soffocato dal mostruoso alieno accasatosi a Lodi, riuscendo a mantenere desta l'attenzione nell’ascoltatore non solo su disco, ma pure on stage. Forse le nostre menti sono già state circuite. Forse siamo già stati ammorbati e neanche ce ne rendiamo conto. Forse è solamente la bravura della misteriosa line up a rendere più fruibile ciò che fruibile non è. Plauso finale per la sempre interessante opera di design affidata a Malleus, autori del packaging e dell'artwork, degno rivestimento grafico di questo nuovo capitolo cacofonico made in Italy.

il post è presente qui: http://morkobot.wordpress.com/morkoview-read/morbo-reviews/ 
AND HELL WILL FOLLOW ME
A Pale Horse Named Death
- Steamhammer - 2011

Sal Abruscato è un nome di peso in ambito metal. La lunga militanza con i Type O Negative del compianto Peter Steele ne ha fatto figura cardine al pari dei suoi altrettanto storici compagni di band Kenny Hickey e Josh Silver, andando a completare il quartetto che registrò il monumentale BLOODY KISSES dopo il sorprendente esordio SLOW, DEEP AND HARD. Raggiunto il consenso popolare della comunità metal attraverso imprescindibili episodi come Christian Woman e Black No.1 (Little Miss Scare-All), è a questo punto che Sal lascia le pelli del combo di Brooklyn all'amico Johnny Kelly  prima di ributtarsi a capofitto nel mondo della musica con gli altrettanto seminali Life of Agony del carismatico frontman Keith Caputo. Seguono due album. Poi è di nuovo tempo per un abbandono. Non solo dalla band, ma dal music business tutto finché, all'alba del nuovo millennio, eccolo ritornare in compagnia di Matt Brown e Billy Kelly con i Supermassiv, trio dal destino segnato dopo l'improvvisa scomparsa nel sonno dello sfortunato Kelly. Dopo uno stint coi riformati Life of Agony, peraltro in essere a tutt'oggi, è nel corso del 2010 che giunge l'annuncio da parte di Abruscato di un nuovo progetto: l'inquietante moniker A Pale Horse Named Death sancisce la rinascita artistica del batterista che, in compagnia del fido Brown, diventa polistrumentista a tutto tondo cimentandosi pure nell'inedito ruolo di frontman. Una resurrezione dopo l'ennesimo lutto: la perdita di Steele è infatti datata 10 aprile di quello stesso anno. Due mesi prima il debutto live con una formazione necessariamente allargata a cinque componenti, tra cui il già citato Johnny Kelly alla batteria, rispetto al duo presente di fatto su cd. Già perché Abruscato e Brown allo Zoot Studios di New York suonano, registrano, producono e mixano tutto quanto è udibile in AND HELL WILL FOLLOW ME avvalendosi esclusivamente di qualche assolo di chitarra affidato a Bobby Hambel dei Biohazard e con la partecipazione in Die Alone del sax tenore di Ulrich Krieger. Qua e là giusto qualche coro affidato a Keith Caputo. Si entra così in un mondo spettrale e limaccioso, come già la cover e tutto l'artwork affidato all'ottimo Sam Shearon ci raccontano anche visivamente, dove suoni sinistri e liriche devastate dal dolore e da un senso di ineluttabile impotenza regnano sovrani. As Black As My Heart, To Die In Your Arms, Devil In The Closet, When Crows Descend Upon You sono un ottimo paradigma in tal senso e ne riflettono il claustrofobico mood. Anche le accellerazioni tossiche di Heroin Train o la psicotica Bath In My Blood (Schizophrenia In Me) non garantiscono una redenzione, ma anzi spingono ulteriormente sul crinale della lucida follia omicida di Serial Killer mentre l'aria sulfurea si fa sempre più irrespirabile (Meet The Wolf). È un incubo (Bad Dream) che affiora nella mente dell'ascoltatore e trova sfogo concreto nella portentosa amalgama di Type O Negative ed Alice In Chains che Pill Head e Cracks In The Walls  cristallizzano, lasciando ricadere sul nostro capo una ulteriore colata nero pece di doom metal. Vertice assoluto e climax la conclusiva Die Alone. A cavallo del pallido destriero allevato in gran segreto da Abruscato percorriamo strade infernali e sentieri impervi. Ovunque sono ceneri. Eppure, come tradizione vuole, proprio da quelle l'araba fenice è tornata a librarsi in volo. Una volta ancora. Ancora più in alto.

martedì 9 agosto 2011

KeepOn 100%LIVE CLUB Festival
Solo Musica dal vivo _Tutto in un solo giorno!

SABATO 10 SETTEMBRE 2011
LIVE MUSIC CLUB - Trezzo sull’Adda (MI)
inizio concerti ore 15 - ingresso 10 euro


IL FESTIVAL

Il più grande raduno di LIVE CLUB italiani.
Un Evento UNICO in Italia dove è possibile incontrare tutti gli operatori del settore,
i musicisti e gli appassionati di musica dal vivo.

Ospiti speciali: VERDENA e MASSIMO VOLUME
ritireranno i premi 100%LIVE che verranno ufficializzati a partire dal 20 Agosto.


Oltre 100 direttori artistici di LIVE CLUB, tutte le migliori Agenzie di BOOKING, le più
importanti ETICHETTE DISCOGRAFICHE, tantissimi FESTIVAL e la nuovissima
STAFFETTA Live RADIO a rappresentare la musica originale italiana LIVE.

10 Premi VERI votati da oltre 100 Direttori Artistici durante tutta la stagione live appena
conclusa. Il meglio degli operatori del settore della MUSICA DAL VIVO ITALIANA e una
sola unica e vera possibilità per incontrarli di persona e consegnare il proprio materiale
musicale e promozionale.


Solo 1.200 posti per accedere a tutto questo e per assistere a 25 CONCERTI delle migliori
band italiane sui 2 palchi all’interno dello storico Live Music Club.


2 PALCHI E 25 LIVE BAND


La miglior musica dal vivo della stagione farà da colonna sonora LIVE sul palco del Live
Music Club e su quello del Red Bull Tour Bus, ambedue situati nell’area di via Mazzini 58
a Trezzo sull’Adda (MI):

PERTURBAZIONE - ROBERTO ANGELINI - NOBRAINO - EX-OTAGO - AUCAN
DI MARTINO - WAINES - NON VOGLIO CHE CLARA - MARCO NOTARI & MADAM -
HEIKE HAS THE GIGGLES - MUSICA PER BAMBINI - I COSI - THE CYBORGS - PRI-
ME IORI’S EYES - DENISE ENCODE - EVA MON AMOUR - AIM - MICOL MARTINEZ
ETTORE GIURADEI - FRAGIL VIDA THE JACKIE O’S FARM - vincitori ItaliaWaveBand


STAFFETTA LIVE RADIO

Protagoniste le Radio del Circuito KeepOn 100%LIVE RADIO ed i loro
speaker che durante tutta la durata del Festival presenteranno la pro-
pria radio e soprattutto i programmi che ospitano la musica dal vivo, parteci-
pando a rotazione alla diretta streaming per introdurre interventi esclusivi dei pro-
tagonisti della giornata e molto altro; una lunghissima STAFFETTA LIVE RADIO!

Per tutti coloro che non potranno essere presenti sarà possibile seguire tutto il fe-
stival direttamente in Streaming nei canali delle oltre 50 Radio del circuito che tra-
smetteranno la diretta grazie ad un segnale continuo diffuso a livello nazionale ed un
canale dedicato. Un grande Network nazionale speciale creato ad hoc per l’occasione!


FLEISCH Ufficio Stampa
info@fleisch-agency.com – www.fleisch-agency.com


OPERATORI DEL SETTORE

AGENZIE DI BOOKING: DNA Concerti, ESTRAGON Booking, VIRUS Concerti,
METATRON, CYC Promotions, LOCUSTA Booking, SAPHARY DELUXE, BARLEY
ARTS, LIBELLULA Booking, GRINDING HALT, TROVAROBATO Booking, INDIEME-
NO, TRUE Booking, VIA AUDIO Booking, BULBARTWORKS agency, La FABBRICA,
FOREARS, MAGIC BUS Entertainment, KINO Music, BLACK NUTRIA e molte altre.

ETICHETTE DISCOGRAFICHE: LA TEMPESTA DISCHI, GHOST RECORDS,
URTOVOX, SUPERMOTA, TROVAROBATO, BLACK CANDY, PIPPOLA MUSIC, MArte
Lable, 29Records, MACACO Records, EPIC&FANTASY, Dischi SOVIET, INRI, FORE-
ARS, 42Records, VIA AUDIO Records, TANNEN Records, FIORI RARI, AL-KEMI Re-
cords, FOOLICA Records, MIZAR Records e molte altre.

LIVE CLUB: L’ Officina (L’Arte e i Mestieri) - Giulia Nova, Arci Linea Gotica - Ferrandina
(Mt), Hemingway - Catanzaro Lido, B Side - Rende, Blue Dhalia - Marina di G.Jonica, Un
Pop Club - Reggio Calabria, Morgana - Benevento, Repubblica Indipendente - Fabricaria
Aversa, Doria 83 - Napoli, Mamamu - Napoli, Rifrullo - Eboli, Zena di Salerno, Arteria -
Bologna, Bar Wolf - Bologna, Sidro - Savignano sul Rubicone, OFF - Modena, Kalinka di
Carpi, Arci TAUN - Fidenza, Materia OFF. - Parma, Bronson - Madonna dell’Albero, Han-

na BI Marina - Ravenna, I Vizi del Pellicano Fosdondo - Correggio, L’Ora - Luce Cattolica,
Deposito Giordani - Pordenone, Tetris - Trieste, Edera - Codroipo, La cantinaccia - Giulia-
nello, Contestaccio - Roma, Circolo degli Artisti - Roma, The Place - Roma, Milk - Genova,
Senhor do Bonfim - Genova, Agorà del Polaresco Polaresco, Vinile 45 - Brescia, Circolo
Live - Mariano Comense, All’una e trentacinque circa - Cantù, Arci Tom - Mantova, Bloom
- Mezzago, Circolo Magnolia - Segrate, Palazzo Granaio - Settimo Milanese, Arci Tam-
bourine - Seregno, Spazio Musica - Pavia, La Nocc - Sondalo, Twiggy - Varese, Macondo
- Senigaglia, Arci Brevevita - Centobuchi, Pao - San Benedetto del Tronto, Ambient Pub
- Tolentino, Groove - Potenza Picena, Black Jack – Urbino, Fuzz - Pesaro, Diavolo Rosso
- Asti, KoKo Club - Biella, Ratatoj - Saluzzo, Melting Pop - Arona, Spazio 211 - Torino, Blah
Blah - Torino, Caffè Tritolo - Avigliana, Officine Sonore - Vercelli, Oasi di San Martino -
Acquaviva delle Fonti, Arci 37 - Giovinazzo, Istanbul CaffË - Squinzano, Arci Rubik - Gua-
gnano, Lomax - Catania, La chiave - Catania, Kenisia – Enna, Candelai - Palermo, Mikal-
sa - Palermo, Buzz - Siracusa,ì Boccadillo - Erice, Glue - Firenze, Ponterotto - Monte lupo
F.No, The Cage - Livorno, Tago Mago - Massa Carrara, Baraonda - Poveromo di Cinquale,
Caracol - Pisa, Melos - Pistoia, Controsenso - Prato, Sonar - Colle Val d’Elsa, ARCI Aurora
- Ora BZ, Urban - Perugia, Loop - Perugia, La Darsena - Castiglione del Lago, Magazzino
delle Idee - Orvieto, La mela di Newton - Padova, Circolo Farenight 451 - Padova, Aparta-
mento Hoffman - Treviso, New Age Club - Treviso, Il Bianconiglio - Treviso, Stube Lorenzi-
wirt - San Vito di Negrar, Emporio Malkovich - Lugagnago, Centro Stabile di Cultura - Schio.

MEDIA PARTNER

2night - Music Letter – Ondarock – LostHighways – Shiver – CoolClub – Saltinaria -
Breakfast Jumpers - Kd Cobain – Toylet – Oltremusica - I Think Magazine - Sound36 –
Wu-d - FreeSoundMagazine


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INFORMAZIONI AL PUBBLICO

Sabato 10 Settembre 2011 c/o LIVE MUSIC CLUB via Mazzini 58 - Trezzo sull’Adda (MI)
Inizio concerti ore 15.00 - Ingresso 10 euro info@keepon.it
prenotazioni@keepon.it per prenotare uno dei 1200 posti disponibili, indicando nome,
cognome e regione di provenienza.


LINK

www.keepon.it
www.myspace.com/associazionekeepon
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facebook: KeepOn


FLEISCH Ufficio Stampa
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venerdì 29 luglio 2011

IO?
Marco Notari
- Libellula - 2011

In uscita nel prossimo mese di settembre, il terzo disco di Marco Notari, spalleggiato anche questa volta dai fedelissimi, seppur rinnovati, Madam, è sì un arcobaleno di suoni e umori come ci viene facile pensare osservando già solo la copertina, così ricca di particolari ed effetti personali, ideata e realizzata dal buon Tommaso Cerasuolo, frontman dei Perturbazióne e qui presente pure nelle vesti di special guest all'interno del pregevole singolo Le Stelle Ci Cambiano La Pelle, ma è soprattutto uno specchio dei tempi privati, il tentativo, come avrà modo di affermare lo stesso Notari, di realizzare "un semplice atto d'amore verso le persone a cui voglio bene e le cose a cui tengo di più, destinate a passare come tutto, nel tentativo di fermarle per sempre qui e renderle in qualche modo immortali". Forse è eccessivo parlare di concept album, pur notando come l'esplorazione di questo mondo personale cominci giustappunto con la pacificata distensione tribale di Io?, nel finale convertita in un mantra benevolo e propiziatorio, e termini con la rispettiva coda strumentale di Io? - Reprise. Eppure il fil rouge c'è e unisce l'amato glockenspiel del quadretto alpino-familiare narrato in Dina all'ottima Canzone D'Amore E D'Anarchia, gucciniana solo nel titolo, intensa rivendicazione di vitalità per un mondo vecchio, certamente in crisi, destinato probabilmente a scomparire, eppure diretto discendente di quel XX secolo autorevole e compatto che solo l'evoluzione tecnologica seppe, nel suo ventennio conclusivo, mettere in discussione. Molti i momenti riusciti. Il tragitto imperfetto di Io, Il Mio Corpo E L'Inconscio e i cimiteri dei supermercati in La Terra Senza L'Uomo rivendicano una dimensione pop rock alta, non scontata; Hamsik è una critica aperta ai governanti della Nazione, con un omaggio al miglior Godano di sempre su un tappeto di programmazioni circolare e ipnotico. La sezione ritmica affidata agli storici Roberto Sburlati e Pax Caterisano è il motore pulsante per la fuga in compagnia di Dario Brunori de L'Invasione Degli Ultracorpi mentre Marco ruba la scena con l'interpretazione dell'onirica Apollo 11, un confronto e un omaggio ai Baustelle di AMEN. Mai così a fuoco nei precedenti lavori, Notari viaggia oggi tra pop e cantautorato, abbandona riferimenti musicali in passato forse troppo ingombranti, si sporca con l'elettronica anche per merito dei nuovi acquisti  Bergesio e Cognetti, e regala spunti rock che dal vivo guadagneranno in spessore. Da sempre alla ricerca attraverso i propri testi dell'essenza ultima dell'essere umano e del suo fragile equilibrio, centra l'obiettivo ripiegando su sè stesso e sul mondo passato e presente che lo circonda. Dopo tanto peregrinare ecco  dunque la giusta ricompensa per le proprie fatiche. La costanza è stata premiata; l'impegno pure. 

un link al seguente post è presente qui: http://it-it.facebook.com/marconotariofficial?sk=wall

lunedì 18 luglio 2011

17-07-2011
- PIET MONDRIAN live @ Campo sportivo Sandro Pertini -
Cornaredo (MI)

C'è curiosità per il duo tos'ano. L'interessante e lodevole MISANTROPICANA è cresciuto in questi mesi, ascolto dopo ascolto, e il tentativo di far combaciare una loro data all'interno di eventi musicali che con la bella stagione si moltiplicano a vista d'occhio si concretizza in una delle serate che scandiscono la festa dell'Unità tenuta a Cornaredo, cittadina poco fuori Milano. Abbiamo già visionato in passato la location e avevamo notato un buon palco su cui Michele Baldini e Caterina Polidori avrebbero potuto stare a proprio agio. Arrivati a ridosso dello spettacolo ci accorgiamo di come in realtà il palco principale sia abbondantemente spoglio, privo di strumentazione e disadorno. Tutto buio. Accanto, un piccolo chiosco illuminato alla bell'e meglio, una batteria, un paio di synth, una chitarra. Ok, suonano qua: trovati. Sguardo panoramico e incrociamo la figura alta e magra di Michele. Di Caterina neanche l'ombra. Strano. Ci presentiamo, parliamo qualche istante del cd e veniamo a conoscenza di una news che a suo modo è una piccola bomba: il duo s'è sciolto! Ma non c'è nulla da temere; dopo alcuni giorni di inevitabile smarrimento, il progetto Piet Mondrian non lascia, neanche raddoppia, ma semplicemente allarga l'organico a tre elementi e va avanti.

Accanto a Michele infatti trovano ora spazio da qualche settimana le tastiere e la voce di Francesca Storai, unitamente alla batteria di Valeria Votta. I concerti di questo periodo diventano così occasione per sviluppare direttamente sul campo il nuovo corso, nel tentativo di compattarlo on stage attraverso la ricerca dell'amalgama che verrà sempre più naturale nel corso dei prossimi mesi.
Un rapido cenno d'intesa tra Michele e Francesca e le distorsioni acide che accompagnano il nuovo elettronicissimo singolo Carne Carne Carne Carne, tratto dall'omonimo ep messo in circolazione da qualche mese, si propagano sinuose, catalizzando abbastanza rapidamente l'attenzione di tutti coloro presenti nei paraggi dello stand. Solo su Ho Votato Lega entra in scena anche Valeria dopo che fino a quel momento la sua presenza si era limitata a presiedere sì alla batteria, ma, elmetto militare in testa, dando le spalle al pubblico, quasi a simboleggiare visivamente la caparbietà e l'ostinazione di tutto il gruppo a non cedere, guanto di sfida lanciato alle recenti avversità. Il sound è scarno ed efficace segno di come la lezione dei Ramones sia stata imparata anche nel riff di chitarra; le tastiere ingentiliscono, ma le parole sono taglienti seppur addomesticate da ironia e sarcasmo. L'autogestita corazzata toscana (non gli è stato messo a disposizione nemmeno un fonico) si inceppa sull'intro di Lascia Perdere, ma riparte incantando con uno dei momenti migliori della sua giovane carriera: le due voci, melodiosa quella di Francesca, baritonale quella del buon Baldini, si rincorrono come da cd mentre gli interventi di concertina, la mini fisarmonica usata per l'occasione da Valeria, catapultano in un passato prossimo di sospensione sonora. Applausi.

Un estratto dal film Casablanca è il preludio alla pseudo-baustelliana
Humphrey Bogart cui fa seguito quello che dal titolo parrebbe addirittura essere uno dei tanti sonetti del corregionale Cecco Angioleri, Credo Che Per Natura L'Uom Sia Così, con l'avvertenza che la chitarra "va un pò più piano perché ho paura del tunnel carpale. Scusate, s'invecchia". Grandi! L'umorismo condito da un vago senso di timidezza comunicato a parole da Michele, ma ravvisabile anche nelle sue due compagne di palco, è un mix comunque sempre vincente che a tutta prima lascia forse un pò perplessi, spiazzati, ma che in ultima analisi, se si ha la pazienza di approfondire ciò che si ascolta, incanta e affascina. Ancora MISANTROPICANA con la compassate ("sempre per i problemi di cui sopra, del tunnel carpale, facciamo un pezzo più acustico") Un Corpo e La Situazione in cui i vocalizzi della Storai non fanno rimpiangere la Polidori. Uno dei pezzi nuovi è la fiammeggiante scarica rock blues di Bella Scoperta che scuote così l'aria prima di aprire uno squarcio nelle relazioni umane dell'altrettanto diretta Una Notte Al Casino. Arrivano i pezzi da novanta. Ma l'imprevisto è dietro l'angolo e il trio si perde sull'apertura di Report 1 che, tuttavia, al secondo tentativo si mette egregiamente in moto benché Michele tenti di raggiungere note alte a lui forse non troppo congeniali. La campionatura di theremin affidata al laptop di Francesca copre qualche sbavatura, così come diventa essenziale il suo assolo di diamonica nella parte centrale. Brano importante è la storica Vecchia Scuola, irruente come i The White Stripes, accomodante come i Black Sabbath degli esordi. In dirittura d'arrivo ecco l'attesa Apocalippo, brano imprescindibile anche per gli anni a venire che consente al suo autore le ultime schitarrate della serata. Sì perché il live finisce qui. Ora. Zero bis. Tanta emozione. Molto cuore. Qualche ombra. Nel mezzo del cammin della sua vita Pieter Mondriaan illuminò il suo percorso artistico in maniera definitiva. I Piet Mondrian sono sulla strada giusta: l'inferno è alle spalle, PURGATORIO all'orizzonte. La purificazione sarà completa.

Andrea Barbaglia '11

si ringraziano per le foto pubblicate Michele Baldini e l'autore Rudy Vaiani

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giovedì 14 luglio 2011


CESARE MALFATTI
Cesare Malfatti
- Adesiva Discografica - 2011

È impensabile che Cesare Malfatti resti troppo a lungo con le mani in mano. A quanti si chiedevano che cosa avrebbe fatto dopo il termine della brillante avventura targata La Crus, sancito addirittura in diretta tv sul palco dell'Ariston accompagnando one-week-only l'ormai ex sodale Mauro Ermanno Giovanardi, questa che abbiamo tra le mani è la risposta migliore che poteva dare. Cd in edizione numerata, con un prezioso packaging realizzato, cucito e confezionato direttamente dalle mani del suo autore ed espressamente intestato all'acquirente che ne farà richiesta al seguente indirizzo di posta elettronica cesare.malfatti@gmail.com, il primo lavoro realmente solista dell'Artista milanese dopo gli anche recenti trascorsi con nOOrda, The Dining Rooms, Amor Fou e Sem'bro, si avvale, limitatamente ai testi, di una figura storica della sua carriera, vale a dire il ben noto Alessandro Cremonesi. E per dar voce ai pensieri del La Crus più umbratile e misterioso al grande pubblico, questa volta scende in campo proprio il suo chitarrista di fiducia che, sfruttando i suoi naturali toni morbidi e confidenziali, riesce nell'intento di proporre un lavoro suadente dalla prima all'ultima canzone. Si parte con il decalogo di Posso Fare A Meno, sognante opener che rivela un caldo abbraccio finale accompagnato dai vocalizzi di Stefania Giarlotta, unica ospite presente nel cd; trova quindi spazio quello che possiamo considerare il primo singolo dell'album, vale a dire la delicata, ma briosa Sembra Quasi Felicità che tra chitarra elettrica, acustica, basso, xilofono, charleston, piano elettrico e grancassa, tutti rigorosamente suonati da Cesare, si permette un'intro di balalaika assolutamente funzionale all'economia del brano, tanto quanto lo sono le inserzioni di mandolino e autoharp che si incontrano più avanti. C'è un senso di artigianalità e appartenenza ad un mondo fatto di piccole, ma decisive cose che pervade il tutto, quasi che il duo Cremonesi-Malfatti vada a rievocare l'essenza del miglior Pascoli, musicata però dal Nick Drake più intimo e introverso. Proprio la familiarità di certi luoghi e persone torna prepotentemente nella quotidianità de Il Bilancio; i toni più accesi, ma pur sempre stemperati dalle tonalità educate della voce in Andate Via fanno il paio con l'amorevole appello sospeso nel traffico e nel caos metropolitano di Fermati Milano. Mi Hanno Detto Che... parte piano, si accende rigorosa, sfuma elegante. Ma Perché, andando ad attingere nelle forme dal canzoniere dello sfortunato Drake, diventa in sostanza un significativo omaggio alla classe del folk singer inglese, con verità forse neanche tanto nascoste riguardanti gli immediati istanti post 2008. Qualche istantanea dal proprio passato anche nell'incantevole La Notte Bagna, forse il più lacrusiano e cantautorale tra gli undici tasselli di questo mosaico in musica. Una costante disillusione e la ricerca di significato sulle sfaccettature del mondo partendo dal proprio io viene indagata tanto in Senza Te quanto in Quello Che Abbiamo, nuove storie di amore e di privazione in favore di un senso ultimo a cui ancorarsi. In chiusura Soltanto Tu, col suo incedere charangato, lascia aperta un'ultima domanda: la separazione consensuale dei La Crus ha giovato alle parti in causa? Noi abbiamo deciso di farci incantare, quando possibile, tanto dall'una quanto dall'altra; solo, incrociamo le dita affinché anche il grande pubblico non si limiti a buttare occhio e orecchio esclusivamente sugli scaffali dei centri commerciali. Un suggerimento: andate sul sito di uno tra i più diffusi siti web di video sharing, cercate la pagina di Malfatti e lasciatevi accarezzare dalla dedizione di questo piccolo grande uomo per il suo lavoro.

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domenica 10 luglio 2011

09-07-2011
- CESARE MALFATTI live @ Arena Civica -
Milano (MI)

Abbiamo scoperto solo nelle scorse settimane che il sempre prolifico Malfatti si è tuffato a capofitto nell'avventura solista tout court da qualche mese, affidandosi all'amico Alessandro Cremonesi per quanto riguarda la stesura dei testi, ma occupandosi interamente di suoni, atmosfere e  strumentazioni utilizzate per realizzare il suo esordio su Adesiva Discografica. Il cd stesso che è uscito difatti a suo nome e che vede la coproduzione di Paolo Iafelice è un bell'esempio di musica artigianale realizzata in totale libertà, senza vincoli di alcun tipo se non quelli riguardanti la propria sensibilità e il proprio percorso artistico che nulla ha da invidiare a chicchessia. Essere sotto le luci accecanti delle major e della grossa distribuzione è da sempre arma a doppio taglio. Rispetto all'amico Mauro Ermanno Giovanardi, invaghitosi dell'interessante offerta della EMI, Cesare preferisce una posizione come sempre più defilata, ancora obliqua, a suo modo epicurea, che gli consenta di muoversi, novello polistrumentista meneghino, secondo i suoi ritmi, tra i mille strumenti musicali a sua completa disposizione e le parole cucitegli addosso, sull'abito migliore, dal già citato Cremonesi.

Certo, un pensiero corre veloce alle modalità che dovranno in un secondo tempo essere scelte per portare on stage brani suadenti e raccolti come Posso Fare A Meno e Ma Perché, battezzando i piccoli locali qua e là rimasti nella Penisola come location ideali per carpirne toni e sfumature. Sorprende dunque un pò vederlo sul grande palco degli Afterhours, amici di vecchio corso, impegnati in un tour estivo che spezzi le fatiche in studio tese alla realizzazione del nuovo attesissimo album, e oggi di scena al Milano Jazzin' Festival. Ad aprire la serata è comunque un terzo musicista, tale Claudio Domestico alias Gnut, amico di Rodrigo D'Erasmo e da lui accompagnato al violino per una esibizione essenziale, ma abbastanza anonima, che scivola comunque rapida a ridosso delle 20:00. A questo punto mentre D'Erasmo resta al suo posto, sale sul palco, munito di leggio e, secondo alcuni, di "breviario", l'ex La Crus, accompagnandosi con una Gibson semiacustica per una versione intima de Il Bilancio in cui le atmosfere delicate, sottolineate dal tono sempre educato di Malfatti, assumono qua una decisa sfumatura folk, resa meno evidente nella ben più ricca registrazione analogica. Purtroppo il chiacchiericcio vagamente diffuso nel parterre disturba assai.

Non mancano gli applausi, ma in alcuni casi paiono dettati più dal rispetto per l'Artista che per l'effettiva attenzione allo stesso. Tant'è. Arrivano due rinforzi. E che rinforzi!?! Giorgio Prette si accomoda alla batteria; Roberto Dell'Era recupera il suo basso e l'inedito quartetto si concede una scoppiettante versione di Andate Via che permette di catturare maggiore attenzione da parte del pubblico liberando il violino di D'Erasmo in una gradita svisata psichedelica. Solo a questo punto viene svelato l'arcano mistero del "breviario": trattasi semplicemente dell'originale packaging manufatto adottato per custodire il suo nuovo parto musicale e fissato al leggio per maggiore comodità, data l'inaspettata brezza che spira sul palco e sull'Arena Civica. L'invito all'acquisto è un piccolo suggerimento che ci sentiamo di accogliere e appoggiare; qualcuno annota l'indirizzo e-mail per contattare il chitarrista e ricevere anche solo informazioni in proposito. Sembra Quasi Felicità, avvolgente e calda come un abbraccio, vede i cori di Dell'Era supportare l'ormai riconoscibilissima voce di Cesare, offrendogli un terzo ottimo biglietto da visita per quanti volessero accostarsi al suo nuovo percorso musicale, tra la paura del futuro e la bellezza dell'hic et nunc.

È l'ukulele a farla da padrone nell'incipit della successiva Soltanto Tu, quarto e ultimo brano di questo brillante showcase; la sezione ritmica interviene poco dopo mentre D'Erasmo, premio Oscar come attore non protagonista di tutta la giornata, sembra davvero a suo agio in questa dimensione cantautorale, ben più di quanto di lì a poco gli toccherà suonando su quello stesso palco con Manuel Agnelli e soci. I suoni escono puliti, distinti, almeno tra le prime file, amalgamandosi in maniera comunque naturale, considerando anche il fatto di come i quattro siano solo alla loro seconda e, per qualche tempo, ultima uscita come ensemble (Malfatti ruota i musicisti che l'accompagnano dal vivo in base alle evenienze delle serate sue e dei suoi compagni). Sicuramente lo spazio dell'Arena Gianni Brera non è, come si ipotizzava all'inizio, il luogo più indicato per questo folk-cantautorale, meditativo e ragionato, a suo modo "da camera", e l'obiettivo può essere ulteriormente messo a fuoco; questo perché il potenziale è alto. Tappe più raccolte che man mano, siamo sicuri, verranno annotate sull'agenda di Malfatti, non potranno che far bene al suo progetto. Non andate via dunque: mi hanno detto che potrebbe essere quasi felicità.

Andrea Barbaglia '11

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domenica 3 luglio 2011

01-07-2011
- PERTURBAZIÓNE live @ Pista d'atletica -
Oleggio (NO)

Da sempre autori di live trascinanti Tommaso Cerasuolo e compagni sfidano il rischio pioggia che ha colpito il nord Italia, esibendosi nel variegato cartellone del Free Tribe Festival, kermesse organizzata nel Novarese a partire dal 2004 e che, giunta al settimo anno di attività e alla sua ottava edizione, ha visto succedersi sul proprio palco nomi prestigiosi quali sono, tra gli altri, Il Teatro Degli Orrori, Ritmo Tribale, Linea 77, Rezophonic, Tre Allegri Ragazzi Morti, Ministri e, giusto 24 ore fa, gli altrettanto storici Casino Royale. Raggiungiamo la pista d'atletica presso cui si svolgono i concerti quando sul palco sta esibendosi CarloZeta, alias Carlo Zanetta, già volto noto da queste parti per i suoi trascorsi negli autoctoni Fratelli Rigoni i quali, per la band di Rivoli, furono in passate occasioni apprezzata opening band. La partecipazione al Free Tribe diventa così ghiotta opportunità di presentare l'album MATERIALI DA RISULTA, esordio di Carlo prodotto, guarda caso, dai perturbati Gigi Giancursi e Cristiano Lo Mele presso il loro studio di Collegno, davanti ad un folto pubblico che si appresta di lì a poco a godersi un'ottima ora e mezza proposta dall'imminente sestetto piemontese. Sulle note di Mondo Tempesta si apre così la serata dei Perturbazióne con le graditissime quanto semplici istruzioni per l'uso, tra armonie pop e accattivanti melodie dalle quali emerge la sempre più decisiva figura di Elena Diana, indispensabile, col suo tocco di gran classe, al violoncello.

È già ora di saltellare, sfogarsi e ballare con la contagiosa felicità de
Il Senso Della Vite, al solito estremamente travolgente anche per chi si accosta per la prima volta alla loro musica, regalando sorrisi e ricevendo fischi di approvazione. Sono cresciuti i Perturbazióne. Te ne rendi conto tanto nei momenti più ludici quanto in quelli più intimi e riflessivi. On/Off è uno di questi. Hanno padronanza to-ta-le dei loro mezzi. Non che in passato si sia mai assistito a live approssimativi, ma la componente naif, se da un lato quasi trasformava le loro performance in gradite feste private simili nello spirito a quelle organizzate ai tempi del liceo, dall'altro li penalizzava a livello di impatto visivo e sonoro. Ora non è più così. E già da qualche anno. Non c'entrano le "visite" alle major, i cambi di formazione, presentata fra l'altro proprio al termine del primo brano estrapolato da FORTISSIMO PIANISSIMO,  o chissà cos'altro. È semplicemente la maturità. Tommaso ha in mano la situazione quasi fosse uno scafato Michael Stipe italiano, molto meno timido nel suo interagire col pubblico rispetto agli anni della formazione.

Gigi e Cristiano sono le sue perfette spalle musicali, quella di destra e quella di sinistra. Il corpo con cui muoversi nel mondo è poi costituito tanto dall'altro fondatore della band, Rossano Lo Mele, alla batteria, quanto
dalla new entry Alex Baracco al basso, il tutto elegantemente proposto con ottimo gusto dai preziosismi della già citata Elena. Se l'amore è un gioco tu che regole ti dai? Battiti Per Minuto, a suo tempo selezionata addirittura da Pippo Baudo per il Festival di Sanremo e scartata successivamente dalla giuria, si interroga su questo pensiero ipotetico della realtà a suon di chitarre folk e ritmi sudamericani mentre il violoncello imperversa con misurata eleganza accompagnato dal basso iperfunk del finale. Incantevole la poesia raccolta di Primo. "Ci hanno detto che al secondo giorno di Free Tribe di solito piove; col nome che portiamo possiamo considerarci fortunati, adesso lo posso dire..." Con Agosto vediamo materializzarsi in concreto lo scambio di energia tra palco e parterre. La forza poetica sprigionata dalla band attraverso uno dei suoi classici più celebrati colpisce il pubblico che, ricevutola, la rimanda a sua volta on stage in uno scambio sinergico davvero raro di questi tempi. Di lì a poco l'altrettanto delicata Leggere Parole funge da preambolo per la più scatenata Mi Piacerebbe, con tanto di canto a cappella nel finale ad libitum. E mentre siamo ancora intenti a smettere di cantare e a smettere di pensare, a smettere di cantare e a smettere di pensare, a smettere di... La Fuga Dei Cervelli ci colpisce con la sua neanche tanto velata critica sociale.

Questo è un altro punto del nuovo corso del sestetto piemontese. Dinamiche famigliari, problemi quotidiani, difficoltà oggettive del sentire comune analizzate con taglio critico affioravano già in maniera convincente tra i solchi dell'
ottimo DEL NOSTRO TEMPO RUBATO; live acquistano anche maggiore incisività. I messaggi sociali sono diretti, privi di giri di parole. Vanno al sodo e centrano il bersaglio come mai prima d'ora. Non si pensi di trovarsi tutto ad un tratto di fronte ad un  band di combat folk; per quello ci sono eventualmente già altre formazioni che fanno bene il loro mestiere. Qua c'è il filtro della malinconia a dare un tono più aulico, intimo, quasi letterario. Tifiamo rivolta scandiva Giovanni Lindo Ferretti nel disagio esistenziale del secolo scorso di Trafitto. Cum grano salis, paiono ribattere i Perturbazióne. E nuovamente torna quella sinergia, quel connubio unico tra Artista e pubblico nella splendida Del Nostro Tempo Rubato con la certezza che la canzone sia un omaggio "per tutto il tempo che saprete voi rendere magico e in qualche modo rubare all'orologio; a volte succede con le canzoni e, devo dire, è una fortuna riuscire a farlo".

In rapida successione ecco altri tre estratti dall'ultima fatica di studio: le vertigini de
L'Elastico, le profondità de Il Palombaro, il reggae perturbato di Promozionale. Tuffo nel passato: Se Mi Scrivi ha l'appeal giusto per osare e regalare qualcosa di più. La fusione con la brillante Charmless Man vede Miss Diana e Mr.Baracco divertirsi ai cori per questo inaspettato quanto riuscito omaggio ai Blur. Mandolino Fender elettrificato per il buon Cerasuolo. Un, due, tre: Buongiorno Buonafortuna riempie l'aria del campo sportivo dei profumi dell'estate mentre Giancursi non fa rimpiangere la mancanza dell'amico Dente nel suo intervento vocale. Dopo poco più di un'ora arrivano dunque i primi saluti e ringraziamenti per l'attenta accoglienza in quel di Oleggio. Sono Nel Mio Scrigno e la toccante Giugno, Dov'Eri a chiudere le danze della prima parte del live con un Tommaso equilibrista sulla coda strumentale che esalta la chitarra di Cristiano e il tappeto di tastiere di Elena. I bis non si fanno attendere. Come In Basso Così In Alto e la cover dei Belle & Sebastian Get Me Out Of Here, I'm Dying riadattata filologicamente in Portami Via Di Qua Sto Male sono gli ultimi guizzi di poesia prima del gran finale. "Volevamo salutarvi con una canzone. Si chiama semplicemente Esemplare.. Ragiona sul fatto che è molto comodo usare le statistiche di sociologia quando vogliamo dar valore ai nostri discorsi, ma difficilmente ci sentiamo felici quando la sociologia si misura sulla nostra pelle". E così, al termine dell'ultimo brano in scaletta,  i Nostri salutano e abbandonano il palco, in punta di piedi ancora una volta, esattamente come erano comparsi. Mondo Tempesta, che concerto!?!

Andrea Barbaglia '11

mercoledì 29 giugno 2011

DINAMISMI PLASTICI
Freak Antoni Band
- Le Arti Malandrine - 2011

"Il governo ha ragione a non darti mai niente": così esordisce, dopo una intro color porpora profondo, il supercombo che si cela dietro il ben noto volto di Roberto "Freak" Antoni stampato in copertina. E vista la caratura dei protagonisti Il governo/La mia banca è indifferente si permette di coniugare hard rock, omaggi a Jimmy Page, psichedelia e humor quasi mai fine a sé stesso, in una miscela davvero esplosiva. Se l'indiscusso leader degli Skiantos risulta essere voce principale e autore pressoché unico dei testi, un plauso deve essere tributato pure a colei che, occupandosi della produzione artistica, ha scritto musiche e dato l'input al tutto. La signorina in questione risponde al nome di Alessandra Mostacci, "Mostachova" per i compagni di note, pianista classica diplomata al Conservatorio G.B.Martini di Bologna e a quello Europeo di Parigi, perfetta metà artistica sul palco per qualunque componente della band. Band che, dicevamo, rivela tra le sue fila due altezze reali delle sei corde come Max Cottafavi e le roi Ricky Portera, finalmente liberi di dare sfogo alle loro passioni più robuste al servizio di un progetto a suo modo unico, in cui è evidente l'intenzione di unire suggestioni classiche e ritmi quasi heavy metal. Esemplare in tal senso è l'accattivante Compagno Dio che si muove lungo questi estremi grazie alle tastiere della Mostacci e ai riff granitici dei due chitarristi mentre Freak declama, con la sua classica verve, versi ironici, non demenziali, a dimostrazione pure di come la F.A.B. sia un progetto altro, parallelo alla band madre e non una sua scialba (e a quel punto inutile) copia. Dedicata al motociclista che c'è in ognuno di noi, Con Un Filo Di Gas è un altro compendio di hard rock con tanto di sgasature chitarristiche ad opera della premiata ditta Cottafavi-Portera, in grado di far cantare  sul serio il motore. Del resto cedere il passo al proprio estro da guitar hero e andar a briglie sciolte diventa ancora più facile se la sezione ritmica su cui poggi è stata precedentemente affidata al basso della rediviva, e sempre affascinante, Elisa Minari e alla batteria da skianto che risponde al nome di Roberto "Granito" Morsiani. Ad ingentilire due momenti d'atmosfera come È Già Ieri e Dove Sei Stato ci pensa la voce della giovanissima Sofia Buconi, già concorrente di X Factor 2010 dicono le cronache e, dico io, per sua fortuna scartata durante il programma, che torna a duettare con Freak nelle sonorità arabeggianti di Shalom Salam contaminate dall'italianissima ocarina di Budrio appannaggio del maestro Fabio "Gallo" Galliani. E come non citare i contributi esterni che qua e là affiorano tra i solchi del cd? A Wolfgang Amadeus "Punk" Mozart si ispira l'operettistica Filastrocca Della Mamma, tra Sex Pistols, Queen e Alberto Camerini, con il concreto supporto canoro di Stefano Banchelli; Vladimir Majakovskij  è fonte per la già citata Compagno Dio, Piero Manzoni dà le coordinate per la neanche tanto surreale parabola heavy de La Merda È Meglio Dell'Arte, mentre da un testo inedito di Pier Vittorio Tondelli prende spunto l'estiva Sciare, spensierata sgambata rock dal forte appeal radiofonico che meriterebbe maggior fortuna su network e web. Chiusura affidata alle ocarine di Allegretto Ma Non Troppo che con le sue trame pianistiche regala la giusta base per le riflessioni di un malinconico Freak Antoni, tra l'amaro e il nero. Ci piace sottolineare come il cd sia dedicato al giornalista e critico musicale Ernesto De Pascale scomparso prematuramente nel febbraio di quest'anno. "Filastrocca della vita / quando godi è già finita".